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Morgan, l’attacco durissimo ai giornalisti ma la domanda resta nell’aria. ‘Sanremo? ca..i vostri’

today10 Aprile 2023 4

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Ma se i giornalisti sono bugiardi e scrivono per diffamarti perché convocarli in gran massa? Succede nella conferenza stampa-show inscenata da Morgan in Rai per presentare il suo ritorno in tv da lunedì su Raidue (quattro seconde serate consecutive) dove impartirà lezioni di musica “urbi et orbi”. La domanda rimane sospesa, nessuno dei giornalisti presenti glielo fa notare: forse perché, consapevoli del diluvio di sproloqui dell’artista, preferiscono farsi insultare piuttosto che sorbirsi altri sermoni.

“Colpa vostra”

Morgan comincia la conferenza proprio così: “E’ colpa di voi giornalisti se non mi hanno dato grandi occasioni in tv, perché avete costruito un’immagine negativa di me, per far contenti i vostri direttori che vi dicono di scrivere cazz.ate e di fare titoli che non corrispondono ai pezzi”. E, a una giornalista che gentilmente gli fa notare che lui ci ha messo del suo (ci ricordiamo le liti con Bugo, la confessione di far uso di droga, i problemi con le sue compagne, i passaggi in tribunale, i pignoramenti?), lui risponde: “Io non sono un ribelle, mi ribello di fronte alle ingiustizie, non per partito preso”. E, comunque, ora che sono “cresciuto”, “mi rendo conto di ferire, di essere inopportuno e cerco di non farlo”. E lo dice avendolo appena fatto con i giornalisti, tra l’altro, suoi ospiti.

“Una grande chance”

E, comunque, che può importare della stampa a uno come Morgan, che non concepisce neppure la parola “modestia”, che ritiene di essere “uno dei pochi in Italia che conosce veramente la musica e che ne può parlare in televisione”, che pensa che il programma che finalmente gli è stato dato sia una grande chance “per me, per la Rai, per gli spettatori, per l’Italia e pure… per il mondo (vabbè, qui – speriamo – scherza)”. E che, aggiunge, che tutti quelli che non sono voluti venire ospiti nel suo show come Mengoni (che ha vinto con lui X Factor) e Madame “hanno paura di trovare qualcosa a cui non sono abituati: l’autenticità”. E poi “ho litigato con Madame perché ho detto che lei se la tira…”

Il Festival di Sanremo

L’altra domanda che rimane nell’aria è come mai la Rai adesso si mostri così aperta al talento (indiscusso) di Marco Castoldi “dopo aver rifiutato – come lui stesso racconta – tantissimi progetti da lui presentati”. Il direttore del Prime Time Stefano Coletta sostiene che lui “ha onestà e trasparenza anche quando è provocatore e che la sua capacità di affabulazione è un distinguo sulla scena televisiva”. Vorrà dire che – stando al verbo morganiano –  i dirigenti Rai avranno smesso di leggere gli articoli negativi su di lui e cominciato a leggere quelli in cui vengono riportati i “desiderata” dei sottosegretari alla Cultura, come Vittorio Sgarbi che ha annunciato l’arrivo di questo programma prima che lo facesse la tv pubblica e ha auspicato  che Castoldi diventi consulente musicale di Sanremo. A proposito del Festival, a domanda precisa l’artista risponde: “Sono c..zzi vostri… io non ho chiesto a nessuno di fare il Festival, ma se me lo proponessero accetterei, perché come direttore artistico non ho assolutamente rivali”. Ma tu ti affideresti uno show da 20 milioni di euro? , chiede qualcuno. “No, ma una parte di quello sì, io farei la consulenza musicale, non tutto il resto”. Peccato che, sulla scelta dei cantanti – e sulla loro popolarità, non solo sulla raffinatezza della loro musica – si regge tutto il Festival.

Il programma

Comunque, veniamo agli impegni prossimi. “StraMorgan” (non poteva che chiamarvi così il programma che, comunque, nel titolo contiene anche le iniziali di Pino Strabioli che lo ha curato) punterà su quattro grandi della musica italiana, uno per puntata, da lunedì a giovedì in seconda serata su Raidue: Modugno, Bindi, Battiato e Battisti mettendoli a confronto con altri grandi come Presley, Mercury, Brian Eno e Bowie. Un gioco di rimandi, contaminazioni e “lectio magistralis”. Tra gli ospiti che hanno accettato di partecipare Dolcenera, Vinicio Capossela, Tony Hadley, Giovanni Caccamo, Chiara Galiazzo e Gino Paoli.

Il filo conduttore è che “si può essere vincitori perdendo”, come io lo “sono stato spesso nella mia vita”. Una filosofia esistenziale: per cui se la settimana prossima gli share non gli daranno ragione, lui comunque sarà un vincitore. Saranno gli altri a non averlo capito. A non aver raccolto la “chance” che lui ha dato al mondo.

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Scritto da: redazione

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