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Tecnologia

Recensione DJI Mini 4 Pro: un ottimo drone, difficile tornare indietro

today5 Ottobre 2023 12

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Dopo il grande successo del DJI Mini 3 Pro c’era un’altissima aspettativa verso il suo successore da 249 grammi, ma nel contempo non mancava nemmeno la sensazione che sarebbe stato realmente difficile ricreare l’effetto “wow” del suo predecessore. In qualche modo DJI è riuscita a mantenere il peso invariato, migliorando nel contempo sia specifiche che funzioni e rendendolo di fatto attraente anche a chi possiede il Mini 3 Pro. Come ha fatto?

La questione è molto semplice: con DJI Mini 4 Pro sono stati eliminati i principali difetti, ma forse sarebbe meglio dire che sono state introdotte migliorie che ad oggi avevamo visto solo in modelli di categoria superiore. Se a prima vista potrebbe sembrare molto simile al drone di precedente generazione, è sotto la scocca che il Mini 4 Pro riserva le più grandi sorprese, tanto da elevarlo da mezzo per l’utilizzo ludico/amatoriale a qualcosa di superiore, seppur con alcuni limiti, sia chiaro. Ora vi spiego tutto.

INDICE

ASPETTO E MODIFICHE AL DESIGN

Non cambia molto nella forma, anche se le piccole modifiche estetiche non sono per nulla casuali o frutto del vezzo di un ingegnere, poiché sono strettamente legate ad aspetti funzionali. Scopriamo così che la parte frontale del drone evidenzia una maggior ampiezza dei due sensori anteriori, essenziali per consentire il rilevamento omnidirezionale degli ostacoli, e che di fatto cambiano un po’ l’estetica generale. Possiamo notare come le due luci, che su Mini 3 Pro erano posizionate sui bracci anteriori, ora sono state spostate posteriormente. Ma c’è una modifica ancora più importante, ossia l’introduzione di una luce ausiliaria posizionata inferiormente, per coadiuvare il suo utilizzo con scarsa luce e perfetta per l’inedita Modalità Notte. Migliora anche il raffreddamento del drone, grazie a delle prese d’aria rinforzate nelle dimensioni e poste inferiormente sulla scocca.

Sono stati anche modificati i bracci anteriori, che stavolta integrano due elementi verticali pensati per poggiare direttamente sul terreno in fase di partenza o atterraggio. In linea teorica dovrebbero aiutare le due manovre su manti erbosi non tagliati, ma di fatto è una modifica puramente estetica e l’altezza da terra varia davvero di poco rispetto a Mini 3 Pro.


Stavolta il controller offerto è lo stesso di Air 3, ossia la nuova versione DJI-RC N2 senza display, o la DJI-RC2 con display integrato. Anche qui vale un discorso simile a quanto fatto poco sopra con il drone, ossia che a parta qualche differenza estetica non cambia molto nell’uso quotidiano.

Le dimensioni sono le stesse, il display è ancora una volta da 5,5 pollici e la luminosità massima raggiunge i 700 nits. Stavolta la scocca dell’unità è in un grigio più scuro, ci sono le due antenne esterne che danno quasi un tocco retrò al tutto, ma poi a conti fatti il feeling è lo stesso della prima versione. Si sarebbe potuta migliorare la luminosità del display sotto il sole, ma non è stato fatto, pertanto ci troveremo spesso nella condizione di cercare zone d’ombra per vedere meglio le indicazioni dell’hub.

SPECIFICHE TECNICHE

  • Fotocamera: EFL ƒ/1.7 con sensore da 1/1,3 pollici
  • Dimensioni immagine fissa: 8064 x 6048
  • ISO: 100-6400 (o 100-1600 in modalità ad alta gamma dinamica), 100-12800 modalità notturna
  • Foto: scatto singolo 12 o 48 MP. Scatto a raffica:12 MP, 3/5/7 fotogrammi.48 MP, 3 fotogrammi. Formato JPEG/DNG (RAW)
  • Video: 4K Modalità normale a 60 fps, modalità Slow-Mo a 100 fps
  • Frequenza fotogrammi massima: 200 fps a 1080P / 100 fps a 4K
  • Formato video: MP4 (MPEG-4 AVC/H.264, HEVC/H.265)
  • Bit-rate max video: H.264/H.265: 150 Mb/s
  • Modalità colore: 8 bit o 10 bit 4:2:0 (HLG / D-Log M)
  • Velocità massima: 16 m/s (57.6 km/h)
  • Batteria: 2.590 mAh
  • Tempo di volo: 34 minuti massimi
  • Sensori: sistema di visione binoculare omnidirezionale, con un sensore 3D a infrarossi nella parte inferiore
  • Peso: 249 g con batteria e scheda di memoria
  • Dimensioni: 148 x 94 x 64 mm (piegato)

MINI 4 PRO IN VOLO

Le sue capacità restano pressoché invariate, assieme ai tempi di volo che sono molto simili a quelli del precedente modello, con un limite teorico di 34 minuti che si traduce in circa 20-25 minuti di volo reale prima che si attivi il ritorno a casa automatico (al di sotto del 20% di carica residua). Questo valore è fortemente influenzato dal tipo di uso che se ne fa, ad esempio calerà drasticamente fino a dimezzarsi nel caso in cui dovesse utilizzarlo modalità Sport, o migliorerà parzialmente se manterremo il drone in volo stazionario. In ogni caso, si tratta di un parametro molto buono e che permette di realizzare qualche buon Hyperlapse di 10 – 15 secondi massimi. Ci sarebbe la possibilità di utilizzare la nuova Batteria Intelligente Plus, capace di garantire fino a 45 minuti di volo, ma nei nostri mercati si supererebbero i 250 grammi di peso e pertanto non ne è consentito l’uso. La batteria in dotazione da 2.590 mAh è leggermente superiore a quella di Mini 3 Pro (2.453 mAh), ma a livello prativo le differenze sono davvero minime.

Rimangono invariate le ottime capacità di resistenza al vento e di stabilità generale, incredibili per un modello così leggero. In effetti, come vedrete nel video, ho avuto modo di provarlo con vento da moderato a forte quasi ogni singolo giorno, con le raffiche tipiche della Bora triestina in questo periodo. Nonostante Mini 4 Pro pesi solamente 249 grammi, riesce ad affrontare condizioni proibitive con grande sicurezza, restituendo filmati nitidi e stabili.

E per quanto riguarda la modalità Sport sopra citata, è ottima per divertirsi e spingere il drone alla stregua di un modello FPV, ma attenzione agli ostacoli! I sensori saranno disabilitati in questa modalità. Per ripristinarne il funzionamento dovremo volare in modalità Normale o Cinema, dove nell’ultima il nostro Mini 4 si muoverà in maniera più lenta e morbida. Naturalmente, per quelli più pro resta la possibilità di modificare manualmente qualsiasi parametro dall’app DJI Fly o dal controller DJI RC-2. Migliora anche il sistema di trasmissione, che passa dal precedente O3 al nuovo O4 impiegato anche da DJI Air 3. I limiti di legislazione nel nostro mercato non permettono di goderne appieno, ad esempio dei 20 km massimi di distanza raggiungibili, tuttavia è possibile notare un miglioramento della stabilità del segnale e un minor numero di interferenze.


Migliora anche il Ritorno a Casa automatico, ora più avanzato e dotato della capacità di evitare gli ostacoli durante il tragitto. Inoltre a livello di grafica a schermo, c’è l’introduzione di diversi elementi in realtà aumentata che facilitano l’identificazione del punto di partenza, o ci mostrano il tragitto che il drone percorrerà durante l’RTH. DJI Mini 4 Pro introduce anche una modalità Cruise Control, che permette di mantenere il drone in volo durante una manovra bloccando gli stick, perfetta per eseguire manovre a spirale o qualsivoglia sequenza.

Per chi vuole un drone pronto a realizzare video di grande impatto con facilità, Mini 4 Pro è sicuramente la scelta giusta. Al pari di Mini 3 Pro troviamo le modalità Quickshots e Mastershots, sulle quali non mi voglio dilungare perché non sono delle vere e proprie novità, ma che in concomitanza con la modalità Trasferimento Rapido consentono di avere in pochi secondi i filmati sul nostro smartphone, pronti per la condivisione sui social.

ACTIVE TRACK 360° E RILEVAMENTO OMNIDIREZIONALE OSTACOLI

Il vero plus di questo modello è rappresentato dal connubio del rilevamento ostacoli omnidirezionale e dell’Active Track 360°, che consentono finalmente un utilizzo in condizioni difficili senza l’ansia di schiantare il drone. Per esperienza personale, posso dire che con Mini 3 Pro non mi sono mai goduto pienamente la funzionalità Active Track, proprio perché la massima tranquillità la si poteva avere solamente in zone senza vegetazione oppure ad altezze sicure e senza impedimenti ai lati, dove il drone è sostanzialmente cieco. Volare in mezzo alla vegetazione consentiva di evitare con sicurezza gli impedimenti presenti anteriormente, posteriormente e inferiormente, pertanto non c’era mai quel senso di sicurezza tale da rendere la caratteristica fruibile. Insomma, dopo averla provata un po’ di volte sull’onda dell’entusiasmo iniziale, l’ho etichettata come una delle cose da migliorare. Com’è l’esperienza con il nuovo modello?

Con Mini 4 Pro possiamo muoverci agilmente tra la vegetazione, anche se piuttosto fitta, poiché superata la paura iniziale ci si accorge di quanto sia preciso nel rilevare anche il fogliame più fine, quello che spesso dal modello precedente non veniva identificato come un rischio. Per chi opera in completa autonomia è un vantaggio importante e sblocca la strada a riprese creative prima “quasi” impossibili da realizzare.

È infallibile? Assolutamente no, infatti, in alcuni casi non rileva correttamente ciò che ha davanti e non è raro colpire qualche piccolo rametto, pertanto sempre massima attenzione e se proprio dovete rischiare fatelo a basse altitudini e sopra terreni morbidi. In ogni caso, quando l’area è troppo buia e il sistema non è in grado di far procedere il drone con sicurezza, l’Active Track si disabiliterà, un alert a schermo ci informerà che il drone non può procedere e dovremo passare ai controlli manuali.

FOTO E VIDEO

La qualità delle immagini e dei video prodotti resta molto alta e simile a quella del Mini 3 Pro, proprio perché il sensore da 1/1,3 pollici con pixel da 2,4 μm è il medesimo per tutti e due i modelli. Grazie ad esso possiamo ottenere scatti a 12 MP in condizioni di scarsa illuminazione grazie all’f 1.7 e foto ad alta risoluzione fino a 48 MP. Come detto in fase di recensione, gli stessi filtri ND originali funzionano si adattano a entrambi i modelli, inoltre è disponibile una lente grandangolare per estendere il campo visivo.

Si ottengono ottimi risultati anche in notturna, complice un valore di apertura del diaframma f1.7, che semplifica la cattura di scatti in condizione di scarsa luce. Ecco alcune fotografie realizzate con DJI Mini 4 Pro.

Anche per quanto riguarda i video siamo ai medesimi livelli, e senza utilizzare le nuove modalità che vi spiegherò a breve, possiamo raggiungere i 4k a 60 fps. Nessuna miglioria per quanto riguarda lo zoom digitale a 2X, pertanto chi necessitasse di una versione ottica per alcune tipologie di produzioni dovrà ancora rivolgersi ai modelli superiori. In ogni caso funziona bene e non produce immagini sgranate, consentendo anche di dilettarsi con alcuni Dolly Zoom di grande effetto.

Ma le migliorie sono soprattutto di natura software, è stata infatti inserita l’ottima modalità Notturna, grazie alla quale diminuisce drasticamente il rumore durante le riprese con scarsa illuminazione, migliorando di fatto i risultati che si potevano ottenere con Mini 3 Pro. Resta invariata la capacità di roteare la cam in verticale, ottenendo così filmati pronti per la condivisione su TikTok o come Reels Instagram, funzione essenziale per gli influencer e per i social-addicted.

La capacità di realizzare filmati in 4k a 100 fps o 1080p a 200 fps (ma in questi due casi solo con codifica H.265) grazie alla nuova modalità Slow Motion è una delle altre caratteristiche che più ho apprezzato, poiché permette finalmente di ottenere delle sequenze cinematografiche senza lesinare sulla risoluzione, uno dei punti deboli del precedente modello a mio modo di vedere. C’è poi la grande introduzione del codec D-Log M e del profilo HLG, ai quali voglio dedicare un piccolo capitolo a parte

D-LOG M: LA SVOLTA PROFESSIONALE

Come ho detto inizialmente, ci sono alcune specifiche che spingono più in alto la valutazione, soprattutto se guardiamo al DJI Mini 4 Pro per un uso professionale. La più importante è sicuramente la capacità di sfruttare il codec D-Log M per la registrazione video, che porta finalmente un profilo colore a 10-bit anche nel piccolo di casa DJI.

L’utente che vorrà farne un uso basico, ad esempio per i filmati delle vacanze o qualche reel da postare sui social, non la troverà così interessante e magari potrà accontentarsi del Mini 3 Pro, ma per chi utilizza uno o più droni DJI per professione e più specificatamente nell’ambito della produzione video, avere a disposizione tutti i filmati con la stessa opzione a 10 bit è una manna dal cielo. Non solo per il miglioramento della qualità ma perché sarà più semplice utilizzare fonti diverse con profili flat, anche tra mirrorless e droni più avanzati come il Mavic 3, che potranno essere montati con maggior coerenza all’interno di un editor video.

C’è poi una via intermedia che coloro che non amano la color correction e si chiama profilo HLG a 8 bit. Lo troviamo in molte cam e soluzioni fotografiche, e sostanzialmente è un formato HDR in grado di far risaltare i colori anche nelle aree più scure, producendo dei filmati vivaci e pronti alla condivisione.

Sempre per restare tra le funzioni che i professionisti apprezzeranno di più, vale la pena menzionare l’aggiunta del doppio ISO nativo, che sebbene in pochi apprezzeranno, può aiutare a ridurre ulteriormente il rumore nelle foto a pari ISO. Risultato? Scatti ancora più definiti, ma differenze visibili solo ad un occhio particolarmente attento e allenato.

CONCLUSIONI

Arriviamo alla fine di questa recensione tirando le somme. Contro ogni aspettativa, devo dire che DJI ha fatto un ottimo lavoro con Mini 4 Pro. Pur mantenendolo al di sotto dei 250 grammi, è riuscita a migliorarlo con alcune chicche funzionali che solamente fino a un paio di anni fa avremmo considerato “impensabili” per un modello di questa categoria.

Resta un po’ di amaro in bocca se pensiamo che solo alcune delle novità sono strettamente legate all’hardware, poiché di fatto buona parte delle migliorie sono di natura software e forse un aggiornamento avrebbe permesso di goderne anche su Mini 3 Pro.

Vale la pena passare al modello nuovo? Decisamente si se il nostro scopo è utilizzarlo per piccole produzioni video a scopo professionale, poiché il gap con i modelli superiori diminuisce drasticamente grazie al D-Log M. Per fini hobbystici, invece, il Mini 3 Pro è ancora un ottimo drone sotto tutti i punti di vista, tuttavia se la presenza di un rilevamento ostacoli omnidirezionale ci dà maggior tranquillità, allora sapete già cosa dovete fare.

I prezzi partono da 799 euro per la versione base con controller DJI RC-N2, fino ad arrivare a 1.129 per la Fly More Combo, la più indicata per volare senza pensieri grazie alle 3 batterie e al gran numero di accessori inclusi.

VIDEO



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Scritto da: redazione

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