L’Italia ha registrato il più alto numero di decessi per biossido di azoto in Europa: sulle 52.483 morti premature dovute all’esposizione al biossido di azoto nei paesi dell’Unione, l’Eea ha stimato 11.282 morti premature in Italia, di cui 3.458 nella sola Lombardia (dati 2021). Praticamente, su 27 Stati, è avvenuta in Italia quasi una morte prematura su 5 legata a quest’agente inquinante.
Quello registrato dall’Agenzia europea per l’ambiente nel territorio lombardo non è un dato elevato solo in termini assoluti, ma anche in termini relativi dato che la regione detiene, insieme alla regione di Atene, l’Attica, il triste primato delle morti premature in rapporto alla popolazione (35/100.000 abitanti).
Bisogna anche notare che il decesso è l’evento estremo, ma l’inquinamento porta anche ad altre conseguenze nocive che l’Eea traduce negli anni di vita persi, identificati con la sigla Yll (Years of Life Lost).
Si tratta di una stima del numero medio di anni aggiuntivi che le persone in una popolazione avrebbero vissuto statisticamente se non fossero morte prima di raggiungere una certa aspettativa di vita statistica. L’impatto della Yll dipende anche dall’età in cui si verificano i decessi; pertanto, una morte che si verifica in età più giovane aumenta di più questa metrica rispetto a quanto faccia una morte in età più avanzata.
Dal 2005 l’Eea pubblica i dati relativi all’impatto sulla salute derivante dall’esposizione agli agenti inquinanti per i diversi livelli territoriali (stato, regione, provincia, città) in una banca dati attualmente aggiornata al 2021. I risultati sono allarmanti: fra le regioni europee con più morti premature per esposizione al biossido di azoto nel 2021, 5 su 10 sono italiane.
L’analisi regionale
Il dato sul biossido di azoto è particolarmente interessante perché ha una fonte emissiva più specifica, ovvero il trasporto su strada dei veicoli con motori endotermici, diesel su tutti.
Sulle 52.483 morti premature dovute all’esposizione al biossido di azoto nei paesi dell’Unione Europea, a livello nazionale in Italia l’Eea ha stimato 11.282 morti premature, il dato più elevato di tutti i Paesi europei. Gli effetti sono visibili anche nella classifica delle regioni con più morti premature per biossido di azoto, come dimostra questo grafico:
[Fonte: Ambientenonsolo.com]
Oltre alla citata Lombardia rientrano nelle prime 10 posizioni la Campania, il Lazio, il Piemonte e il Veneto. Tra le prime 20 regioni con più morti premature per esposizione al biossido di azoto si registra anche l’Emilia-Romagna, 18ma.
Il dato sulla Lombardia non è certamente una novità: una ricerca condotta da Openpolis insieme ad altre sei redazioni dello European data journalism network (Edjnet), sotto la direzione di Detusche Welle, dimostra che il Nord Italia, e soprattutto la Pianura padana, è la zona più inquinata d’Europa anche considerando la concentrazione di Pm2.5 nell’aria. Le prime province europee per concentrazione di particolato fine Pm2.5 nell’aria sono Milano, Cremona e Monza, con valori superiori a 21 milligrammi ogni metro cubo, oltre 4 volte superiori ai limiti stabiliti dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), pari a 5 µg/m³.
Oltre ad aver incassato i dati più preoccupanti, la Pianura padana ha anche registrato il più grave peggioramento della qualità dell’aria a livello europeo tra il 2018 e il 2022.
L’analisi provinciale
Nonostante lo spiacevole primato della Lombardia, la provincia europea con maggiori morti premature per esposizione al biossido di azoto nel 2021 è stata quella di Bucarest, in Romania. Tra le prime 10 province europee, ben 4 sono italiane: Milano, Torino, Napoli e Roma.
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