L’impennata dei prezzi al consumatore non si ferma, tanto che gli operatori del settore attendono con ansia di capire come si posizionerà e a che condizioni la vendita di olio d’oliva nella grande e piccola distribuzione italiana il prossimo anno. 2024 anno della verità, dunque. Ma la realtà è già qui e mette in difficoltà chi vorrebbe fare una spesa dignitosa senza distruggere il bilancio familiare. Secondo prodotto alimentare con maggiori aumenti di prezzo dopo lo zucchero, l’olio d’oliva e soprattutto l’extravergine ha toccato i 10 euro la bottiglia al supermercato. La speculazione sulle guerre in corso e la scarsità di materia prima per via della ridotta produzione non consentono tagli ai costi. Ma c’è un altra questione che riguarda l’oro verde. Da una parte il moltiplicarsi di condimenti a base di oli di semi vari con aggiunta di aromi, dall’altra bottiglie che mescolano diversi oli la cui qualità è tutta da esaminare. Qui arriva l’allarme lanciato da Unaprol.
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Il mischione nella bottiglia
Unaprol è la principale associazione italiana di produttori olivicoli, il suo presidente David Granieri ha inviato la richiesta di controlli all’Ispettorato centrale per il controllo della qualità e la repressione delle frodi, e alla Direzione del ministero dell’Agricoltura e della Sovranità aliementare, perché si facciano controlli approfonditi e soprattutto si analizzino con metodo coerente le composizioni dei “condimenti” che uniscono olio d’oliva in una piccola percentuale ad altri oli e ingredienti. Secondo Unaprol, con la pur problematica impennata dei prezzi finali dell’olio d’oliva italiano (l’extravergine ha toccato i 13 euro la bottiglia) è andata moltiplicandosi l’offerta dei blend, cioè i condimenti realizzati con “percentuali residuali di olio d’oliva” mescolati con altri oli. Ma è tutto il teatro oleifero ad essersi trasformato in una guerra commerciale e produttiva, con il crollo delle campagne di promozione, il caro prezzi diventato odioso e il calo degli acquisti e consumi che per l’EVO tocca quota meno 9%, arrivando a -11% per l’olio d’oliva italiano. Se siamo costretti al piano b e a comprare i condimenti che costano meno, che almeno si sappia con certezza cosa contengono e quanto siano salutari.
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