Per la prima volta, il Comitato delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia ha affermato esplicitamente il diritto dei bambini a un ambiente pulito, sano e sostenibile, fornendo un’interpretazione completa degli obblighi degli Stati membri ai sensi della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia. La Convenzione, creata nel 1989 e ratificata da 196 Stati, delinea i diritti universali dei bambini, come il diritto alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo e il diritto alla salute. Il Commento generale fornisce una guida legale su ciò che questi diritti implicano per un argomento o un’area legislativa specifica.
Il ‘Commento generale n. 26 sui diritti dei bambini e l’ambiente, con particolare attenzione ai cambiamenti climatici’, ora pubblicato, affronta esplicitamente l’emergenza climatica, il crollo della biodiversità e l’inquinamento dilagante, delineando contromisure per proteggere la vita e le prospettive di vita dei bambini.
Il Commento generale n. 26 – spiega Unicef in una nota – specifica che gli Stati sono responsabili non solo della protezione dei diritti dei bambini dai danni immediati, ma anche delle prevedibili violazioni dei loro diritti in futuro, dovute agli atti, o alla mancata azione, degli Stati di oggi. Inoltre, sottolinea che gli Stati possono essere ritenuti responsabili non solo per i danni ambientali che si verificano all’interno dei loro confini, ma anche per gli impatti dannosi dei danni ambientali e dei cambiamenti climatici al di fuori dei loro confini. Particolare attenzione deve essere prestata ai danni sproporzionati subiti dai bambini in situazioni svantaggiate.
I 196 Stati che hanno ratificato la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza sono invitati a intraprendere azioni immediate, comprese: organizzare l’eliminazione graduale di carbone, petrolio e gas naturale e il passaggio a fonti di energia rinnovabili, migliorare la qualità dell’aria e garantire l’accesso all’acqua potabile, trasformare l’agricoltura e la pesca industriali per produrre cibo sano e sostenibile e proteggere la biodiversità.
La guida afferma che il punto di vista dei bambini deve essere preso in considerazione nel processo decisionale in materia di ambiente e sottolinea il ruolo critico dell’educazione ambientale nel preparare i bambini all’azione, alla difesa e alla protezione dai danni ambientali. Il Commento generale n. 26 è il risultato di un impegno globale e intergenerazionale, che comprende un’ampia consultazione con gli Stati membri, le organizzazioni internazionali e regionali, come le entità e gli organismi specializzati delle Nazioni Unite, le istituzioni nazionali per i diritti umani, le organizzazioni della società civile e i bambini stessi.
“I finanziamenti per il clima e le decisioni politiche continuano a trascurare i bisogni dei bambini – dichiara Paloma Escudero, consigliere speciale dell’Unicef per la difesa dei diritti dell’infanzia e l’azione per il clima – Questa situazione deve cambiare. Il Commento generale è un appello urgente affinché i Paesi diano priorità all’azione in tutti gli aspetti dell’infanzia colpiti dai cambiamenti climatici, come il diritto dei bambini all’istruzione, all’acqua potabile e a un ambiente sano. La crisi climatica è una crisi dei diritti dell’infanzia. Ogni governo ha l’obbligo di proteggere i diritti di tutti i bambini in ogni angolo del pianeta, in particolare di quei bambini e quelle bambine che vivono nei Paesi che hanno contribuito meno a questo problema, ma che stanno sopportando le inondazioni più pericolose, la siccità, le tempeste e il caldo”.
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