E’ una delle più vendute al mondo, ma il tentativo di ampliare i clienti con una testimonial “arcobaleno” è un fallimento e provoca feroci polemiche
Dylan Mulvaney, influencer transgender, con la birra Bud (da Instagram)
Dici Bud e parli di uno dei marchi di birra più popolari al mondo e forse il più diffuso negli Stati Uniti dove è percepita come la bevanda alcolica dell’uomo della strada. Brand immancabile ad ogni edizione del SuperBowl. L’idea della multinazionale Anheuser-Busch di rifare look e obiettivi di mercato alla notissima lattina è non solo naufragata miseramente, almeno finora. Ma ha anche scatenato la peggiore delle proteste. Tutto è cominciato dall’idea di rendere testimonial di questa birra l’influencer transgendere Dylan Mulvaney, una delle icone della fluidità che è diventata un tema caldissimo in particolare negli ultimi anni.
Video: lo spot che ha fatto inferocire i clienti
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Il crollo in Borsa e le perdite allarmanti
L’operazione di svecchiamento della birra Bud, con l’intento di allargarne la platea di consumatori e catturare fasce più giovani e progressiste di clienti è andata a sbattere contro la memoria storica di cosa quel marchio ha rappresentato finora. La bevanda alcolica che preferita da persone conservatrici, molto restie ai cambiamenti sociali, vicine ad un certo tipo di integralismo religioso catto-protestante e lontanissime da Obama, Biden e i democratici americani. Risultato: disastro. Le vendite non sono incrementate e il titolo è sprofondato in Borsa, con una perdita di quasi 5 miliardi di dollari in qualche mese.
Dylan, al centro della tempesta
La birra del cowboy, dell’operaio degli Stati centrali degli Usa e degli impiegati che non vedono l’ora di rivotare Trump non verrà consegnata facilmente al mondo Lgbtq+. E c’è chi strapperebbe via il volto della transgender Dylan Mulvaney da lattine, spot, manifesti e pubblicità in vari formati. La Mulvaney è un’attrice, comica e influencer molto seguita su TikTok in particolare per aver documentato passo dopo passo sui social la sua transizione. Questa fase della sua vita è a suo dire esplosa durante il periodo della pandemia di Covid-19 ed è stata una reazione all’ambiente conservatori e repressivo della famiglia in cui è cresciuta. Ma tutto questo respinge i consumatori abituali di birra Bud e il rifiuto del prodotto che si è legato a questa testimonial è diventato materia scottante di dibattito politico e mediatico.
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