Paul McCartney ha dichiarato di aver impiegato l’intelligenza artificiale per contribuire alla creazione di quello che definisce «l’ultimo disco dei Beatles». Parlando al programma Today di BBC Radio 4 ha spiegato che la tecnologia di machine learning è stata utilizzata per «estrarre» la voce di John Lennon da un vecchio demo, in modo da poter completare la canzone. «L’abbiamo appena finita e uscirà quest’anno», ha detto. Macca non ha fatto il nome della canzone, ma tutto lascia pensare che si tratti di una composizione di Lennon del 1978 intitolata Now and then.
La demo lasciata da Lennon
Era già stata presa in considerazione come possibile canzone della reunion dei Beatles nel 1995, quando Paul, George Harrison e Ringo Starr stavano lavorando alla serie Anthology, operazione che portò poi all’uscita dei singoli Free as a bird e Real Love. McCartney aveva ricevuto il demo un anno prima dalla vedova di Lennon, Yoko Ono. Si trattava di una delle numerose canzoni contenute in una cassetta etichettata «For Paul» che Lennon aveva realizzato poco prima della sua tragica morte avvenuta nel 1980.
Una outtake di «Anthology»
Le tracce, registrate al pianoforte trramite un registratore portatile mentre il musicista era seduto al pianoforte nel suo appartamento al Dakota Building, furono rimasterizzate da Jeff Lynne, genio dell’Electric Light Orchestra oltre che amico personale e ultimo produttore di George. La band provò anche a registrare la canzone d’amore Now and then ma la sessione fu rapidamente abbandonata. «La canzone aveva un ritornello ma mancava quasi del tutto di strofe», ha spiegato Lynne. «Abbiamo fatto la traccia di accompagnamento, un lavoro approssimativo che non abbiamo finito».
I dubbi di Harrison
Macca ha poi affermato che Harrison aveva definito la canzone «spazzatura» e si era rifiutato di lavorarci. «Non aveva un buon titolo, aveva bisogno di essere rielaborata, ma aveva una bellissima strofa cantata da John. A George non piaceva. Essendo i Beatles una democrazia, non la facemmo». In più, la registrazione originale presentava un ronzio persistente . Nel 2009, una nuova versione del demo, senza il rumore di fondo, fu pubblicata su un Cd bootleg. McCartney ha più volte parlato del suo desiderio di finire la canzone. Sembra che la tecnologia abbia dato al musicista la possibilità di raggiungere questo obiettivo.
La tecnologia di «Get Back»
La svolta sarebbe avvenuta con il documentario Get Back di Peter Jackson, dove il montatore dei dialoghi Emile de la Rey ha addestrato i computer a riconoscere le voci dei Beatles e a separarle dai rumori di fondo, e persino dai loro stessi strumenti, per creare un audio «pulito». Lo stesso processo ha permesso a McCartney di «duettare» con Lennon nel suo recente tour su I’v got a feeling e di creare nuovi mix surround dell’album Revolver dei Beatles lo scorso anno. E adesso potrebbe regalarci un nuvo inedito dei Beatles. Sorge un dubbio: a Lennon – autore di Now and then – avrebbe fatto piacere un’operazione del genere? È proprio vero: l’intelligenza artificiale si porta dietro interrogativi decisivi per il genere umano.
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