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Tecnologia

Tesla preme un tasto e succedono due milioni di cose

today15 Dicembre 2023 10

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Nell’Italia che si trascina verso il 2024, la tendenza di chi fa informazione è sempre più quella di creare contenuti per decerebrati, zombie senza intelletto e capacità di discernimento che vanno solo attratti con titoli sensazionalistici, perché poco importa che la realtà non sia esattamente quella dipinta da quei pochi caratteri.

Accade così che il Corriere della Sera, una delle realtà editoriali più grandi, venga premiato da Google, IL motore di ricerca più grande, con il posizionamento in Google News di un contenuto scritto in fretta e furia senza una minima verifica delle fonti. Me lo ritrovo mentre stancamente scorro la selezione di Gnews: l’articolo del Corriere non dice cose sbagliate in termini assoluti, semplicemente piega e distorce, omette e flette. E sì, il titolo di questo mio pezzo scimmiotta proprio quello che il Corriere ha scelto…

TROPPI, TROPPI GUAI

In foto: Optimus Gen 2 che cerca imitare Bud Spencer mentre mangia dei fagioli

Ebbene sì, Tesla “richiama” 2 milioni di auto, ed è “grosso guaio a Tesla Town”. Roba da far impallidire Jack Burton e Wang Chi: le loro imprese per salvare la fidanzata rapita da i Signori della Morte impallidiscono di fronte ai problemi che Tesla dovrà affrontare. Ma quali sono questi problemi di Tesla?

Di articoli seri ne erano stati fatti: BBC News ha pubblicato un reportage completo che cita le fonti, incluso il PDF originale dell’NHTSA, e che spiega bene i grossi problemi di Tesla con l’agenzia statunitense.

Cosa è successo davvero? Noi ne abbiamo scritto qui con un titolo normale, ma facciamo un riassunto. Due anni fa l’agenzia statunitense avvia un’indagine in seguito ad un incidente avvenuto mentre il sistema di guida semi-autonoma di Tesla era attivo. Disgraziatamente, e forse con complicità, Tesla lo ha chiamato commercialmente “Autopilot”. E non importa che le istruzioni (e le regole) esplicitino chiaramente che il sistema non è un pilota automatica, ma un’assistenza di Livello 2 che richiede da parte del conducente l’attenzione sulla strada e le mani sul volante.

Perché oggi viviamo in una società ad alto contenuto di decerebrati, ed è quindi colpa di Tesla che ha scelto un nome facile da equivocare, non degli utenti che ignorano qualsiasi raccomandazione e legge. Sta di fatto che l’NHTSA, per proteggere la società da se stessa, avvia l’indagine e scopre che su 956 incidenti, il sistema di Tesla non fa abbastanza per prevenire l’uso scorretto da parte degli utenti. Insomma, Autopilot dovrebbe prendere il conducente incapace di leggere le istruzioni e “schiaffeggiarlo” amichevolmente finché questo non capisce la lezione.

La storia sarebbe già assurda se consideriamo a che livello siamo arrivati in termini di intelligenza media della collettività, ma ignoriamo questo punto e diciamo che l’NHTSA ha fatto benissimo ad indagare Tesla, tanto che alla fine del percorso ha chiesto, giustamente, al produttore di fare qualcosa per segnalare i comportamenti scorretti all’utente dal ridotto quoziente intellettivo.

IL VERO SIGNIFICATO DEL RICHIAMO

A questo punto l’NHTSA esige un richiamo, e qui sta il primo problema perché l’ente statunitense per la sicurezza è rimasto fermo al secolo scorso, quando “richiamo” significava richiamare fisicamente le auto in officina per fare delle modifiche. Le modifiche richieste a Tesla, invece, non sono fisiche, ma tutto si risolverà con un aggiornamento software che Tesla, premendo un pulsante, invierà alle 2 milioni di vetture coinvolte.

Nello specifico interverrà sul sistema di sterzata automatica che, quando attivo, tiene al centro della corsia la vettura e richiede al conducente di mantenere le mani sul volante e di continuare a fare attenzione alla strada, pronto ad intervenire. Da due anni, più o meno il tempo dell’indagine dell’NHTSA, personalmente abuso del sistema di Tesla. Lo uso in ogni condizione e ogni volta lui mi punisce. Se mi distraggo l’auto mi richiama con mille segnali. Se continuo a distrarmi l’auto lo disattiva del tutto.

Sullo schermo appare un messaggio giallo enorme: assistenza disattivata per il resto della guida. Perché? Perché il volante ha percepito che le mano non erano proprio salde, o perché la videocamera interna ha letto i movimenti dei miei occhi. O perché, durante un sorpasso quando il sistema era attivo, ho superato manualmente i 150 km/h. In tutti questi casi, l’assistenza alla guida mi punisce, si disattiva. E per riattivarla devo fermarmi, mettere in P e riprendere la guida.

Letto questo, ditemi voi se non è un sistema sufficientemente punitivo nei confronti di chi ne abusa. Vi invito a leggere nel documento la sezione Descritpion of Safety Risk e poi a tornare su queste pagine.



Tesla, aggiornamento OTA per migliorare la sicurezza dell'Autopilot negli Stati Uniti





Auto
13 Dic


Continuando a leggere il report, cosa che chiaramente il Corriere della Sera e altre testate che hanno ripreso la notizia in fretta e furia non hanno fatto, scopriamo che le componenti interessate dal richiamo sono “vehicle software”, e che non ci sono parti hardware. Come rimediare? Lo dice sempre l’NHTSA, riassumo: il cliente non deve avere costi e tutti i veicoli riceveranno un aggiornamento software che dovrà partire il 12 dicembre 2023, o poco dopo. Dovrà include controlli aggiuntivi o avvisi aggiuntivi per incoraggiare il conducente a seguire le regole del Livello 2 della classificazione della guida autonoma SAE.

Inoltre sarebbe ora di smettere di chiamarli richiami, così da distinguere un aggiornamento da un intervento più critico che richiede effettivamente di sostituire componenti o lavorare sull’auto, specie perché non è solo Tesla che sta andando nella direzione degli aggiornamenti OTA, ma è tutto il mondo automotive che ha preso questa strada…



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Scritto da: redazione

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