Sì ma anche no, no ma comunque sì ma con indicazioni precise a guidare l’acquirente. Il gioco di parole rende bene la difficoltà del ministero della Sovranità alimentare di mantenere un’approccio “protettivo” nei confronti della cultura alimentare del nostro Paese, e contemporaneamente di avere a che fare con le linee guida Ue in materia di nuovi alimenti. Così rieccoci agli insetti da mangiare. Da trovare nelle farine messe in vendita. Il ministro Francesco Lollobrigida ha progressivamentne ammorbidito i toni su questo fronte, fino ad autorizzare la commercializzazione di quattro insetti come ingrediente alimentare. Da fine dicembre è diventata ufficiale la vendita e l’uso di prodotti a base di grillo domestico, larva gialla, locusta migratoria e verme della farina.
I regolamenti vincolanti e la decisione del governo
Il decreto dello scorso 6 aprile sugli “Alimenti e preparati destinati al consumo umano, Lollobrigida ha dato il definitivo via libera ai quattro nuovi prodotti a base di insetti. Nel dettaglio, in Gazzetta ufficiale troviamo: qui la parte che riguarda il grillo, qui la larva gialla, qui il verme della farina minore e qui la locusta. Il decreto andato in Gazzetta il 29 dicembre scorso è dunque la messa in atto delle disposizioni partite ad aprile, fra lunghe resistenze del governo Meloni alla commercializzazione di questi prodotti che in molti potrebbero non trovare abbastanza “identitari” e “nazionali” come tipi di cibo. Di fatto è un piegare la testa alle disposizoni dell’Unione europea, che riguardano tutti i Paesi membri e sono vincolanti. Il via libera c’è, resta l’applicazione pure se i pareri italiano e comunitario sugli insetti nell’alimentazione restano distanti.
Come verranno venduti
Già a fine marzo scorso, Lollobrigida diceva: “Se l’Europa dice che è lecito acquistare e nutrirsi di insetti, il governo italiano sostiene che deve essere garantita anche la possibilità di non farlo. Il governo Meloni ha adottato quattro decreti nel marzo del 2023 che sono stati vagliati dall’Unione europea che nulla ha potuto obiettare rispetto alla nostra volontà di garantire la completa informazione dei cittadini italiani“. Traduzione: pur con tutte le resistenze del caso, gli insetti entrano in commercio, ma lo fanno con allestimento specifico e a parte negli scaffali dei supermercati. Nelle etichette dovranno essere specificate le quantità di ciascuno dei quattro insetti presenti, e il loro nome scientifico con traduzione in italiano a fianco. Misura presentata dal ministro come una vittoria dell’italianità, in realtà non è così. L’obbligo di traduzione è presente nei regolamenti Ue 882/2021, 188/2022, 5/2023, 58/2023 e 1975/2021. Quindi: tanto braccio di ferro con Bruxelles è stato inutile, si fa quello che vale per tutti gli altri Paesi membri. Resta la crociata tutta italiana contro il cosiddetto Novel Food, cioè la carne coltivata in laboratorio di cui per ora nel nostro Paese è vietata la vendita Vedremo se anche su questo fronte la caduta del divieto è solo questione di tempo.
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