75 anni, 55 di attività, 40 come firma de La Stampa. Qualche decennio ai vertici della critica gastronomica in Italia. E’ stato lui, piaccia o no, l’inventore di una certa formula spettacolare e spietata di recensione di locali e cucine nel Belpaese, isole comprese. Per questo fa molto rumore il licenziamento improvviso di Edoardo Raspelli dal gruppo Gedi (editore fra gli altri de La Stampa, La Repubblica e dell’inserto speciale enogastronomico Il Gusto). Soprattutto per le modalità con cui è avvenuto: una mail di poche righe seguita, come ha denunciato Raspelli stesso, da “una firma illeggibile“. Finisce un’epoca e termina nel peggiore dei modi.
Il giorno della beffa
Su questa vicenda Edoardo Raspelli fornisce la sua versione, comprensibilmente risentita: “Di chi è la firma nella mail arrivatami? Non si capisce, firma illeggibile. So che il direttore del Gusto si chiama Luca Ferrua ma non so che faccia abbia, che voce abbia, in questi anni ho cercato decine di volte di parlarci senza riuscirci, non risponde alle telefonate, non risponde alle mail”. Contenimento costi? Ristrutturazione editoriale? Qualcuno non sopporta più Raspelli? Sentito dal Gambero Rosso, lui risponde: “Magari non prendo i quindici euro ad articolo che si usano adesso, ma neanche chissà quale cifra, alla fine non recuperavo più neanche le spese di viaggio e del ristorante. Leggo che la Fiat ha problemi, che la Juve ha problemi, ma non saprò mai se mi hanno cacciato davvero per contenere i costi o se c’è un altro motivo“. Il giorno della beffa è lo scorso 4 gennaio, quando il re dei critici di cucina italiani scrive la sua recensione entusiastica del locale gestito a Viareggio da Prosperi, allievo del grande Ducasse. L’articolo viene pubblicato più o meno nelle stesse ore in cui arriva a Raspelli la pec con il licenziamrnto in tronco.
Un’ondata di scherni e di risentimento
Mentre Gedi usa lo stile piemontese, secco ed essenziale, per chiudere la pratica Raspelli, c’è chi gode per la sua decapitazione giornalistica e chi (perfino sullo stesso Gambero Rosso e in altre riviste di settore) scrive che “75 anni di cui 55 di critica gastronomica” possono bastare e non ci si deve lamentare troppo, e che di recente Edoardo Raspelli faceva notizia per la sua onnipresenza a manifestazioni, concorsi, proclamazione di Miss (la nuova Miss Cioccolato, La più bella del mondo proclamata a Biella e la recentissima Miss senza trucco, manifestazione ideata dallo stesso critico). L’onnipresenza non si perdona, la mole di stroncature eccellenti nemmeno, e mentre proseguono il magazine informativo online dello stesso Raspelli (Raspelli Magazine) e le puntate tv di L’Italia che mi piace.
Un re “antico” in un mondo di influencer
Ma molti esultano per il suo crollo, sottolineando che siamo nell’era degli influencer e che lui è giurassico e ingombrante. Lui replica sulle pagine del Gambero Rosso: “La ristorazione italiana è andata in malora”. Nel mezzo a tanta polemica ci sono molte tappe editoriali (lui stesso è stato responsabile del Gambero Rosso, nel 1975 con Cesare Lanza fece nascere sulle pagine del Corriere della Sera la seguitissima e detestatissima rubrica Il faccino nero, che gli procurò minacce di morte, poi tanti scritti e tanta tv). E la polizza di assicurazione da 500mila euro stipulata nel caso perda i sensi di gusto e olfatto, le sue “armi” preferite.
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