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Cinema

basta con i soliti teen drama!

today14 Luglio 2023 16

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Tratto dall’omonimo libro scritto da Mercedes Ron, È colpa mia arriva sul piccolo schermo trasponendo un teen drama senza troppe novità. L’amore proibito e sofferto al centro di questa pellicola, disponibile su Amazon Prime Video, cerca di rivolgersi alle nuove generazioni, utilizzando un linguaggio estremamente familiare a tutti, e fondendo a una scrittura prevedibile alcune trovate action che cercano di dinamizzare la situazione. Il risultato è un racconto dalle tonalità piccanti e drammatiche in cui l’amore tra due giovani si scontra con alcune dinamiche purtroppo trite e ritrite. Un classico odi et amo che sa di già visto in ogni inquadratura, pronto a impiegare le sue energie per svecchiare un genere, ma senza riuscire a staccarsi dai suoi stereotipi (abbiamo visto la stessa identica cosa con la recensione di Uno splendido disastro).

Niente di nuovo

Diretto da Domingo González, È colpa mia? racconta la storia di Noah (Nicole Wallace), una diciassettenne che viene costretta dalla madre a trasferirsi insieme a lei nella casa del suo ricchissimo marito, William Leister.

L’impatto con questa nuova vita non sarà affatto semplice per la ragazza, poiché non si sente a suo agio né a contato col lusso sfrenato di lui, né con Nick (Gabriel Guevara), il fratellastro dagli atteggiamenti arroganti e dal fascino imperscrutabile. Il rapporto conflittuale tra i due alimenta tutti gli eventi principali della pellicola, disegnando un percorso di interesse combattuto e di fascinazione sofferta. Dietro alla loro facciata adolescenziale, sia Nick che Noah nascondono due lati oscuri. La ragazza si trascina dietro un passato di violenze domestiche, mentre lui sembra essere dipendente dall’adrenalina di una vita dominata dalle corse clandestine e dagli scontri tra bande. In un contesto del genere, in cui il testosterone giovanile si alterna a feste da sogno e denaro a non finire, il rapporto tra i fratellastri si sviluppa in modo sempre più romantico, ispirando un’attrazione reciproca irrefrenabile che deve fare i conti con le ombre di entrambi.

Stereotipi senza fine

Nonostante alcune trovate curiose, È colpa mia? non riesce davvero a stupire fino in fondo. La trama, sebbene rivolta alle nuove generazioni, non innova affatto il genere del teen drama, preferendo un approccio narrativo incentrato sull’utilizzo di stereotipi evidenti. Questo approccio si riflette nella scrittura e nella caratterizzazione dei personaggi (un tratto narrativo simile lo abbiamo trovato anche nella recensione di L’estate negli occhi). I protagonisti principali, Noah e Nick, sono figli di molte altre storie sulla stessa lunghezza d’onda. Lei è la classica ragazza forte che non accetta di cadere nella rete del bello e dannato, ma finisce per farlo completamente, mentre lui è il classico belloccio ricco e scapestrato che ottiene tutto ciò che vuole, oggettificando continuamente tutte le donne che incontra.

Ovviamente, le apparenze ingannano, e l’amore irrequieto e irrefrenabile tra i due li spoglia di tutte le loro difese, conducendoli verso un percorso già visto in molti altri film simili. Un odi et amo di maniera, quindi, ispira il percorso di un racconto d’amore che cerca di ibridare l’attrazione sofferta dell’adolescenza con elementi action del tutto imprevedibili. Si passa così da una storia in stile 3 Metri sopra il cielo a una sorta di Fast and Furious raffazzonato che non trova alcuna giustificazione logica in termini di sceneggiatura. Purtroppo, nemmeno le trovate più spettacolari e sconclusionate riescono a innalzare l’asticella di È colpa mia?, offrendo al nuovo e vecchio pubblico una storia d’amore dal sapore troppo familiare, che non viene aiutata né dalle scelte formali, abbastanza piatte, né dalle interpretazioni degli attori, relativamente dimenticabili.

Tuttavia, si può notare un certo impegno nel voler svecchiare questo genere di film, proponendo occasionalmente trovate sonore contemporanee, anche se ben presto seppellite da una prevedibilità che si sarebbe potuta facilmente arginare osando un po’ di più. Se l’intento è quello di parlare alle nuove leve dell’intrattenimento, una sceneggiatura del genere potrebbe sicuramente risultare interessante, ma bisogna escludere a prescindere tutti coloro che hanno una minima esperienza o cultura cinematografica da un’operazione fin troppo prevedibile nel suo complesso.



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Scritto da: redazione

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