Un debutto la cui data è già stata scritta nella storia: il 27 aprile 2025 al teatro “Alla Scala” di Milano andrà in scena l’opera “Il nome della rosa”, tratta dall’omonimo romanzo di Umberto Eco. Il teatro meneghino, insieme all’Opéra di Parigi e al Carlo Felice di Genova e con il sostegno della Siae, ha commissionato il lavoro al compositore pisano Francesco Filidei, mentre la regia è stata affidata a Damiano Michieletto. “Questa – ha spiegato alla presentazione il sovrintendente milanese Dominique Meyer – è un’opera importantissima. Non vogliamo solo fare una bella serata ma un evento”. Anzi un doppio evento, visto che dell’opera vengono preparate due versioni, una in italiano e una in francese, come accaduto in passato per grandi composizioni come Don Carlo e Don Carlos di Giuseppe Verdi. Per questo al libretto con Filidei lavorano Stefano Busellato e Pierre Senges oltre ai drammaturghi Hannah Duebingen e Carlo Pernigotti. La direzione sarà di Ingo Metzmacher, maestro di fama internazionale e specialista nel repertorio contemporaneo.
“Il nome della rosa” sarà un’opera: committente il Teatro Alla Scala
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Il film e la serie tv
Il sovrintendente ha spiegato anche che l’idea era coltivata da tempo: “Abbiamo iniziato con il coordinatore artistico André Comploi nell’estate 2020. Questo è un progetto di tre anni fa che arriverà a maturazione nel 2025, oltre il mio mandato”. Proprio con riferimento al direttore artistico, Meyer – che al suo fianco aveva anche il suo omologo genovese Claudio Orazi – ha sottolineato quanto sia importante il ruolo dello stesso Comploi nella realizzazione del progetto. Con questa rappresentazione il capolavoro di Eco, inserito dal quotidiano francese “Le Monde” nell’elenco dei cento libri del secolo, potrà vantare anche il primato di diventare un’opera lirica, aggiungendo questa trasposizione a quella cinematografica – con l’indimenticabile Sean Connery nei panni di Guglielmo da Baskerville – realizzata dal registra francese Jean Jacques Annaud nel 1985 e ad aver ispirato, in anni più recenti, una serie televisiva che ha visto John Turturro nella parte del frate investigatore. “L’impresa è mastodontica”, ha aggiunto Francesco Filidei, il compositore pisano a cui è stato affidato il lavoro che con la Scala non aveva ancora collaborato (nel suo curriculum può annoverare già due opere, “Giordano Bruno” e “Inondation”). Ha parlato di cori importanti e di alternare parti recitate ad arie. E a questo vuole aggiungere una struttura della composizione, per usare una metafora, che ricorda i petali di una rosa.
Anna Achmatova
Ma non è questa la sola nuova commissione della Scala, che ha affidato a Silvia Colasanti un’opera per bambini su Anna Achmatova con il libretto del romanziere Paolo Nori e che nella stagione 2025-26 ha già inserito in programma una nuova opera di Luca Francesconi.
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