C’è chi ama tracciare un percorso diverso dalla maggioranza e andare controcorrente. E può permettersi di farlo. E’ il caso di Florian Weber e Michel Plecard che gestiscono una serie di locali e ristoranti dove oltre ad un’ottima paga minima (mai inferiore ai nostri 4mila euro) è stato studiato un sistema di bonus per i dipendenti, a cominciare da cuochi e camerieri, che spinge tutti a dare il massimo per il piacere di vederselo riconosciuto in busta paga. Il meccanismo è semplice e trasparente.
Un bonus sul totale degli incassi mensili
Plecard e Weber gestiscono diversi ristoranti nella zona di Zurigo, lago incluso. Siamo in Svizzera quindi e si potrà facilmente obiettare che lì il tenore di vita e di conseguenza gli stipendi sono molto più alti che da noi. Ma questo non esaurisce la questione. Perché lo stipendio più basso pagato dai due imprenditori della ristorazione sfiora comunque i 3800 euro netti e perché con l’istituzione di un bonus pari all’8% del totale degli incassi mensili, come i due hanno spiegato ai media del loro Paese, “i dipendenti lavorano davvero come se ogni locale fosse anche loro, non solo nostro”. Risultato: “Ormai il nostro staff arriva a guadagnare con regolarità fra gli 8 e i 12mila franchi al mese“. Il bonus record riconosciuto in busta paga ha sfiorato i nostri 17mila euro. In un mese. A persona. Interessante riflettere su questo modello di impresa legata alla ristorazione, perché pur trovandosi nella ricca e agiata Svizzera, Weber e Plecard avevano pure loro difficoltà a trovare personale, come lamentano qui in Italia moltissimi ristoratori.
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La soluzione perfetta. Lo è del tutto?
Coinvolgere di più il personale nelle scelte di impresa e nel buon funzionamento della stessa, erogando in cambio generosi bonus. E’ la soluzione perfetta escogitata dai due ristoratori svizzeri. E nessuno dei premiati (che poi sono tutti i lavoratori del loro locali) se ne lamenta. Resta un dubbio sollevato da alcune associazioni sindacali: se basti lavorare al meglio delle proprie possibilità o se oltre ai bonus, si tenda a trasferire il rischio di impresa e i suoi effetti anche sul personale. Ma nel frattempo, la soddisfazione è grande. In un clima di lavoro che pare molto lontano da quello tutto fatica e fuga dei sottopagati che sta segnando la ristorazione italiana.
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