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Spettacoli

‘Indiana Jones’, Harrison Ford ringiovanisce, salta nel tempo e incontra Archimede. Ma lui vuole Marion

today22 Maggio 2023 5

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Troppo vecchio? A vederlo sul grande schermo (nelle prime fasi) non sembra proprio, anzi, merito della tecnologia.

Harrison Ford, 81 anni da compiere il prossimo 13 luglio, sembra (apparentemente) non risentire del tempo che passa, della voglia di avventurarsi, e di rimettere i panni del più famoso archeologo del cinema globale, Indiana Jones. Sono trascorsi esattamente 42 anni dal primo film, era il 1981, I predatori dell’arca perduta, a cui seguì Indiana Jones e il tempio maledetto (1984), Indiana Jones e l’ultima crociata e Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo, tutti diretti da Steven Spielberg. Una quadrilogia praticamente perfetta, rimasta inviolata e intoccata dal 2008, e che pareva potesse non tornare. Ed invece Indy, 15 anni dopo, è davvero tornato a furor di popolo e di un cachet probabilmente stellare, nel quinto episodio, Indiana Jones e il Quadrante del Destino, nelle sale italiane dal 28 giugno, distribuito da The Walt Disney Company Italia, presentato in anteprima mondiale al Festival di Cannes.

Tutti lo amano, lo si è visto ieri nel red carpet dei record, e col contorno di fan, appassionati, travestiti di tutto punto ad omaggiare uno degli attori e personaggi, maggiormente entrati nell’immaginario e nel cuore di diverse generazioni.

Due ore e mezza, in cui il regista James Mangold, tra i più consolidati del settore, lo proietta ringiovanito nel 1944, in una scena mozzafiato, d’altri tempi, su un treno, per recuperare dai nazisti (ancora loro) un oggetto cruciale, lo si scoprirà avanti. La battaglia tra Bene e Male dunque si rinnova, ma l’Indiana Jones di oggi, il salto temporale ce lo mostra nel 1969, tra movimenti hippie e la corsa allo spazio dell’America, è un professore prossimo alla pensione.

Un uomo dai capelli bianchi, “forse” stanco, affaticato dalla vita, del non avere al suo fianco l’amata Marion.

Ma si sa che i villain non smettono di perseguitarti finché non trovano quello che vogliono. In questo caso il cattivo d’ordinanza è Mads Mikkelsen, un (ex?) nazista, intento a recuperare il vero oggetto del desiderio, che nella realtà ha poteri sovrannaturali, riesce (riuscirà) a catapultare i protagonisti indietro nel tempo, fianco fianco con la storia, e dove Indiana Jones incontra addirittura Archimede, proiettato nel passato.

Il film lascia correre il ritmo, tante scene d’azione, in moto, a cavallo, tra la metropolitana, in areo, magari troppo lunghe, ambientandole tra Stati Uniti, Tangeri e la Sicilia, a Siracusa (il set vero è stato tra  Marsala e Trapani), che sono però lo specchio per decifrare come il personaggio creato da George Lucas (qui produttore esecutivo, quanto Spielberg) sia ben consapevole dei propri limiti e forze, al contrario dello spirito che lo domina, rimasto invece immutato, e della sua ricerca, scoperta, del proteggere ideali e simbologie, senza farli naturalmente cadere in mani sbagliate e corrotte.

Attraversati dalla musica di John Williams, sembra di rivivere in alcuni momenti dei déjà vu già presenti nel circuito della storia. Non manca infatti una presenza femminile cruciale, Helena, l’attrice Phoebe Waller-Bridge, l’ideatrice e interprete di Fleabag e Killing Eve, figlia di un suo vecchio amico, Basil, professore (a Oxford) e che da lui ha ereditato la medesima passione, di un indomito ragazzino, come lo fu Shorty (l’attore Ke Huy Quan, rinato grazie al recente Oscar per Everything Everywehere All The Once), della ricomparsa di un altro personaggio storico, l’amico e impacciato Sallah (John Rhys-Davies).

L’umanità fa la differenza

C’è però qualcosa che fa in effetti la differenza, l’umanità di Indiana Jones, nell’essere meno eroe e più persona, avvolto da antiche nostalgie e ricordi, al punto da sembrare di voler lasciare ogni cosa, abbandonarsi davvero al suo destino. Il dettaglio finale lascia aperta ogni ipotesi: ci saranno altre avventure per Harrison o qualcuno è pronto a candidarsi a sostituirlo? Nel frattempo il Festival di Cannes lo travolge d’amore e di premi, come la Palma d’Oro alla carriera ricevuta durante la presentazione ufficiale di gala, mentre lui risponde come questo Indiana Jones, defilandosi, dando spiragli o meno ad un futuro (della saga) che non vuole scrivere la parola fine.

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Scritto da: redazione

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