Per la celebre rivista americana Wine Spectator il miglior vino del mondo 2023 è un Brunello di Montalcino. L’Argiano 2018 è così il secondo Brunello ad aggiudicarsi il premio più ambito a livello globale, dopo l’affermazione di Tenuta Nuova di Casanova di Neri, nel 2001.
L’evoluzione perfetta
“Nel mondo del vino, un cambio di proprietà o un cambio di paradigma stilistico può portare enormi benefici, ma ci sono sempre dei rischi. Nel caso di Argiano, il cambiamento ha dato i suoi frutti, poiché sono arrivati nuovi proprietari con l’impegno di ritornare a un’espressione più tradizionale del Brunello”, spiega Bruce Sanderson, senior editor e tasting director di Wine Spectator. Il Brunello di Montalcino 2018 di Argiano è il quinto Wine of The Year nella storia – tutta toscana – dell’Italia premiata da Wine Spectator. La “qualità stellare” dell’Argiano Brunello di Montalcino 2018 è anche il frutto di 10 milioni di dollari di investimenti nella tenuta in un decennio. “Argiano cambia rotta nel 2013, quando il miliardario brasiliano André Esteves e un gruppo di investitori acquistano Argiano dalla contessa Noemi Marone Cinzano e dall’enologo di Bordeaux Hans Vinding-Diers, che volevano concentrarsi sul loro progetto in Argentina, Bodega Noemía de Patagonia”, racconta Bruce Anderson, che per Wine Spectator è anche il capo assaggiatore per i vini di Borgogna, Toscana e Piemonte.
Sei secoli d’eccellenza
Argiano è una delle aziende vinicole storiche della regione: la sua villa, recentemente restaurata, risale al 1581. I vigneti si trovano su un altopiano nella parte centrale della zona del Brunello, appena ad ovest del paese di Sant’Angelo in Colle. I 57 ettari di vigneti sono costituiti da 22 ettari destinati al Brunello e 10 ettari al Rosso di Montalcino. I nuovi progetti ricadono sotto la direzione di Bernardino Sani che aveva esordito in azienda con uno stage in cantina nel 2002, entrando poi nel team di Argiano come direttore vendite e marketing nel 2012. Dal 2014 è amministratore delegato.
Poggio, al numero 1
Un altro riconoscimento all’ottima annata del Brunello di Montalcino arriva anche da un’altra rivista americana, Wine Enthusiast, che piazza il Brunello di Montalcino Poggio di Sotto 2018 al numero 1 della sua Top 100 Cellar Selections 2023. La classifica del celebre magazine americano che ha premiato l’azienda guidata da Claudio Tipa è dedicata a quei vini che escono sul mercato ora, ma meritano di essere conservati in cantina, con l’obiettivo di farli evolvere per esprimere al meglio il loro potenziale. Questa volta la classifica di Wine Enthusiast, che valuta vini provenienti da 14 Paesi, mostra un cambio di approccio da parte della rivista, che è anche un cambiamento di mercato. Basta con gli elenchi di vini ‘collezionabili’ scelti tra quelli più noti e con i prezzi più alti. “Abbiamo guardato altrove, setacciando un anno di selezioni di cantine e creando un diverso tipo di elenco, che valorizza il costo più moderato ed il gusto della scoperta. Ben 47 vini su 100 selezionati costano meno di 100 dollari, e 18 sono sotto i 50 dollari. Nessuno ha un prezzo superiore a 800 dollari”, spiegano Danielle Callegari e Jeff Porter, i redattori della rivista per l’Italia.
La rivincita di un vino sulle perplessità diffuse
Resta il fatto che, con questi successi raccolti dalla critica americana, l’annata 2018 del Brunello, accolta con perplessità da una parte della critica, ottiene la sua rivincita. In più, i dati confermano che, nonostante le difficoltà del mercato, la presenza del Brunello di Montalcino sulle tavole degli americani cresce. Negli ultimi 12 mesi il Brunello di Montalcino aumenta i consumi nel suo primo mercato di sbocco del 10%, con impennate nel Midwest (+42%) e performance oltre la media a Sud e a Ovest del Paese. Lo rileva l’analisi realizzata per il Consorzio Brunello di Montalcino dall’Osservatorio del vino Uiv su base SipSource, strumento di monitoraggio sugli effettivi acquisti dei dettaglianti on e off-trade che copre il 75% del mercato americano, per un totale di oltre 330 mila esercizi commerciali. Secondo l’analisi, il Brunello conferma il proprio feeling con il mercato statunitense – che rappresenta almeno il 30% del totale vendite oltreconfine – a fronte di un calo generalizzato dei consumi totali di vino (-7%) e di quelli italiani (-3%). L’accelerazione nei 12 mesi (da ottobre 2022 a settembre 2023) si riscontra sia nel circuito retail – in particolare nel segmento grossisti e nei negozi di liquori – che nel fuori casa (+8%), canale a maggior valore aggiunto dove la quota delle vendite a volume del Brunello arriva al 50%, ben oltre la media dei vini rossi italiani (al 20%).
L’America che ci salva
Nella ristorazione, che rappresenta larga parte dei consumi horeca statunitensi, il prezzo al dettagliante del principe dei rossi toscani è nel 91% dei casi sopra i 50 dollari a bottiglia, quota che si attesta al 73,5% se si considerano le vendite totali su tutti i canali. “Al di là dei trend di mercato, che possono subire variazioni congiunturali siamo molto soddisfatti soprattutto del posizionamento negli Stati Uniti del nostro vino di punta”, spiega Fabrizio Bindocci, presidente del Consorzio del vino Brunello di Montalcino. “Un mercato che siamo riusciti a coltivare in modo attento e certosino, grazie anche al lavoro di importanti imprese pioniere, che hanno aperto la strada alla new wave produttiva”, continua Bindocci.
Crescono i Paesi che comprano cresce il valore del territorio
Sono quasi 3.200 gli ettari di vigneto iscritti a Doc e Docg e tutelati dal Consorzio; di questi, 2.100 a Brunello, estensione rimasta invariata dal 1997, per una produzione media di 9 milioni di bottiglie l’anno. A crescere è stato il valore delle vendite, i paesi buyer e l’economia di un intero territorio, a partire dalle imprese del vino, che nell’arco di 13 anni hanno visto incrementare dal 37% al 63% il proprio patrimonio netto. Prossimo obiettivo di mercato del Brunello sono le piazze emergenti orientali.
I protagonisti del grande evento “eno”
Nel frattempo si è conclusa la 32^ edizione di Benvenuto Brunello, l’anteprima dedicata al principe dei rossi toscani che, dal 17 fino al 27 novembre, ha portato a Montalcino giornalisti, professionisti, esperti, buyer, estimatori e wine lover da tutta Italia e dai Paesi chiave della domanda di vino italiano nel mondo. Protagonisti, oltre al Rosso di Montalcino 2022, il Moscadello e il Sant’Antimo, la Riserva 2018 e, soprattutto, il Brunello 2019, in attesa di verificare l’espressione dell’annata che arriva adesso in commercio.
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