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Colline teramane, il vino è la porta d’accesso a una terra meravigliosa: cosa vedere e assaggiare

today15 Aprile 2023 1

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Il viaggio di oggi ci porta in Abruzzo, regione dalle radicate tradizioni e dall’indiscussa vocazione. Lo facciamo con un focus specifico su una delle aree più interessanti a livello vitivinicolo e gastronomico: le Colline Teramane. Pariamo, come sempre, dall’ambito a me più familiare, ovvero quello enoico che vede in questa zona che abbraccia l’intera collina litoranea ed interna della provincia di Teramo, uno dei territori più interessanti per la produzione di vino in Abruzzo.

Ritratto di un territorio

Caratterizzata, a Est, da ampie colline che degradano verso il mare Adriatico e a nord-ovest dalla presenza imponente del Gran Sasso e dei Monti della Laga, le Colline Teramane godono di un’orografia ideale per una buona ventilazione che, assieme alla matrice pedologica argillo-limosa dei terreni – costituiti da depositi plio-pleistocenici -, alla piovosità ben distribuita durante l’anno, al clima temperato e alle notevoli escursioni termiche tra giorno e notte – favorite dalla vicinanza dell’appennino -, assicura alle uve tipiche locali – primo fra tutti il Montepulciano – condizioni ottimali per vegetare in salubrità, con accumuli importanti di sostanze aromatiche nei grappoli, che si traducono in grande qualità e tipicità nel calice.

Le colline teramane sono inoltre caratterizzate da una configurazione idrografica particolare, con quattro valli rigate da altrettanti fiumi – Vomano, Tordino, Salinello, Vibrata – che garantiscono una riserva idrica ottimale per far fronte agli esiti del global warming. L’aver trovato vigneti inerbiti e sovesci rigogliosi ne è la testimonianza lampante, in un’annata che vede intere regioni del centro-nord in preda a una grave siccità invernale. Un contesto agricolo ordinato, curato e integro, in cui la biodiversità è una ricchezza preservata coscientemente dai produttori che per ¾ operano in regime Biologico, di Lotta integrata e/o di Biodinamica. Per quanto concerne la base ampelografica, il protagonista è, ovviamente, il Montepulciano che rappresenta anche il varietale a chi fa riferimento la DOCG Colline Teramane (congiuntamente al piccolo saldo di Sangiovese concesso entro il 10%) molto più severo di quello del “generico” Montepulciano d’Abruzzo Doc.

Il vino, la porta verso la bellezza del Teramano

Le rese, infatti, non possono essere superiori ai 95 ql. per ettaro (per il Montepulciano d’Abruzzo DOC sono 140); vige il divieto dell’allevamento a tendone per i nuovi impianti; la densità di viti per ettaro non deve essere inferiore a 3.300 ceppi; i produttori hanno l’obbligo di vinificare e imbottigliare i vini Colline Teramane Doc all’interno della zona di produzione; l’immissione sul mercato non avviene prima di 1 anno dalla vendemmia per la versione giovane e 3 anni per la riserva (a breve verrà inserita un’ulteriore tipologia denominata “Superiore”).

La denominazione Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo Docg, si estende su una superficie totale di 172 ettari con una produzione annua di circa 400 mila bottiglie. Il Consorzio valorizza e tutela anche altre due denominazioni di territorio: Controguerra DOC, che prevede al suo interno la presenza di alcuni vitigni internazionali e Colli Aprutini IGT.

Denominazioni, queste ultime, che aprono alla possibilità di coltivare e portare in bottiglia un’ampissima base ampelografica tra cui spiccano le varietà bianche locali come il Trebbiano, il Pecorino e la Passerina e  le uve internazionali, come il particolare uvaggio Merlot e Cabernet Sauvignon del Controguerra Doc. Un territorio ricco di sfaccettature paesaggistiche, enoiche e, soprattutto, gastronomiche con una lunga lista di piatti tradizionali resi ancor più afferenti all’areale, alla sua storia e alle sue genti dalle materie prime locali.

Tutti i sapori da abbinare

La cucina tradizionale è una cucina di sapori forti che nel tempo ha saputo smorzare le sue asperità mantenendo salda la propria identità. La cucina teramana non è solo frutto della cultura gastronomica abruzzese, in quanto non sono mancate contaminazioni che affondano le radici nella notte dei tempi. Una cucina di terra basata su carne, verdura e ortaggi per quanto riguarda l’entroterra e sul pescato e sulle tipiche ricette marinare se ci si sposta sulla costa.

Tra i piatti che non potete mancare di assaggiare ci sono:

–  Le chitarrine alla teramana:  uno spaghetto alla chitarra di pasta fresca condito con un sugo al pomodoro con pallottine di carne mista, davvero gustoso. Da abbinare con un Montepulciano d’Abruzzo fresco o un Cerasuolo d’Abruzzo.

–  Le scrippelle ‘mbusse abruzzesi: crespelle in brodo, realizzate con farina 00, uova e acqua, farcite con parmigiano grattugiato (o pecorino), arrotolate e poi servite nel brodo di gallina caldo. Un primo piatto che vi riscalderà anima e corpo nella stagione invernale. Da provare con il Pecorino.

–  Le virtù teramane: una minestra di verdure, legumi, spezie ed erbe aromatiche, nonché aglio. Arricchita da pezzetti di prosciutto e il suo osso, cotenne, lonza, piedi e orecchie di maiale, pancetta, guanciale, carne di manzo. In questo ricchissimo brodo cuoce la pasta di semola “mischiata”. Alcuni aggiungono anche pasta fresca e polpettine fritte. Un piatto propiziatorio tipico del primo maggio, momento nel quale storicamente la massaia “puliva” la madia e preparava questa pietanza come buono auspicio nei confronti del raccolto venturo. Ottimo con un Montepulciano delle Colline Teramane Docg.

Le mazzarelle teramane: succulenti involtini di scarola, di forma rettangolare, ripieni di pezzi di coratella d’agnello, tagliati a listarelle e ben conditi. A Pasqua non può mancare!

Il brodetto alla giuliese: è la versione del celebre brodetto dei porti dell’Adriatico fatta dai pescatori di Giulianova in provincia di Teramo.  Viene utilizzata una grande varietà di pesci, che, storicamente, variavano in base a ciò che rimaneva invenduto dai pescatori stessi. Ottimo con i vini bianchi locali e in particolare con il Trebbiano.

I bocconotti: dulcis in fundo, uno dei miei dolci preferiti (forse perché c’è di mezzo l’uva anche qui!). I bocconotti sono diffusi in diverse zone dell’Abruzzo ma quelli della tradizione teramana e in particolare quelli tipici del paese di Montorio al Vomano sono rappresentativi della bontà e della completezza della gastronomia di quest’area. Si tratta di veri e propri scrigni di pastrafrolla (a base di olio e con tanti tuorli) ripieni di scrucchiata, una confettura realizzata esclusivamente con uva Montepulciano, senza aggiunta di ulteriori zuccheri. Alla confettura vengono aggiunte mandorle tostate, cioccolato fondente, cannella e scorza grattugiata di limone.

Confidando di avervi fatto venire l’acquolina in bocca vi invito a prendere in considerazione l’idea di organizzare un tour di almeno tre giorni nelle Colline Teramane e di farlo dedicandovi alla ricerca di cantine, ristoranti e produttori di prodotti tipici locali alternando all’enogastronomia passeggiate a piedi o in bicicletta alla scoperta di un contesto paesaggistico che è un vero e proprio inno alla biodiversità e alla bellezza. Sono certo che vi stupirà!

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Scritto da: redazione

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