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‘Ho perso un fratello’: addio ad Azio Citi, dimissioni di Petrini. A Slow Food finisce un’epoca

today2 Maggio 2023 10

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C’era una volta Arcigola, c’era una volta Radio Bra Onderosse. Ed erano tre: Azio Citi, Carlo “Carlìn” Petrini e Giovanni Ravinale. Su tutto la “benedizione” e il sostegno di Dario Fo. Erano gli anni Settanta e la militanza politica diventava impegno culturale, anche in fatto di gola, di sapori, di territorio, di cultura del cibo. Dalla fondazione di Arcigola è nato poi Slow Food. Si è spento a 74 anni Azio Citi, il piccolo uomo dalla grinta e creatività grandi così che dai palcoscenici dell’arte passò a quelli della grande enogastronomia con Petrini. Carlìn si è dimesso a luglio dell’anno scorso per lasciare spazio ad energie più giovani, lui che viaggia pure verso i 74 e che saluta con gratitudine ed emozione la perdita di un amico fondamentale.

Da sinistra: in alto Ravinale e Pertrini, seduto col calice in mano, Citi (dalla foto commemorativa di Slow Food)

“Io e Azio, addio all’energia di un fratello”

Carlo Petrini ha ricordato la fondazione del presidio Slow Food con Azio Citi: “Non so come si fa a parlare di Azio assente. Ci siamo conosciuti quando avevamo 6 anni il primo giorno di scuola. Da allora c’è sempre stato. Con la sua energia, il suo incendiarsi in un secondo e il suo saper sorridere – innanzitutto di se stesso – un secondo dopo. Con lui perdo un amico, un fratello, perdo la doccia fredda di quella imprecazioni sorridente, a fior di labbra, che non faceva mai mancare, e che in un attimo restituiva la misura di quel che eravamo stati e di quel che eravamo diventati, con coraggio e allegria, sempre rispettosi delle nostre e altrui diversità”. Citi aveva esordito come leader della band L’ora canonica con cui portava in scena parodie di brani musicali celebri. Animatore culturale, da Radio Bra Onderosse fatta sfidando le frequenze ufficiali dello Stato, con due lire, molto entusiasmo e recuperando titoli e notizie da Lotta Continua e L’Unità fino al retropalco del Club Tenco in cui lui, Petrini e Ravinale provvedevano vini e cena agli artisti in gara. Poi Arcigola e Slow Food, nati per usare il cibo come aggregatore giovanile e dei diseredati, all’interno della Società San Vincenzo De Paoli che solo nella sede di Bra aveva 130 ragazzi di cui Petrini era il più giovane presidente d’Italia.

La chiocciolina: un presidio internazionale

Nel 1986 la grande svolta: Petrini, Citi e Ravinale fondano Slow Food in risposta al cibo spazzatura, al fast food e alla frenesia alienante della vita. Il cibo torna ad essere piacere, consapevolezza, condivisione e tutela della diversita enoica e gastronomica. Non solo eventi legati al food ma anche incontri e formazione culturale, editoria, difesa della biodiversità e della sovranità alimentare (che non ha nulla a che vedere con un presunto ritorno del fascismo a tavola col governo Meloni, ne abbiamo scritto qui). Da allora è stata un’escalation: gli eventi di Terra Madre in cui si incontrano le comunità del cibo di tutto il mondo, l’Università di Scienze Gastronomiche, le celebri guide, l’attenzione alla cultura alimentare delle comunità indigene, la presenza in 160 Paesi, la chiocciolina che da logo locale diventa marchio conosciuto in tutto il mondo. Una continua crescita, poi il primo stop. Nel 2022 Carlin lascia la presidenza e passa la mano a Edward Mukiini, il vicepresidente ugandese. Non è un vero e proprio addio ma un farsi da parte in modo vigile. La nuova missione è agire in modo incisivo, presso governi e istituzioni, contro quello che Carlin chiama “sconquasso climatico”. Col passo a lato di Petrini e l’addio di Citi finisce un’epoca, non la missione di Slow Food. La presidenza italiana è affidata a Barbara Nappini, che abbiamo intervistato qui in video. 

Edward Mukiini, presidente di Slow Food, e Barbara Nappini che ha la presidenza in Italia

Nel 1986 la grande svolta: Petrini, Citi e Ravinale fondano Slow Food in risposta al cibo spazzatura, al fast food e alla frenesia alienante della vita. Il cibo torna ad essere piacere, consapevolezza, condivisione e tutela della diversita enoica e gastronomica. Non solo eventi legati al food ma anche incontri e formazione culturale, editoria, difesa della biodiversità e della sovranità alimentare (che non ha nulla a che vedere con un presunto ritorno del fascismo a tavola col governo Meloni, ne abbiamo scritto qui). Da allora è stata un’escalation: gli eventi di Terra Madre in cui si incontrano le comunità del cibo di tutto il mondo, l’Università di Scienze Gastronomiche, le celebri guide, l’attenzione alla cultura alimentare delle comunità indigene, la presenza in 160 Paesi, la chiocciolina che da logo locale diventa marchio conosciuto in tutto il mondo. Una continua crescita, poi il primo stop. Nel 2022 Carlin lascia la presidenza e passa la mano a Edward Mukiini, il vicepresidente ugandese. Non è un vero e proprio addio ma un farsi da parte in modo vigile. La nuova missione è agire in modo incisivo, presso governi e istituzioni, contro quello che Carlin chiama “sconquasso climatico”. Col passo a lato di Petrini e l’addio di Citi finisce un’epoca, non la missione di Slow Food. La presidenza italiana è affidata a Barbara Nappini, che abbiamo intervistato qui in video. 

Edward Mukiini, presidente di Slow Food, e Barbara Nappini che ha la presidenza in Italia

 

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Scritto da: redazione

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