“Provo un dispiacere grandissimo, ci conoscevamo bene da quando ero ragazzina, si frequentavano con mio padre Alvaro: era una persona davvero rara, di grande equilibrio politico e raffinatezza culturale. Veramente una persona eccellente L’ho sempre stimato tantissimo e gli ho voluto davvero bene”. Simona Marchini lo sottolinea, intervistata dalla Adnkronos subito dopo la notizia della scomparsa di Giorgio Napolitano.
Confida la regista e attrice: “Organizzai un galà di danza con Roberto Bolle e invitai lui e la moglie: lei mi disse che sarebbe venuta ma con la nipote e volle comprarsi i biglietti nonostante il mio invito, questo per far capire come erano fatti… Ero dietro le quinte e mi chiamano di corsa dicendomi che invece era arrivato proprio il Presidente con la moglie. Nell’intervallo venne a salutare tutti gli artisti, ma Bolle non era pronto a scendere dal suo camerino da una scaletta a chiocciola. Provai tanto imbarazzo per questa situazione, specie quando mi dissero che Bolle poi era pronto ma non scendeva comunque: furono loro, Napolitano e la consorte, a farsi la scala a chiocciola per salutarlo, gentilissimi rispetto a quella che giudicai come un gesto di maleducata vanità da parte di Bolle. Mi sarei sotterrata… Una storia, finora inedita, che proprio oggi merita di essere raccontata”.
L’ultimo incontro diretto di Simona Marchini con il presidente Giorgio Napolitano e la moglie “è stato un po’ di tempo fa, a colazione in un locale di piazza del Popolo a Roma, una domenica: ci siamo salutati e abbracciati con grande affetto e lui aveva conservato quel garbo che lo ha sempre contraddistinto. Avrei voluto andarlo a trovare negli ultimi tempi, ma la nipote mi spiegava che non stava più tanto bene e forse non era il caso: non sono un tipo invadente e non ho insistito, ma mi è mancata molto, da quel giorno, la dimensione meravigliosa di un incontro diretto con lui, che mi riportava al tempo e al mondo dei suoi incontri con mio padre, in casa mia. Che nostalgia!”.
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