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Il 2023 è amaro per chi produce latte da Parmigiano Reggiano

today26 Dicembre 2023 8

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Per il secondo anno consecutivo, in Emilia Romagna i produttori di latte per il Parmigiano Reggiano chiudono il bilancio in perdita. E questo non certo per i risultati commerciali della Dop: dopo un 2022 in crescita del 6,9% a valore e del 2,6% a volume, nel 2023 sul mercato interno il Parmigiano ha sostanzialmente tenuto nei quantitativi, mentre su quello internazionale sembra addirittura in ripresa. Il problema degli allevatori, sostiene la Confagricoltura, sta nel fatto che negli ultimi due anni il prezzo all’ingrosso del formaggio è calato, mentre i costi di produzione del latte sono rimasti elevati elevati.

Secondo le stime dell’associazione, in Emilia Romagna il costo medio di produzione per 100 chili di latte da Parmigiano Reggiano nel 2023 è di 75-76 euro, comprensivo delle voci di spesa per l’alimentazione del bestiame e per la manodopera dipendente e familiare. Nel 2022, i costi medi erano di 75,90: di fatto, il ridimensionamento dei costi energetici registrato nel corso del 2023 è stato completamente assorbito dall’incremento degli oneri finanziari dovuti al balzo dei tassi di interesse. In compenso, tra gennaio e settembre del 2023, le quotazioni all’ingrosso del Parmigiano Reggiano sono calate del 5,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, da 10,57 a 10,02 euro al chilo, mentre nel mese di ottobre il calo registrato è stato dell’8%. «Con prezzi alla stalla, per 100 chili di latte, fermi mediamente sotto i 64 euro (iva esclusa) da gennaio 2022 – sostiene il presidente della sezione lattiero-casearia di Confagricoltura Emilia Romagna, Roberto Gelfi – urge una ridistribuzione dei margini di filiera. I costi di produzione del latte sono aumentati ma è rimasto invariato il prezzo alla stalla, al contempo le quotazioni del formaggio all’ingrosso sono diminuite mentre il prezzo al consumo si è mantenuto pressoché costante. Chi ci guadagna? Non certo i consumatori, men che meno gli allevatori e i produttori di formaggio. Sorride la Gdo, che beneficia di maggiori margini a discapito degli altri attori della filiera».

Più in generale, tutto il prezzo del latte è calato quest’anno: «Il prezzo alla stalla è sceso in media più del 20% nel 2023 mentre gli oneri finanziari sono quasi triplicati – sostiene Alfredo Lucchini, vicepresidente della sezione lattiero-casearia di Confagricoltura Emilia Romagna e socio dell’Op Agri Piacenza Latte -. La Germania, prima esportatrice di latte in Italia, è tornata a riversare il prodotto sul nostro mercato dopo la battuta d’arresto dell’anno scorso. In questo scenario le aziende lattiere si sono ritrovate a fronteggiare una tempesta perfetta: l’ampia disponibilità in magazzino accompagnata però dalla domanda in drastica flessione per via anche del calo dei consumi di molti prodotti caseari». Diversa è la situazione di chi produce latte all’interno della filiera del Grana Padano, grazie alle buone quotazioni del prodotto Dop: «Purtroppo però – aggiunge Lucchini – anche i produttori di Grana Padano contribuiscono ad appesantire il mercato del latte alimentare, riversandovi le eccedenze produttive dei relativi consorzi».

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Scritto da: redazione

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