Con il prezzo dell’olio d’oliva e in particolare dell’extravergine alle stelle cosa c’è di meglio di una bella truffa per convincere che si sta comprando un affare ad un prezzo che in questo periodo si può solo sognare? E’ andata così a fine anno e ora le forze dell’ordine sono alle prese con la diffusione di falso olio d’oliva potenzialmente dannoso per la salute, venduto in stock a tre euro la bottiglia (invece degli 8-10 della media attuale) e che ha come primo punto di diffusione invaso Roma, finendo perfino alla mensa del Miur, Ministero dell’Istruzione e del Merito, come ribattezzato dal governo Meloni.
Caccia al “tarocco” nella bottiglia
La Capitale è finita invasa dal falso extravergine sulle cui tracce ora ci sono i Nas e la Procura romana. Sotto indagine decine di ristoratori che lo hanno comprato attirati dal prezzo “miracoloso” pur sapendo di esporsi al rischio di acquistare un prodotto adulterato e con rischi per la salute. A far abbassare la guardia, l’aspetto e il profumo identici all’originale, con un sapore che se ne discosta ma non in modo così significativo a meno che non si sia esperti. Cosa c’è dentro queste bottiglie finite nella dispensa e nelle cucine di almeno 50 ristoratori, fino al Miur? In realtà è olio di semi di bassa qualità, già declassificato perché ha parametri organolettici e chimici che lo rendono gravemente difettato. A questo vengono aggiunti clorofilla che ne modifica il colore e il beta-carotene che ne maschera il sapore. Una truffa in piena regola. Arrivata sulle tavole di clienti e consumatori, ma partita da dove?
L’ombra della criminalità organizzata
Tempo fa era stato il magistrato Giancarlo Caselli a illustrare le indagini massicce su prodotti alimentari fuori parametro riciclati con tecniche di sofisticazione alimentare più o meno complesse. Questa della truffa dell’olio d’oliva non è nemmeno fra le più difficili da individuare. Le indagini sono partite da un produttore clandestino in Puglia, la tracciatura delle bottiglie anonime vendute in stock ai ristoranti ha portato poi all’azione tuttora in corso dei Nas, che stanno bloccando e sequestrando le bottiglie adulterate. Il centro storico di Roma, con i locali attorno al Senato e sparsi per Testaccio, Trastevere, Fiumicino e i Castelli ha rivelato una presenza significativa di questi “mischioni” di olio contraffatto, le indagini dovranno chiarire se le forniture abbiano riguardato anche ristoratori in altre regioni italiane.
Cosa sta facendo impazzire i prezzi dell’olio d’oliva. E non è solo l’inflazione: l’approfondimento
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