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Perché Oliver Stone è diventato un apostolo atomico

today11 Dicembre 2023

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E’ arrivato anche in Italia “Nuclear Now”, il suo film tutto a favore del nucleare civile e pulito. Affidato alle centrali di quarta generazione, che producono il suo ultimo lavoro

Tre immagini di 'Nuclear Now' di Oliver Stone

Tre immagini di “Nuclear Now” di Oliver Stone

Un uomo fatto di conversioni. L’ultima è dalle parti di Robert Oppenheimer ma non troppo. Perché secondo Oliver Stone, regista e coproduttore nonché voce narrante di Nuclear Now, l’atomo ci può salvare la vita. Lo dice, lo mostra e lo ripete con enfasi nel suo ultimo film documentario in cui il regista di Nato il 4 Luglio e Platoon va con l’ennesimo U Turn (per stare sui titoli della sua filmografia) della sua vita e dopo aver parlato per anni in modo preoccupato e critico dell’uso del nucleare, ora ne è un entusiasta sostenitore. Senza alcun dubbio. Per questo Nuclear Now sta facendo molto discutere.

“La soluzione la avevamo ma abbiamo gettato via tutto”

Stone lo ripete ad un incontro con la stampa e col pubblico e pure a quello successivo. Del nucleare bisogna smettere di avere paura. La sua voce doppiata in italiano l’abbiamo avuta a commento delle immagini di Nuclear Now trasmesso qualche giorno fa in Italia su La 7 mostra perché se non ci convertiamo al nucleare “civile” in tempi stretti il mondo andrà incontro a un’apocalisse da inquinamento proveniente dagli idrocarburi, perché “la quantità di energia che ci servirà per i prossimi 30 anni è inimmaginabile senza inquinamento fossile”. Stone gira per centrali nucleari e impianti di ultima generazione e fa il profeta della quarta serie di queste industrie che a suo dire salverà il mondo. Poi cominciano le domande: che contraddittorio c’è nel film di Stone? Nessuno. Chi ci mette i soldi? Fernando Sulichin che da sempre collabora col regista, storico collaboratore di Oliver Stone, ma anche Stefano Buono ed Elisabeth Rizzotti, entrambi alla testa di Newcleo, azienda che sta sviluppando reattori di Quarta Generazione. E certe domande restano.

Quanto è buono Putin

Che Oliver Stone ami la provocazione e l’evocazione di realtà alternative alla narrazione ufficiale americana, dalla tragedia del Vietnam all’omicidio di Kennedy è chiaro da tempo. Che abbia un rapporto di malcelato senso di colpa rabbioso con tutto ciò che è americanità, altrettanto. Un disagio a stelle e strisce che coincide con Comandante, dedicato a Fidel Castro, e poi con il faccia a faccia in video con Vladimir Putin dipinto come una sorta di intelligenza aliena resistente all’occidentalizzazione brutta e cattiva del mondo. Non a caso, come ha dichiarato negli incontri stampa mentre presentava Nuclear Now, “la Russia sta facendo un ottimo lavoro col nucleare”. Quello che servirà al nostro futuro, non la bomba (di quelle ne ha già in abbondanza) perché come dice Stone “produrre una bomba è difficile e costoso” e a suo dire c’è una narrazione terroristica tutta incentrata sugli incidenti nucleari, da Three Miles Island a Chernobyl a Fukushima. Ma a proposito di Fukushima, è che quei pesci sui quali viene sversata l’acqua della centrale esplosa per lo tsunami del 2011 non possono parlare. Se no direbbero forse qualcosa a favore dell’eolico e del solare, rinnovabili che per l’apostolo dell’atomo sono insufficienti a garantirci un futuro pulito.

 





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Scritto da: redazione

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