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L’exploit del Carricante alla ViniMilo 2023

today29 Agosto 2023 32

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I bianchi dell’Etna stanno crescendo, in tutti i sensi. Prima di tutto, sul piano qualitativo. Il Carricante, il vitigno che da disciplinare sta alla base della denominazione, aveva fino a non molto tempo fa una cattiva fama. Vite troppo generosa di uva – il nome deriva proprio dal fatto che la pianta è sempre “carica” di grappoli al momento della vendemmia – un fattore che non era certamente sinonimo di qualità.

Il Carricante, l’uva bianca dell’Etna

E poi caratteristiche visive e organolettiche del vino troppo tenui rispetto ad altri come il profumato Grillo o lo strutturato Chardonnay: un colore pallido (come scrisse Mario Soldati in Vino al vino), profumi tanto delicati da risultare timidi, una acidità al sorso perfino eccessiva. Viceversa, il vino bianco dell’Etna è già ed è destinato ad essere sempre di più un grandissimo vino. Il primo a capirlo, nel 1869, fu Paolo Nicolosi Asmundo, Barone di Villagrande, che per primo avviò una vinificazione separata per le uve bianche e per le rosse. A quel tempo, sull’Etna – come in gran parte d’Italia – era d’uso vinificare l’uva tutta insieme, senza distinzioni di vitigni e colore. Paolo creò di fatto l’antenato dell’attuale Etna Bianco Superiore, nome che – all’interno della denominazione generale Etna Doc creata nel 1968 – si assegna ai bianchi da Carricante prodotti nel circondario di Milo, paese del versante Est del vulcano, caratterizzato da condizioni pedoclimatiche uniche e favorevolissime.

Piazza Belvedere animata dall’evento (Foto V.F.)

Non a caso il disciplinare fu redatto da Carlo Nicolosi Asmundo (discendente di Paolo), docente universitario di enologia e tecniche alimentari all’Università di Catania. Ancora oggi Barone di Villagrande, con le sue vigne ad anfiteatro rivolte verso il mare Ionio, è forse la cantina storica più rappresentativa di Milo, oggi guidata dall’enologo Marco Nicolosi. Così, negli ultimi anni, con il miglioramento delle tecniche agronomiche ed enologiche, i bianchi dell’Ena hanno raggiunto punte di eccellenza. I vini da Carricante esprimono una straordinaria eleganza e un’ottima bevibilità, elementi che li li mettono in sintonia con il gusto contemporaneo. Il colore è giallo paglierino pallido, con riflessi verdolini. Al naso si avvertono delicati profumi di gelsomino, ginestra e zagara, note di mela verde, agrumi, miele e anice che nei prodotti più maturi evolvono verso sensazioni di idrocarburi. Il palato è stimolato da una vibrante acidità agrumata e da una piacevole sapidità tipiche dei suoli vulcanici. Cresce poi la consapevolezza circa la struttura e la longevità del Carricante, elementi che sono la base per realizzare grandi vini. Infine, questi prodotti si prestano all’affinamento in acciaio nelle versioni più fresche e fragranti, ma anche alla maturazione in legno che aggiunge complessità e morbidezza.

L’exploit dell’Etna Bianco

Il successo dell’Etna Bianco si legge anche nei numeri. Nel 2022, secondo i dati del Consorzio, nell’Etna doc sono stati imbottigliati quasi 44mila ettolitri di vino per un totale di 5,8 milioni di bottiglie tra rossi, bianchi, rosati e spumanti, con una crescita del 34,6%. Dietro ai rossi da Nerello Mascalese, vanno segnalate le ottime performance dell’Etna Bianco pari a 14mila ettolitri e all’interno di questo dell’Etna Bianco Superiore, le cui uve provengono esclusivamente dal comune di Milo, che cresce del 67,19% con 746 ettolitri imbottigliati. Proprio nel minuscolo territorio di Milo si contano adesso ben 23 produttori (le cantine storiche erano tre), sempre più intraprendenti. Accanto alle aziende più affermate (Barone di Villagrande, Benanti, I Vigneri di Salvo Foti) meritano un cenno anche quelle le più giovani.

L’apertura delle degustazioni (foto V.F.)

Tra queste, per esempio: le Cantine di Nessuno, guidata da Seby Costanzo che è anche vicepresidente del Consorzio Etna Doc, la Cantina Maugeri, impresa fondata da Renato Maugeri e animata dalle figlie Carla, Michela e Paola, le Tenute di Nuna, scommessa d’amore e di vita della coppia Novella Trantino e Fabio Percolla, Sive Natura, nata dalla conoscenza approfondita del territorio dell’enologo Giuseppe Paolì, le Cantine Iuppa, frutto del sogno dell’ingegnere Angelo Iuppa, e gli Eredi Di Maio che oggi valorizzano le vigne del nonno Alfio. Insomma un movimento in continua crescita, al punto che un gruppo di cantine si è riunito nell’associazione Versante Est proprio per rimarcare la sua specificità rispetto agli altri versanti del vulcano.

La ViniMilo 2023

Da alcuni anni gode di questo successo anche la ViniMilo, una manifestazione storica giunta ormai alla 43^ edizione che si svolgerà dal 28 agosto al 10 settembre a Milo, in provincia di Catania. Fino ad alcuni anni fa la ViniMilo era soprattutto una sagra di paese. Da alcuni anni ormai si è trasformata in una stimolante manifestazione enologica che illustra bene il successo dei vini del territorio. Debutto lunedì 28 agosto, alle 17.30, con la presentazione del progetto “Centro di Qualità permanente”, ispirato alla celebre canzone di Franco Battiato che qui ha vissuto e si è spento, promosso dal Comune per valorizzare le eccellenze agroalimentari dell’area di Milo all’interno del sistema Etna.

E ancora: biodiversità viticola, degustazioni comparate fra doc siciliane, dall’Etna a Menfi, champagne e vini provenienti dai più importanti distretti, verticali e “blind tasting” ossia alla cieca, un progetto per promuovere l’enocicloturismo in Sicilia e, per il grande pubblico, gli amatissimi weekend con l’Isola del Gusto nella piazza Belvedere di Milo con le eccellenze agroalimentari siciliane, prodotti bio e a Km zero, presidi Slow Food, piccoli artigiani custodi di mestieri antichi. Soprattutto, la straordinaria e coinvolgente esperienza dell’Enoteca all’aperto: il grande banco di assaggio con oltre cento etichette dell’Etna e della Sicilia. Tutto questo e molto altro nella edizione numero 43 della manifestazione. Fra le novità di quest’anno, la prima edizione di Grappoli bianchi 2023, un progetto dell’Assessorato regionale all’Agricoltura per la valorizzazione e la promozione delle produzioni tipiche regionali, con particolare riferimento al Carricante, uno dei vitigni più identitari della zona etnea, attraverso convegni tematici, masterclass e mostre mercato. Da segnalare le verticali di varie annate di bianchi dell’Etna guidate dai giornalisti della rivista Verticale, e il convegno dedicato alla biodiversità viticola e ai vitigni gioiello dell’Etna organizzato dal gruppo di ricerca Graspo.

Il futuro dell’Etna Bianco Superiore

“Dai 404 ettolitri del 2019, l’imbottigliamento dell’Etna Bianco Superiore prodotto a Milo è arrivato ai 746 del 2022 (+84%), mentre il numero delle cantine che rivendicano uve doc sono passate in soli cinque anni da 3 a 23. Un vero e proprio exploit di piccoli e grandi produttori – in alcuni casi coraggiose microaziende familiari – che documenta la vivacità e il dinamismo della comunità di Milo – appena mille abitanti – uniti a una considerevole audacia imprenditoriale da valorizzare perché si traduca in opportunità di lavoro e sviluppo per il territorio”, assicura Alfio Cosentino, il sindaco di Milo. Con tante aziende giovani, è ancora troppo presto per capire l’indirizzo che prenderà l’area dell’Etna Bianco Superiore, ma già oggi possiamo dire con certezza che il Carricante sarà un punto di riferimento del successo del mondo vitivinicolo italiano. Info e programma su www.vinimilo.it

Uno scorcio delle tenute Barone di Villagrande (foto V.F.)





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Scritto da: redazione

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