La strategia From farm to Fork della Ue fissa obiettivi ambiziosi per la riduzione dei pesticidi in agricoltura, il cui uso dovrà essere dimezzato entro il 2030. Al momento, però, nel Vecchio continente la percentuale di prodotti agroalimentari con residui superiori a quelli consentiti per legge è in aumento. Il dato arriva dall’Efsa, l’Autorità per la sicurezza alimentare della Ue: secondo l’ultimo rapporto, il cibo che non supera l’esame è passato dall’1,4% (dato 2018) al 2,1%.
Dall’olio d’oliva ai funghi, dai broccoli all’uva, dal grano alle uova, oltre 87mila campioni alimentari sono stati passati al vaglio dell’Authority. Il risultato è che, nonostante i buoni propositi, la quota fuorilegge è aumentata. L’Italia per una volta si schiera tra i Paesi più virtuosi: solo lo 0,7% dei prodotti analizzati ha mostrato di contenere residui superiori ai limiti fissati per legge.
Se il 2% degli alimenti non passa l’esame, il rapporto dell’Efsa evidenzia anche che c’è un buon 40% di prodotti che comunque presenta tracce di pesticidi, seppur al di sotto della soglia vietata. Solo il 58,1% di alimenti è stato trovato completamente primo di prodotti chimici nocivi. Tra i cibi più contaminati l’Authority segnala i pompelmi di provenienza extra-Ue.
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