Su Instagram la Polizia di Stato ha fatto arrabbiare le donne! Come? Pubblicando la poesia di Cristina Torres Caceres, che nei giorni scorsi abbiamo pubblicato anche noi, potete leggerla qui. “Se domani sono io, se domani non torno, mamma, distruggi tutto. Se domani tocca a me, voglio essere l’ultima”, questo verso finale, diventato virale dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin, è apparso, come detto sopra, sull’account ufficiale della Polizia accompagnato dalla frase: Questi i versi di una toccante poesia del 2011 di Cristina Torres Caceres che ci ricordano, oggi più che mai, l’importanza di essere uniti nel combattere la violenza sulle donne. Ricordate, se #questononèamore non siete sole. Insieme per l’eliminazione della violenza di genere”, scrivono su Instagram chiudendo con l’hashtag #essercisempre.
La reazione delle donne
Il post non è piaciuto a molti ma soprattutto a molte. Alcune utenti hanno raccontato la scarsa empatia delle forze dell’ordine o di quando si sono sentire dire “non possiamo fare niente”, o addirittura: “non possiamo tenere le linee occupate”.
Ancora frasi senza umanità come: “Torna quando ti avranno stuprata”, oppure: “Vi ringrazio per quella volta in cui quando mi sono rivolta a voi, perché un uomo che non conoscevo mi stava seguendo in strada e mi avete risposto che era meglio che non camminassi da sola nelle vie buie e isolate. Peccato che fossero le 18:00 e di gente ce n’era per le strade, ciò non ha impedito a quell’uomo di intimidirmi e subire catcalling. Ma il problema evidentemente ero io che mi stavo facendo gli affari miei, non lui”.
Un’altra donna ha scritto: “‘Non siete sole’. Peccato però che, nonostante le numerose denunce fatte, mia cugina sia finita ad arricchire la tristissima e dolorosa statistica dei femminicidi del 2016. Non aggiungo altro”.
“Mi hanno minacciata di morte. Vi ho portato gli screen. Nomi e cognomi. Non avete preso la denuncia neanche in quel caso. Un altro stalker è riuscito ad avere il numero di mio nonno, della madre del mio fratellastro, a risalire alla mia vecchia scuola elementare per chiedere dove abitassi. E quando la cosa è stata denunciata, avete detto che vi sembrava innocuo. E ANCORA UNA VOLTA NON È SUCCESSO NULLA”, scrive un’altra giovane donna.
E poi il più emblematico: “Giulia sarebbe ancora viva se voi aveste svolto il vostro lavoro in maniera adeguata intervenendo immediatamente dopo la chiamata del testimone che ha sentito le sue urla”.
Le giuste parole di Gramellini
Il giornalista è intervenuto sulla polemica con parole corrette: Di sicuro esisteranno tantissime vittime salvate dalla polizia, e si sa che sui social scrive in prevalenza chi ha qualcosa da ridire e non chi ha qualcuno da ringraziare. Eppure, il quadro che emerge da questa Spoon River delle sopravvissute ci ricorda che, dietro la lista di quelle che hanno perso la vita, ce n’è un’altra ancora più lunga di donne che hanno subìto violenza senza venire assistite e addirittura credute. Nemmeno da chi sarebbe pagato per farlo.
L’incomprensione e la sottovalutazione sono già forme di discriminazione. E serve a poco inasprire le pene, se poi si scopre che il tizio recidivo che ha gettato dell’acido muriatico addosso alla sua ex era stato scarcerato a fine agosto perché si era dichiarato molto pentito, con un divieto di avvicinarsi alla vittima che nessuna forza dell’ordine è stata in grado di far rispettare. Ben venga uno scatto di sensibilità da parte della società civile, ma per debellare la piaga della sopraffazione contro le donne bisognerebbe che quel salto lo facessero anche le istituzioni. Tutte, a cominciare dall’aula del Senato che, durante il dibattito sulle violenze, alcune foto immortalano desolatamente vuota.
A un certo punto i commenti negativi scompaiono
Il 23 pomeriggio succede una cosa antipatica, i commenti negativi sono stati nascosti per alcune ore. Così su X (Twitter) sono stati pubblicati molti screenshot dei commenti cancellati. A quel punto la sera stessa la Polizia ha reso nuovamente visibile tutto.
Foto Pixabay e Instagram
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