Panettone, assaggio e prova. Con l’avanzare delle feste natalizie il Times dedica un’approfondimento ad uno dei dolci tradizionali italiani più celebrati e la valutazione finale è una mazzata su oltre cento anni di storia. L’editorialista Tony Turnbull non ha pietà del dolce lievitato e lo definisce stodgy ossia pesante, difficile da digerire, overexposed cioè troppo cotto ma anche oggetto di eccessive attenzioni e in definitiva una mezza schifezza, perché troppo dolce, troppo pesante e quindi “il fascino del panettone non sta nel mangiarlo ma nel regalarlo, come in una grande partita a non restare con la patata bollente in mano e quindi consegnare il pacco regalo per tempo”.
Perché tanto odio
Come mai Turnbull dedica una paginata di veleno al dolce tipico italiano? E perché si dedica alla sistematica distruzione della sua ricetta (che poi ha moltissime varianti), del suo aspetto e del sapore finale? Tutto parte da un dato statistico: nell’Inghilterra della Brexit le vendite di panettone hanno ampiamente superato quelle del pudding, il dolce tradizionale britannico. E c’è chi maligna che il british pride con la consueta stiffness (l’orgoglio dalla mascella dura) si sia voluto rifare incenerendo il successo del rivale italiano. Non è un caso che il Times scriva ancora “il panettone è buono solo è buono solo quando, all’avvicinarsi della scadenza ad aprile, ci si fa un gigantesco pudding aggiungendoci il burro. Sospetto inoltre che i dati di vendita non dicano tutto, molti infatti preparano il puddin di Natale a casa ma nessuno fa a casa il panettone”. Giù una martellata dopo l’altra, così da provocare la risposta di Iginio Massari, uno dei più grandi mastri pasticcieri italiani.
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“Che scemenze”
Sulla stroncatura del Times (che non potrà che incontrare l’approvazione di chi non ha mai amato il panettone, specie quello con canditi e uvetta) Massari risponde alla british stiffness con altrettanta durezza: “E’ una scemenza”. Sulle pagine del Corriere della Sera il maestro del dolce italiano spiega: “Il pudding è antichissimo ma è pur sempre un prodotto che chiunque può facilmente preparare a casa. ll panettone no, è opera di pasticceria che richiede studio ed esperienza”. Finale lapidario: “Quanti panettoni ha mangiato Turnbull prima di giudicare? Le scemenze che ha scritto denotano scarsa conoscenza, bisognerebbe promuovere ciò che è buono, non attaccarlo. Compreso il pudding”. E che questa tradizione sia così importante da travalicare i confini italiani lo dimostrano le cifre di produzione, che dicono che il primo produttore di panettoni al mondo è il Brasile (450milioni di esemplari prodotti l’anno), poi viene il Perù (35milioni di esemplari) e per terza l’Italia.
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