L’anno scorso la serata finale del festival era stata seguita in media da 13 milioni 205mila telespettatori pari al 65% di share. La prima parte aveva raccolto 15 milioni 660mila telespettatori con il 62,1% di share, la seconda 10 milioni 153 mila con il 72,1 per cento. È complessivamente l’edizione più vista dal 1995 (63,1% di share medio). Sul target dei laureati gli ascolti medi sono i più alti della storia del festival «e questo vorrà pur dire qualcosa», ha sottolineato il direttore di Rai Intrattenimento prime time Stefano Coletta.
Amadeus: «Se mi mandano via, vado via»
Squadra che vince non si cambia, tanto più che Amadeus ha un contratto per un altro Sanremo. Come la mettiamo con i venti di cambiamento che soffiano su Viale Mazzini? «Se mi mandano via, vado via. Che devo fare?», il direttore artistico risponde così a chi gli chiede se, sulla scia delle polemiche di questi giorni, si aspetti che gli chiedano di lasciare l’incarico. «Sono consapevole», aggiunge, «che qualsiasi allenatore è esonerabile. Con il 15-20% di share in meno sarei giustamente esonerato. Per questo devo sempre essere molto convinto di quello che faccio. Perché se devo sbagliare, devo poter dire ho sbagliato con le mie idee e non con le idee o le imposizioni di qualcun altro».
L’ad Rai Carlo Fuortes: nostro ruolo fondamentale
Lo status quo di Viale Mazzini si gode il risultato. «Il ruolo della Rai» per il Festival di Sanremo secondo l’ad della Tv di Stato Carlo Fuortes «si conferma fondamentale. Il patrimonio costruito in oltre settant’anni di lavoro sta dando, ancora una volta, come e meglio di ciò che è accaduto nella storia del Festival, frutti notevoli per effetto del lavoro dell’azienda, la quale ha sempre reso Sanremo uno dei punti centrali della sua programmazione. Non è solo intrattenimento, non sono solo canzoni e divertimento: è un’industria che dimostra cosa la Rai è in grado di realizzare attraverso la televisione, la radio, Raiplay e i social media perfettamente equilibrati nell’offrire al pubblico contenuti sempre diversi, puntuali e approfonditi. È un’impresa che nessun’altra azienda di comunicazione al mondo compie con la stessa forza e lo stesso impegno».
Orario di Zelensky scelta condivisa
C’è stato più di qualche caso politico intorno a quest’edizione, a cominciare dal contributo del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. «Tutto ciò che avete visto e che è andato in onda è stato proposto dall’ambasciatore Melnyk che abbiamo avuto piacere di avere in sala, mentre sulla modalità abbiamo solo ascoltato e cercato insieme con lui di capire quale fosse il momento congruo. La richiesta più rigorosa che ci è stata fatta è che il messaggio di Zelensky fosse linkato con l’esibizione degli Antytila e che questo avvenisse nel momento in cui la competizione era terminata, prima che si sapesse dell’esito della classifica finale. Questo in grande armonia e fiducia reciproca», ha spiegato Coletta a proposito della scelta di mandare in onda la lettura del messaggio del presidente ucraino dopo le 2.
Gli attacchi di Fdi e Lega
Anche dopo la serata finale non sono mancate valutazioni critiche da parte della compagine di Governo. «Ho scoperto chi ha vinto stamattina. Auguri a chi ha vinto: non commento altro, sicuramente una riflessione sulla gestione Rai nel suo complesso andrà fatta», ha detto Matteo Salvini, vicepremier e ministro per le Infrastrutture, a margine delle celebrazioni per i 100 anni dalla nascita di Franco Zeffirelli, a Firenze. «Non ho le competenze, ci sono stati effettivamente un po’ di errori, ma io lo difendo il Festival come prodotto, il problema è che vogliono rovinare il prodotto della canzone italiana, è un peccato», ha aggiunto il ministro del Turismo Daniela Santanché riguardo all’ipotesi di intervenire sui vertici Rai, a margine dell’inaugurazione della Bit.
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