C’è un mostro in cucina? Per qualche mese si può scrivere che c’è stato (qui l’intera vicenda in dettaglio) quando Aurelien Largeau, stella dell’alta cucina e chef stellato, è balzato alle cronche internazionali per l’accusa infamante che si è ritrovato addosso. E’ stato un pessimo fine d’anno per l’ex giocatore di rugby, poi diventato eccellenza del fine dining dopo un infortunio che lo aveva portato a una rapidissima ascesa come direttore delle cucine del Hotel du Palais a Biarritz. Accusato di aver fatto spogliare un cuoco, di averlo poi legato completamente nudo ad una sedia di fronte al resto dello staff e di aver abusato di lui umiliandolo con l’uso di una mela e una carota (si può immaginare dove). Ma il il termine delle indagini avviate attorno a questa accusa infamante è una beffa e probabilmente un boomerang per chi le ha mosse.
Prima licenziato e “cancellato” poi prosciolto
Le indagini si sono concluse e la Procura di Bayonne, in Francia, ha comunicato che è stato deciso di “procedere oggi stesso all’archiviazione in mancanza di qualsiasi elemento di carattere penale”. Inoltre: “Si è rapidamente chiarito come il cuoco, che aveva evitato di sporgere denuncia, fosse parte di una messinscena scherzosa nel suo ultimo giorno di lavoro, in un contesto ludico”. Insomma, la scena sarà forse stata un po’ pesante per certe sensibilità sovraccariche di moralismo e influenzate dal clima giustizialista corrente. Ma il procuratore francese lo ha ribadito: “Nessun atto di costrizione, violenza sessuale o aggressione è stato compiuto su nessun membro dello staff, in particolare dallo chef”. Sul quale si è abbattuto il fango mediatico facendogli perdere il lavoro con chiara “violazione della presunzione di innocenza”.
Ora la paura sta dall’altra parte
Jerome Bourrier, il procuratore che ha concluso le indagini arrivando all’invito generale ad abbassare i toni di una vicenda diventata dannosa e surreale, ha sottolineato che il clamore mediatico creato attorno al caso ha fatto danni. Alla carriera e reputazione di Largeau e a quella della prestigiosa catena di hotel e ristoranti Hyatt di cui lo chef era un vanto, fino alle accuse di fronte alle quali è stato licenziato in tronco. Ora si apre la possibilità che sia Largeau a denunciare e chiedere il risarcimento dei danni subiti. A partire da quelle persone che avevano diffuso sui social un video che avrebbe provato chissà quali violenze sessuali in cucina. Largeau si era difeso subito, sostenendo che quelle accuse erano solo “un attacco falso e mostruoso al mio onore e a quello dei miei formidabili staff”. Caso chiuso, torniamo a inventare meraviglie da gustare nel piatto.
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