Aspetto semplice, sala non troppo grande, tavolini affollati che sono 50 anni storia della ristorazione semplice e casereccia in Italia. Niente di banale però, altrimenti una delle specialità della Latteria di via San Marco a Milano non sarebbe finita per direttissima nel menu della Casa Bianca a Washington. E regole valide per tutti senza eccezioni: alla Latteria non si prenota, si arriva e se c’è un tavolo disponibile ci si siede e mangia. Ne sanno qualcosa Madonna e Donald Trump, che chiedevano un trattamento personalizzato. Tutto questo continuerà a esistere fino al 22 dicembre, data in cui il ristorante meneghino chiuderà i battenti.
I no a Madonna e Trump
E’ andata male a Madonna Ciccone la richiesta di avere un tavolo tutto per sé al termine delle due trionfali date milanesi per cenare con i collaboratori stretti. La domenica come il sabato la Latteria non lavora, giorni di riposo, e non c’è stato verso che Arturo e Maria Maggi, titolari del ristorante ora a un passo dalla pensione, facessero un’eccezione per la Material Girl. Non andò molto diversamente con Donald Trump, già multimilionario di fama mondiale e non ancora presidente degli Stati Uniti, che voleva prenotare un tavolo. “Ci spiace, non accettiamo prenotazioni, da sempre” fu la cordiale ma ferma risposta. E il tycoon di fronte alla prospettiva di mettersi in fila come tutti gli altri rinunciò.
Perché finisce una storia gastronomica così tipica
“Se domani fosse il mio ultimo giorno di vita vorrei trascorrerlo alla Latteria di via San Marco” scrisse il New York Times glirificando il ristorante milanese e in particolare gli spaghetti al limone e peperoncino finiti nel menu della Casa Bianca. In seguito il New Yorker ha confermato: “E’ il miglior locale per un pranzo a Milano”. Ma i coniugi Maggi sono all’ultimo giro di corsa, poi sarà chiusura e pensione e del futuro della Latteria niente si sa, bisognerebbe trovare qualcuno che ne rispetti storia e approccio. Finisce una storia di cucina semplice, deliziosa e rinomata durata 50 anni. Piastrelle bianche e blu, pendola alle pareti, Maria fra i tavoli e Arturo in cucina a inventare piatti che per anni si è fatto a gara a gustre, dalla pappa di verdure tritate alle uova al tegamino con bottarga e alla cicoria con le acciughe. Il tutto cotto in tegami d’argento. Ma non la domenica né il sabato.
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