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06 Ott
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Radio FM Faleria – Ascolta
È passata esattamente una settimana da quando Google ha presentato al mondo i nuovi Google Pixel 8 e Pixel 8 Pro, due smartphone attesissimi e chiamati a migliorare i Pixel 7 e Pixel 7 Pro, prodotti lanciati con alcuni problemi di gioventù ma che si sono guadagnati nel tempo una discreta fetta di mercato grazie a dei prezzi decisamente concorrenziali, un software aggiornatissimo ed un hardware tutto sommato buono.
In questi giorni di utilizzo mi sono concentrato più sul Google Pixel 8 Pro; il modello di punta e quindi quello chiamato a migliorarsi maggiormente, complice la concorrenza sempre più agguerrita nella fascia top del mercato smartphone. Se però siete curiosi di sapere la nostra riguardo al Pixel 8 base restate connessi, perché ne parleremo comunque a giorni dopo aver completato i nostri test sull’autonomia!
Come era lecito aspettarsi Pixel 8 e Pixel 8 Pro non hanno stravolto il concetto di smartphone che Google sta portando avanti da due generazioni ad oggi, con Pixel 6 prima e Pixel 7 poi. Gli ultimi smartphone di Big G sono piuttosto un perfezionamento di quel processo, e lo si nota da un design simile ma più armonico, dai materiali migliorati, dal display più luminoso e senza bordi curvi, dal Tensor G3, dall’autonomia ottima e dalle fotocamere migliorate a 360 gradi.
Ma non solo, perchè Pixel 8 e Pixel 8 Pro sono anche i primi due smartphone Android che supporteranno 7 (sette!!) anni di aggiornamenti tra patch di sicurezza, major update e feature drop dei pixel. Abbiamo già analizzato in un articolo dedicato il perché questa sia una ottima cosa da ogni punto di vista, ma credo fondamentale sia il messaggio dietro a ciò: siamo arrivati ad un punto di stallo per quanto riguarda l’innovazione hardware e rincorrere i 50 GB di RAM, i super benchmark e via dicendo non ha senso. Il vero elemento determinante e in grado di dare valore aggiunto ad un prodotto, sarà piuttosto la possibilità di avere innovazioni software e funzioni esclusive basate sul Cloud da qui ai prossimi sette anni, così da sopperire ad eventuali mancanze hardware e da evitare l’invecchiamento precoce di un prodotto.
Non perdiamo quindi troppo tempo e gettiamoci in questa recensione completa, non prima però di dirvi che torneremo su questi Pixel 8 ed 8 Pro a dicembre/gennaio, quando il software sarà ancor più stabile e saranno rilasciate tutte quelle funzioni, come il Video Boost, che purtroppo non abbiamo avuto modo di provare, in quanto non ancora disponibili.
INDICE
QUALIT COSTRUTTIVA E DESIGN
Appena tirato fuori dalla confezione di vendita balza all’occhio quanto Pixel 8 Pro sia migliorato dalla precedente generazione, grazie soprattuto al nuovo trattamento opaco del vetro posteriore. Noi abbiamo avuto modo di provare la nuova colorazione azzurrina, interessante differenziante rispetto ai colori che siamo soliti osservare su smartphone; quella che ci ha colpito di più è però la Grigio Creta, un argento porcellanato elegante e che non stanca mai. Le nuove forme meno squadrate e più tondeggianti aumentano e non di poco la piacevolezza d’uso, con un grip che rimane saldo grazie al frame che resta in alluminio ed è, purtroppo, sempre lucido.
Sottolineo il purtroppo perché in redazione tutti ci siamo chiesti come mai Google non abbia utilizzato un frame opaco anche per il modello non Pro; secondo tutti noi risulterebbe molto più gradevole alla vista ed al tatto. E viceversa ci siamo chiesti perché tenere Pixel 8 su un vetro lucido posteriore, rischiando, alla fine, di rendere scontenti i possessori di entrambi che, come noi avrebbero preferito un trattamento interamente opaco. Il frame e la camera bar lucida di 8 Pro sono facilmente soggetti a graffi, e un occhio attento potrà notare che sul nostro modello in prova già se ne intravede qualcuno, seppur spesso utilizzato con cover.
Scelte estetiche e ovviamente soggettive a parte, Pixel 8 Pro è un pochino più leggero e compatto della precedente generazione, oltre a portare alcune ottimizzazioni estetiche come l’oblò unico delle fotocamere e le curve più dolci. I 162 mm di altezza ed i 212 gr di peso non lo rendono uno smartphone compatto e facile da utilizzare con una mano, ma avendo avuto modo di provarlo vicino ad un iPhone 15 Pro Max ci si rende conto che, seppur di poco, questo Pixel resta più piacevole nell’uso quotidiano ed in movimento. Rimane ovviamente anche la certificazione IP68.
Lungo tutto il frame non si notano differenze dal precedente 7 Pro, tutto rimane al suo posto, compreso il carrellino mono sim e la USC Type-C 3.2 ma senza uscita video (e tra l’altro il cavo usb in confezione di vendita è un 2.0).
DISPLAY, SBLOCCO CON IL VOLTO E IMPRONTA
Per sbloccare Pixel 8 Pro abbiamo il solito sensore di impronte posto sotto al display che in questi giorni d’uso non mi ha dato la minima noia. So che molti di voi si sono lamentati in passato di questo tipo di sensore ma personalmente non ho mai avuto problematiche, nemmeno sul più economico Pixel 6A che utilizzo tutt’oggi e che ho protetto con un vetro temperato molto spesso. Attenzione però, quest’anno ad accompagnare lo sblocco con l’impronta digitale ritroviamo lo sblocco con il volto che, tra l’altro si arricchisce di un nuovo livello di sicurezza che lo pone quasi alla pari del FaceID di Apple.
Pixel 7 e 7 Pro avevano uno sblocco con il volto di Classe 1, non sufficiente l’uso come autenticazione in app di terze parti, mentre Pixel 8 e 8 Pro hanno uno sblocco di Classe 3, in grado di offrire il giusto livello di sicurezza anche per applicazioni bancarie e pagamenti. L’accoppiata Tensor G3 + Titan M2, infatti, permette di immagazzinare informazioni 3D del nostro volto (in fase di configurazione dovremo effettuare dei movimenti stile FaceID di iPhone) e tenerle protette, in modo da raggiungere il massimo livello di sicurezza senza un sensore LiDar a supporto. Abbiamo provato ad ingannare lo sblocco utilizzando alcuni accessori, come degli occhiali da sole, ma ci è stato notificato di toglierli per poter continuare. Il limite rimangono le situazioni di scarsa illuminazione ambientale poiché le informazioni vengono raccolte comunque dalla semplice selfie cam che, in situazioni di luminosità critica, farà fatica a rilevarci.
Ed una volta sbloccato il Pixel 8 Pro ecco che ci troviamo davanti ad un display nettamente migliorato e rinnovato. Addio bordi curvi, scomodi sia da utilizzare che durante la visualizzazione di contenuti multimediali, benvenuti bordi piatti che tra l’altro favoriscono anche l’eventuale applicazione di vetri a protezione anziché le solite pellicole morbide che degradano di molto la qualità di visualizzazione (se economiche). Le cornici sono ridotte di molto attorno al display seppur non siamo ai livelli di un iPhone 15 Pro. Benissimo il refresh rate che finalmente raggiunge quell’1-120Hz dinamico senza intoppi e ci permette quindi di sfruttare un eventuale Always On Display senza timori. L’HDR10+ è supportato benissimo e lo troviamo anche all’interno di applicazioni quali Netflix, assieme all’HEVC.
Seppur sulla risoluzione sembra si sia fatto un passo indietro, essendo ora di 1344 × 2992, non abbiate paura perché non si notano differenze e anzi vi dirò di più, è anche possibile diminuirla per risparmiare ancor più batteria senza avere praticamente rinunce evidenti. Ciò che risparmiamo in risoluzione possiamo poi eventualmente investirlo in luminosità, grazie ai 2400 nits di picco che ora è in grado di raggiungere il pannello! In questi giorni ho viaggiato molto tra Roma e Milano ed usando spesso il telefono in esterna ho potuto apprezzare come, rispetto alla precedente generazione, il risparmio energetico con conseguente abbassamento di luminosità è pressoché scongiurato! Il display risulta essere sempre brillante e con colori convincenti anche sotto la luce diretta del sole, cosa che abbiamo apprezzato molto anche durante la registrazione di video in 4K, situazione sempre ardua e che mette a dura prova le temperature dei dispositivi.
SOFTWARE E AGGIORNAMENTI
Ed eccoci arrivati allo spinoso capitolo del software che ruota per forza di cose attorno alla nuova politica di aggiornamenti, con una durata di ben sette anni tra patch di sicurezza, major update e feature drop. Fino ad oggi soltanto Samsung si avvicinava ad iPhone grazie ai suoi 4 major e 5 anni di patch di sicurezza, una politica che paradossalmente risultava essere migliore rispetto a quella di Google stessa. Non vi tedio troppo con la ragione per cui avere questo supporto longevo sia un’ottima notizia, poiché ne abbiamo già ampiamente discusso in un articolo dedicato.
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06 Ott
Stiamo parlando di top di gamma e, tenuta a mente la poca evoluzione che c’è stata negli ultimi tempi, non mi risulta impossibile credere che un Pixel 8 Pro tra quattro anni sia ancora un buono smartphone, migliore di tanti futuri device di fascia bassa. In un mondo che va sempre più verso una impronta green avere la possibilità di “riciclare” uno smartphone a qualche amico o parente, con magari ancora metà ciclo di supporto software davanti, non è assolutamente un qualcosa da demonizzare, anzi! Prendete un iPhone XS e un Redmi Note 12 e vi accorgerete di quanto un iPhone XS sia una scelta infinitamente migliore, tanto per fare un esempio.
Insomma, dobbiamo levarci dalla testa l’idea che uno smartphone vada cambiato ogni anno e questo ce lo suggerisce anche Google con la filosofia software che sta seguendo, basata sempre più sul Cloud e sull’AI. Tante delle nuove funzioni come il Magic Editor, il futuro Video Boost e la creazione di sfondi AI sono tutte soluzioni che sfruttano l’hardware del Pixel soltanto come ponte per arrivare al Cloud.
Certo ciò significa anche che sempre più spesso ci troveremo di fronte a differenze tra un modello e l’altro basate soltanto su “limiti” software imposti volutamente dalle aziende, come abbiamo ad esempio osservato con i RAW non disponibili su iPhone 15 base o sul Video Boost che nel caso dei Pixel non sarà disponibile su Pixel 8 base, seppur l’hardware a supporto sia praticamente lo stesso. La soluzione ideale in questo caso reputiamo che sia quella di rendere alcune funzioni esclusive in via temporale per poi, dopo tre-sei mesi, vederle rilasciate anche per gli altri smartphone, così da evitare malcontenti generali tra l’utenza.
Non perdiamoci però in chiacchiere e concentriamoci su alcune delle nuove feature integrate: abbiamo provato ad esempio il Magic Editor che ci permette di spostare persone all’interno delle foto ed il risultato è buono, con il software che ci suggerisce i tre/quattro risultati più veritieri. Rimane una funzione in beta e lo si nota da dettagli non di poco conto come le ombre che spesso non vengono spostate assieme al soggetto, come potete osservare dall’esempio qui sotto.
Molto più curata e ben fatta la possibilità di cambiare le espressioni del volto in foto singole o di gruppo, così da non dover fare difficili scelte nella selezione dello scatto migliore. Oltre alla già famosa gomma magica, che permette di rimuovere ad esempio persone indesiderate dalla sfondo delle nostre foto, arriva anche la gomma magica audio che riconosce nei video in modo automatico voci, vento, rumori ambientali o di fondo e ci fa decidere in modo autonomo quale fonte andare ad eliminare o diminuire.
Video Boost con anche i conseguenti Video Notturni sembrano una gran figata, se mi passate l’espressione, ma senza aver modo di provarli non ci sentiamo in grado di dare un giudizio. Seppur comunque tutte queste feature siano non rivoluzionarie, fa sicuramente piacere avere un ventaglio di possibilità così ampio ed un campo di applicazione dell’AI effettivamente evidente.
La novità più grande rimane comunque Android 14 che senza stravolgere la grafica apporta varie migliorie e ottimizzazioni fondamentali per i Tensor. Non solo infatti questo Pixel 8, ma anche Pixel 6 e 7 ne hanno giovato con passi in avanti che coinvolgono le temperature di SOC/batteria e regalano prestazioni migliorate.
SCHEDA TECNICA
PRESTAZIONI E FUNZIONALIT
Arriviamo finalmente a parlare dell’aspetto forse più dibattuto in questi giorni e atteso con apprensione da molti: Il Tensor G3 e il rischio temperature alte con “drain” della batteria. Leviamoci subito il dente perché vi dico che in questi giorni di prova mi sono trovato e mi sto ancora trovando benissimo, le temperature batteria non sono mai salite oltre i 42°C, la scocca al più è diventata tiepida (perfettamente in linea con gli altri top di gamma) e le prestazioni sono assolutamente in linea con gli altri top, gaming incluso.
Non voglio andare per forza controcorrente ma, personalmente, ho sempre reputato i benchmark utili fino ad un certo punto. Prendete questo Pixel 8 Pro tra le mani senza sapere che SoC c’è all’interno, iniziate ad utilizzarlo e non riuscirete a capire se a bordo c’è uno Snap 8 Gen 2, un Dimensity 9200+ o un A17 Pro, ne sono sicuro. Utilizzare Pixel 8 Pro e Pixel 8 per le operazioni più comuni come Instagram, mail, navigazione, video YouTube e simili, porta ad una piacevolezza d’uso pari a quella di tutti i top di gamma. Per la prima volta dai tempi di Pixel 6 e del primo Tensor possiamo dire addio a micro lag, impuntamenti e temperature anomale elevate sin dal day one, un risultato incredibile se pensiamo che tutto sommato il Tensor G3 non stravolge nulla rispetto al precedente modello e rimane pur sempre prodotto da Samsung.
Una critica c’è da fare sulle memorie poiché Google ancora una volta ha deciso di inserire delle UFS 3.1 che fanno storcere il naso, soprattutto se uniamo ciò al fatto che anche questa generazione parte da 128GB e non 256GB. Bene le RAM che invece sono LPDDR5x 16 bit quad-channel e sia le UFS che le RAM utilizzate sono prodotte da Micron e Samsung (potrebbero differire i produttori da smartphone a smartphone). Vi ho citato il gaming e difatti ho avuto più sessioni in questi giorni ad Honkai Star Rail ed al massimo dettaglio grafico ho avuto un frame rate stabile anche dopo più di 40 minuti di gaming. LA GPU è una MALI Immortalis provata di recente anche su Xiaomi 13T Pro, che però dalla sua ha un sistema di dissipazione più avanzato del Pixel, a favore sicuramente di sessioni più prolungate ed intense.
Ho provato a fare anche dell’editing video con CapCut e anche in questo caso ho avuto una esperienza perfettamente simmetrica a quella che ho sul mio iPhone 14 Pro e Galaxy S23, nulla più nulla meno. Come test finale ho fatto della navigazione con Maps a piedi per circa 3.5km a Milano, sotto un sole pieno e 30°C di temperatura esterna, ed il risultato mi ha stupito. Durante la camminata con Maps in background ho provato a navigare sui social, visualizzare la riprova dello Zenfone 10 di Nic su YouTube, ascoltare musica e scattare un po’ di foto in RAW, tutto ciò sotto rete 5G e display a massima luminosità. Dopo circa un’ora di utilizzo il telefono ancora non era in protezione, il refresh rate non si era limitato a 60Hz e la scocca del telefono era al più tiepida, brava Google.
Per quanto riguarda l’autonomia vi lascerò una carrellata di screenshot con le ore di display attivo e l’utilizzo medio ma prendete in considerazione che come citato, ho passato molti giorni in viaggio e quasi mai in casa/sotto wifi. L’obiettivo insomma era sempre riuscire ad arrivare dalla mattina alla sera senza preoccuparmi della batteria e, sia grazie all’ottimizzazione della quale vi ho parlato, sia ai 5050mAh a disposizione su questo Pixel 8 Pro ho raggiunto senza problemi questo traguardo. Molti di voi probabilmente riusciranno a fare anche 7-8h di display nella loro giornata tipo e probabilmente un giorno e mezzo di utilizzo. Due giorni di utilizzo non sono impossibili ma dovrete rinunciare al 5G e ad un po’ di rete mobile, considerando che i consumi sono ancora leggermente maggiori rispetto a smartphone top con base Snapdragon o Mediatek.
La critica, come quella fatta per iPhone, resta la ricarica ancora troppo lenta. Raggiungiamo i 30W di ricarica rapida cablata con il caricatore Google (non incluso in confezione di vendita) e 22.5W wireless per il modello Pro, mentre quello base ha una velocità di ricarica ancora inferiore. Rimane la ricarica wireless inversa fortunatamente. Reputiamo sia il momento per aziende quali Samsung, Apple e Google di mettersi alla pari dei competitor cinesi con una ricarica almeno a 67W.
I precedenti Pixel sono stati criticati molto per la loro ricezione telefonica e io in primis reputo Pixel 6 uno dei peggiori top di gamma che abbia mai avuto da questo punto di vista. Pixel 8 e Pixel 8 Pro si stanno invece dimostrando affidabili con un cambio 4G/5G abbastanza rapido ed un aggancio di segnale quando si toglie la modalità aereo quasi in linea con gli altri smartphone top di gamma per quanto riguarda la ricezione. Direi che il livello è paragonabile all’iPhone che utilizzo quotidianamente. Benissimo invece il feedback della vibrazione, probabilmente il migliore che io abbia mai provato assieme a quello di Xiaomi 13 Pro e lo si nota ad esempio quando ci spostiamo col dito per andare a correggere una particolare lettere all’interno di un testo, con il feedback aptico che segue precisamente posizione e scorrimento del nostro dito. Ovviamente abbiamo SIM fisica + eSIM.
I microfoni sono sempre tre e non solo sono migliorati ma possono godere di tutte quelle feature software come il Clear Calling che vanno a rendere ancor più ottimizzata l’esperienza di chiamata. Anche durante la registrazione dei video possiamo ottimizzare il parlato andando a rimuovere i rumori ambientali e come visto in precedenza ora abbiamo anche la Gomma Magica Audio.
Pixel 8 Pro, come anche il Pixel 8, offre un audio stereo grazie alla capsula auricolare, quasi invisibile tra l’altro, che coadiuva ottimamente lo speaker posto inferiormente. L’audio è decisamente corposo con un volume alto. Bene tra l’altro che anche il volume minimo sia effettivamente molto basso in modo da poter ascoltare contenuti anche di notte senza far troppo chiasso e disturbare magari chi abbiamo attorno, nel caso non avessimo delle cuffiette dietro.
LA QUATTRO NUOVE FOTOCAMERE
Google Pixel 8 Pro non stravolge nulla per quanto riguarda l’esperienza fotografica di Pixel 7 Pro ma migliora pressoché ogni aspetto grazie ad una selfie cam con autofocus, un nuovo sensore da 48MP per la ultragrandangolare e da 50MP per la fotocamera principale e delle lenti migliorate per praticamente tutte le fotocamere a disposizione, soprattutto quelle del teleobiettivo con periscopio 5X che ora cattura fino al 56% in più di luce.
Saremmo comunque falsi nel dirvi che fare l’ugrade da 7 Pro ad 8 Pro vi cambia completamente l’esperienza di scatto, poiché essendo la Google Camera un software molto “aggressivo” che si basa molto sulla fotografia computazionale, i vantaggi più evidenti sono in una minor quantità di rumore e più luminosità negli scatti grazie al piccolo boost hardware, ma nulla di realmente trascendentale. La prima serie di foto è un JPEG vs RAW (elaborato) che vi farà notare quanto il software GCAM sia molto più aggressivo nella cancellazione del rumore, perdendosi però qualche dettaglio nel percorso e favorendo delle tinte giallognole.
La fotocamera principale è passata da un sensore Isocell GN1 ad un più recente GNV che però rimane di dimensioni 1/1,31″ non stravolgendo ciò che già ci portavamo a casa con la 50MP di Pixel 6 e Pixel 7. I risultati sono sempre ottimi e gareggiano tranquillamente con gli altri top di gamma (occhio che a giorni arriverà sul sito un Blind Test fotografico dove voi sarete i protagonisti per scegliere il vincitore!). Non so quanto un GN2 avrebbe completamente stravolto i risultati, proprio per quanto detto prima riguardo alla Google Camera, ma comunque il nuovo sensore associato ora a delle lenti f/1.68 permettono di catturare il 21% di luce in più per foto meno rumorose e meno mosse. Rimane la stabilizzazione ottica ovviamente!
Nota a margine: vicino al LED bitono ora abbiamo un termometro utilizzabile con l’app Termometro di Google per misurare la temperatura di tutto ciò che vi venga in mente, nulla più nulla meno (è un termometro istantaneo, non credo meriti un approfondimento extra).
Per quanto riguarda la ultragrandangolare anche qui cambia il sensore poiché ora abbiamo un 48MP, decisamente più ricco di dettagli rispetto al precedente da 12MP, e si arricchisce di una funzione macro ottimizzata potendo ora mettere a fuoco sin da 2cm di distanza. L’apertura focale di f/1,95 è quasi un record per una UW e ciò che si apprezza nell’uso quotidiano è la affidabilità dei colori, molto simili agli scatti ottenuti dalla fotocamera principale. Bene anche che nei video non abbia limitazioni e possa essere usata al pieno delle capacità dello smartphone.
Il teleobiettivo rimane da 48MP ma passa a delle lenti f/2.8, non un record dato che siamo ormai abituati a vedere anche f/2.1 su periscopi di ultima generazione, ma comunque permette un incremento del 56% di luce catturata rispetto alla precedente generazione. Purtroppo abbiamo notato come non si possa scattare in modalità ritratto con questa focale e abbiamo riportato la mancanza a Google, con la speranza che con un prossimo aggiornamento possa essere aggiunta questa possibilità. Di suo infatti la 5X periscopica è ottima per architettura, paesaggi e qualche scorcio di street ma nel caso dei ritratti naturali non riesce a staccare adeguatamente lo sfondo dal soggetto, al contrario di top cameraphone come Xiaomi 13 Ultra e Huawei P60 Pro dove la modalità ritratto quasi può venir dimenticata. Bene la stabilizzazione ottica che funziona discretamente, soprattutto considerando quanto sia spinto lo zoom.
Ultima ma non ultima arriva la selfie camera da 10.5MP, rinnovata completamente e arricchita su questa variante Pro anche dell’autofocus, una funzione che reputo essenziale e che mette finalmente questo Pixel alla pari di iPhone e Samsung. I selfie finalmente non hanno più quell’effetto nitidezza e hdr esagerato come ricordavo su alcuni pixel del passato e rimangono tra i migliori anche quando si parla di modalità ritratto digitale, grazie ad uno scontornamento veritiero e possibilità di tarare la quantità di bokeh in post.
Passiamo infine ai video che non si spingono fino all’8K (fortunatamente, essendo una feature ancora inutile) ma arrivano ad un ottimo 4K/60fps con tutte e quattro le fotocamere a disposizione. La stabilizzazione è eccellente, l’esposizione anche ma seppur l’autofocus sia migliorato c’è ancora del lavoro di ottimizzazione da fare. In qualche esempio di “show case”, dove c’è un prodotto in primo piano e poi si passa ad inquadrare il soggetto dietro di esso, il sistema rileva la persona ma nelle fasi iniziali rischia di avere un po’ di “rimbalzo” sul focus, situazione più evidente sulla 1x rispetto alla 5x o 0.6x.
Speravo invece in un upgrade della modalità “Sfocato” o “Cinema” che dir si voglia, poiché rimane limitata alla fotocamera principale e con un 1080p non di altissima qualità; iPhone è un mondo avanti da questo punto di vista. Da menzione la gestione dei microfoni: è forse l’unico smartphone che in registrazione video ci permette uno switch rapido da microfoni integrati a quelli di produttori terzi (bluetooth o via cavo).
Proprio riguardo gli update devo segnalarvi che in questi giorni di prova ne sono usciti almeno uno ogni due/tre giorni poiché il software era ancora una versione per la stampa da ottimizzare e anche noi abbiano notato diversi bug importanti, prontamente risolti appena segnalati. Il primo e più importante è stato l’impossibilità di editare i file RAW poiché gli scatti venivano mal elaborati e risultavano impossibili da aprire con le varie app di editing. Il secondo bug risultava in Google Foto che andava in caricamento infinito quando si provava a modificare una foto. Plauso a Google per aver risolto tutti questi problemi in breve tempo e, anche grazie a questa opera di bug fix effettuata da chi lo ha provato prima della messa in vendita ufficiale, potrete avere un prodotto completamente funzionante sin dal day one.
Dato che ho citato i RAW direi che merita un piccolo approfondimento il capitolo “fotografia pro”. Pixel 8 Pro ha in esclusiva i nuovi comandi manuali professionali per comandare in autonomia gli iso, i tempi di esposizione ed i classici parametri che siamo abituati a tarare in modalità simili su altri smartphone. Abbiamo la possibilità di scattare in RAW+Jpeg, sfruttando nei RAW anche la modalità notturna, tra l’altro, ed infine possiamo scattare anche a massima risoluzione con tutte e tre le fotocamere principali, sia in JPEG che in RAW. Seppur finalmente le possibilità di personalizzazione siano tante, devo dire che i file RAW sono ancora migliorabili con i ProRAW di Apple e UltraRAW di Xiaomi che risultano molto più lavorabili e ricchi di informazioni.
CONCLUSIONI
Tirare le conclusioni su questo Pixel 8 Pro dovrebbe essere abbastanza semplice e mettere tutti d’accordo dal momento che abbiamo un evidente passo in avanti. Per semplicità, proviamo ad andare per punti:
Non solo, perché novità hardware come il Tensor G3 si portano dietro tutte quelle migliorie software possibili grazie al nuovo SoC quali lo sblocco sicuro con il volto e tutte le nuove funzioni di editing foto/video. Certo, non è uno smartphone perfetto considerando i 1099 euro di listino che vengono richiesti quest’anno per la versione da 128GB, a maggior ragione se pensiamo che utilizza memorie UFS 3.1. Pixel 7 Pro vi ricordo che è arrivato in Italia a 899 euro ma c’è da considerare che non aveva alcun bundle a supporto mentre comprando un Pixel 8 Pro si ha in questa fase di lancio diritto a ricevere le Google Pixel Buds Pro. I prezzi quindi non sono in realtà poi così distanti, bundle inclusi, e tenuto a mente l’evidente passo in avanti fatto mi sento di dire che è in linea con quanto offerto.
999 avrebbe reso tutti più contenti ma è anche vero che i Pixel durante il loro arco di vita sono spesso soggetti a scontistiche varie e, grazie ai già discussi 7 anni di aggiornamenti, non si dovrà neanche più avere paura di comprare tra un anno uno smartphone “vecchio” con soltanto altri due major disponibili. Non solo quindi i nuovi Pixel 8 e 8 Pro sono interessanti sin da subito ma, proprio come Apple, Google potrà sfruttare in futuro i Pixel 8 come “medio gamma” abbassando il listino e continuando a farli rimanere più che competitivi e validi nel tempo. Ricordiamoci che iPhone 15 base è uscito a 979 proprio come Galaxy S23, entrambi in versione 128GB, un prezzo che, escluse le cuffiette Buds Pro, è perfettamente in linea con il lancio di Pixel 8 in versione Pro.
Chiudiamo la recensione ricordandovi, come in apertura, che torneremo tra qualche mese su Pixel 8 Pro e Pixel 8, in modo da provare le nuove funzioni software che verranno rilasciate da dicembre. Tornare su questi smartphone sarà anche un ottimo spunto per analizzare come si sviluppa il software in questi mesi e se il Tensor G3 si conferma un SOC finalmente ottimizzato. Nell’attesa, vi rimando a breve per la recensione di Pixel 8 base e al già citato Blind Test fotografico. Fateci sapere intanto cosa ne pensate di Google Pixel 8 Pro qui sotto con un bel commento!
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Written by: redazione
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