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Panettone, il “trucco” del prezzo doppio e i migliori in vendita

today6 Dicembre 2023 70

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Di cosa parliamo quando parliamo di panettone? Cosa c’è davvero dentro ed esiste questa grande differenza fra prodotto gourmet, dolce natalizio contraddistinto da un grande marchio storico e il resto delle proposte per le feste? Una delle prime cose da tenere presenti è il “trucco” del prezzo doppio o differenziato, per un panettone riconducibile allo stesso produttore. Ci spieghiamo meglio: partiamo dai giganti Maina e Bauli. Un loro panettone o pandoro li si trova in vendita dai 5 euro ai 6 e spicci. Ma questi due brand producono molto altro. Non c’è alcun imbroglio e leggi e regolamenti lo permettono, ma spesso non sappiamo chi fa cosa e con quali denominazioni. Qui una guida agile per capirlo.

La geografia dei “secondi marchi”

Maina è la casa alimentare produttrice di molti altri panettoni che hanno di volta in volta marchiatura diversa rispetto alle loro prime linee e a seconda dal brand di grande distribuzione in cui poi li troviamo in vendita. Una sorta di “secondo marchio”, meno prestigioso sulla carta di quello ufficiale, ma con un prodotto di altrettanta qualità che nella maggior parte dei casi costa meno. Maina, per restare su questo esempio, produce altre linee per Coop, Esselunga, Unes, Iper, Bennet e Crai. Paluani diventa anche marchio Conad, Motta e Bauli confezionano per Lidl. Il Vecchio Forno per i discount Aldi e Penny Market. Vergani diventa Terre d’Italia e Sapori & Dintorni distribuiti rispettivamente da Carrefour e Conad. Certo le proporzioni degli ingredienti possono variare a seconda del punto vendita finale ma gli ingredienti restano quelli tradizionali: farina, uova, burro, uvetta e canditi, amalgamati con impasti multipli e lunghe fasi di lievitazione. Andare appresso semplicemente al grande marchio di panettone e pandoro non significa che spendendo di più si ha un prodotto di maggiore qualità o gusto migliore. Poi c’è la questione della provenienza degli ingredienti.

Gli impasti del dolce di Natale (Shutterstock)

Poca Italia dentro il dolce delle feste

Nel mercato globalizzato gli ingredienti di cui sono fatti pandoro e panettone non sempre sono italiani. Le farine sono quasi sempre americane ma arrivano anche da Canada e Francia, l’uvetta può provenire da Grecia come dall’Australia, il burro è spesso francese, belga, irlandese o proveniente dalla Scandinavia. La uova usate sono italiane e così nella maggior parte dei casi lo zucchero. Ma la qualità viene sondata secondo la filiera italiana e dunque i controlli sono piuttosto severi. Il costo medio di realizzazione dei un panettone o pandoro è di 3-4 euro, questo fa capire che il prezzo finale di grande distribuzione è mediamente conveniente per l’acquirente e che il ricarico dei marchi sta nella diversificazione delle linee di produzione e nella grande quantità venduta. Diverso il discorso per i panettoni gourmet e artigianali, che dai 12 euro l’uno possono arrivare a quasi 60. Ma su questo scriveremo a parte. Presto FoodCulture pubblicherà uno speciale in due puntate sui panettoni e pandori da non perdere, e una terza sulle migliori bollicine delle feste.

Panettone e pandoro, la gara a conquistare i golosi (Shutterstock)

Il giudizio severo di Gambero Rosso

Una delle bibbie della cultura enogastronomica, Gambero Rosso, ha intanto assaggiato le proposte 2023 dei maggiori marchi di dolci natalizi, stilando una sua classifica in ordine di merito e qualità. Una degustazione alla cieca definita dai giudici “non piacevolissima”, per farla breve i leader del panettone e pandoro commerciale in Italia non entusiasmano. Questi i punteggi assegnati in centesimi: Motta (61/100), Bauli (57,7/100), Melegatti (56.4/100), Tre Marie (53.8/100), Paluani (51.6/100), Maina (49.3/100), in Balocco sono stati trovati gravi difetti di produzione ed è risultato non classificato. Ma fanno discutere i criteri di giudizio, che non sarebbero dei più chiari. Ampia promozione per i panettoni artigianali ben più costosi, ma come già detto, ne scriveremo a parte.

Inventato da Toni a Milano: origini e trasformazioni pazze del panettone. L’approfondimento

La tipica scena natalizia ma ormai panettone e pandoro si consumano gran parte del resto dell’anno (Shutterstock)

 

 





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Scritto da: redazione

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