E’ inevitabile che in una società sempre più multietnica, frenetica e tecnologica come quella italiana, il successo del cibo da strada stia crescendo esponenzialmente. Questo fenomeno ha subito un’ulteriore accelerazione da quando si è iniziato chiamarlo street food: è ben nota infatti la passione degli abitanti del Bel Paese per tutto ciò che rimanda alla cultura anglosassone, considerata ‘alla moda’ da una grossa fetta della popolazione, in primis i giovani.
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Una tradizione antichissima
Come è facile capire, si tratta di una predilezione perlopiù ingiustificata, soprattutto in campo gastronomico. Va infatti ricordato che commercianti specializzati nella preparazione e nella vendita di vivande adatte ad essere mangiate all’impiedi, esistevano già nell’Egitto dei faraoni e nella Grecia dei grandi filosofi: giusto una manciata di secoli prima della nascita dell’hot dog. A Roma, in epoca classica, oltre ai carretti ed ai banchetti degli ambulanti, esistevano luoghi di ristoro stabili come i thermopolia, dove i viandanti potevano acquistare vivande pronte al consumo.
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Il tempo e l’incontro tra i popoli fa evolvere il cibo da strada
Naturalmente il passare dei secoli portò ad una progressiva evoluzione di questa tipologia di prodotti, sviluppo al quale contribuì anche la commistione di diverse culture che, se un tempo era in gran parte imputabile a guerre di conquista, oggigiorno è dovuta all’incremento esponenziale dei flussi migratori.
Nuove tendenze: la contaminazione del fusion
Ciò premesso è interessante capire cosa il futuro abbia in serbo per lo street food, soprattutto entro i confini del nostro paese. Una delle principali tendenze è quella di accentuare ulteriormente la contaminazione di tradizioni culinarie alla quale si è appena fatto riferimento, questa volta in modo consapevole e studiato. Una miscela di gusti non più lasciata al caso alla quale è stato affibbiato il nome di fusion. Tra le numerose preparazioni del genere si possono citare, ad esempio, le varie ‘interpretazioni’ del kebab, celebre specialità mediorientale, ispirate al gusto del Bel Paese e realizzate impiegando gli ingredienti più tipici della nostra cucina. Ancora più particolare una prelibatezza molto apprezzata negli ultimi tempi dai viandanti milanesi, che consiste in un singolare mix tra burritos messicani e sushi giapponese.
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Nuove tendenze: l’elaborazione dei classici
Un’ altra tendenza dello street food in Italia consiste nella reinterpretazione dei ‘classici’: operazione spesso intrapresa da chef stellati, tutt’altro che indifferenti al crescente successo commerciale (e alle conseguenti ricadute economiche) di questo particolare settore della gastronomia. Le ricette tradizionali, generalmente caratterizzate da un’estrema semplicità, vengono elaborate, strutturandole e rivisitandole in chiave moderna.
Nuove tendenze: lo street food gourmet
Spesso a questa elaborazione si accompagna anche l’uso di ingredienti di primissima qualità, che in genere consistono nel meglio delle DOP nostrane o in ricercati prodotti esteri. Eccellenze in grado di regalare ai cibi ‘da passeggio’, già per loro natura stuzzicanti, ulteriore sapore e fascino.
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Nuove tendenze: la valanga social e gli influencer
Ed è proprio sul fascino (giustificato o meno che sia), che fanno leva i protagonisti di un’altra tendenza dello street food, ovvero quella degli influencer. Con questo termine (guarda un pò anch’esso anglosassone), si indicano gli ‘ammaliatori’ della rete: coloro che servendosi di indiscutibili capacità comunicative, amplificate a dismisura dalle possibilità (anche in termini di pervasività) offerte dalle piattaforme social, sono in grado in breve tempo di trasformare una specialità o chi la prepara in una vera e propria attrazione mediatica, degna di un’ammirazione da stadio simile a quella riservata fino a poco tempo fa alle sole rock star.
Nuove tendenze: street food e marketing
Ovviamente esistono altri mezzi per rendere di tendenza uno street food, tra questi il marketing, anch’esso potenziato da quanto di meglio hanno da offrire le nuove tecnologie. Ad esempio, ogni giorno si presentano al pubblico nuove confezioni (packaging) che, grazie a forme e colori studiati a tavolino da professionisti esperti, rendono il cibo, se non più saporito, sicuramente più fotogenico.
Nuove tendenze: i festival del fast food
Da quanto detto finora si può facilmente capire che l’ apparire è una costante dello street food moderno: ciò spiega il successo della rete come strumento di trasmissione della sua immagine. Ma si sa, per quanto una foto possa essere appetitosa, non potrà mai coinvolgere sensi che, soprattutto in fatto di cibo, sono imprescindibili, ovvero il gusto e l’olfatto. E’ proprio per questa ragione che negli ultimi tempi stanno ottenendo un crescente successo i festival: fiere specializzate grazie alle quali profumi e sapori hanno modo di trovare forma, deliziando l’olfatto ed il palato dei sempre più numerosi partecipanti.
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Nuove tendenze: i food truck
In queste colorate manifestazioni si ha modo di apprezzare i cosiddetti food trucks: vere e proprie cucine ambulanti, montate all’interno di furgoni superaccessoriati dall’aspetto quantomeno singolare. Fu negli Stati Uniti che questa specifica tipologia di mezzi cominciò ad avere successo, basti pensare che nel 2014 il regista Jon Favreau (già famoso per i film Marvel dedicati ad Iron Man), dedicò loro un piacevolissimo film: Chef.
Nuove tendenze: i menu digitali
E’ probabile che si debba proprio ai gestori dei food trucks l’adozione dei primi menu in formato digitale. Questi menu sono consultabili sia su appositi tablet che sul telefono degli avventori. Oltre ad essere molto accattivanti grazie a presentazioni grafiche studiate ad hoc, sono comodi poiché è possibile aggiornarli in tempo reale, senza la necessità di una ristampa ad ogni modifica.
L’importanza dello street food
Da quanto appena esposto è facile comprendere la centralità del fast food nel variegato mondo della gastronomia, non solo italiana. Un settore in continua crescita, pronto ad acquisire fette di mercato sempre più ampie, come dimostrato dai più recenti dati statistici pubblicati dalla FAO.
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