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Tecnologia

Panasonic e Hollywood: un legame stretto che ha convinto anche Amazon

today19 Gennaio 2024 12

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Per spiegare l’arrivo del sistema operativo Fire TV di Amazon sulle TV Panasonic e, in particolare, sui nuovi OLED top di gamma Z95A e Z93A presentati al CES 2024 di Las Vegas, è necessario approfondire il legame che unisce il brand giapponese a Hollywood da ormai oltre 30 anni. Sì perché tutto ebbe inizio nel 1991, quando l’allora gruppo Matsushita (oggi Panasonic Corporation) acquisì MCA (Music Corporation of America, un’etichetta discografica che deteneva anche gli Universal Studios) per 6,5 miliardi di dollari.


Eravamo ancora in piena era analogica e “standard definition”, ma i vertici di Panasonic erano consapevoli che da lì a qualche anno sarebbe cambiato tutto e per poter vendere le nuove tecnologie (vedi DVD, televisori e videoproiettori in alta definizione) sarebbe anche servita la benzina, ovvero il supporto dell’industria del cinema. Ecco quindi che il controllo di una major come Universal consentì a Panasonic di poter seguire in prima persona lo sviluppo dei formati e degli standard casalinghi. Non a caso, da lì a qualche anno, Panasonic aprì – sempre a Los Angeles – il DVCC, il primo studio di authoring DVD (eravamo ancora nel 1995) e successivamente – nel 2001 – anche il Panasonic Hollywood Lab, un centro di ricerca e sviluppo di soluzioni audio-visive per l’industria del cinema, dei media e del broadcast.


Panasonic faceva quindi ormai parte dell’industria del cinema e dei media, con i suoi ingegneri quotidianamente a stretto contatto con tutti i migliori tecnici del settore. Una strategia che le ha consentito di acquisire un know-how inestimabile e che ha potuto poi riversare su sui prodotti.


Da tutto ciò si spiega l’eccellenza globalmente riconosciuta a Panasonic nello sviluppo dei suoi televisori, prima Plasma e ora OLED. Perché se è vero che le tecnologie vengono ancora sviluppate nei laboratori in Giappone, è poi a Los Angeles che avviene – ancora oggi – la messa a punto delle elettroniche e delle calibrazioni che ritroviamo poi sui modelli in vendita.

LA COLLABORAZIONE CON COMPANY 3

Messa a punto che vede ormai da qualche anno Panasonic collaborare con Company 3, il più importante studio di color-correction al mondo. Vi basti pensare che l’80% delle produzioni cinematografiche e serie TV statunitensi e quasi il 60% di quelle mondiali vengono affidate ai colorist di Company 3. Una realtà che lavora con tutte le major di Hollywood e tutte le principali piattaforme di streaming e che determina quindi lo “stile” di buona parte di ciò che poi andiamo a vedere al cinema o riproduciamo in casa in SDR e in HDR.

Ed è proprio ai colorist di Company 3 che gli ingegneri Panasonic richiedono i consigli per una corretta messa a punto di tutti i rigorosi parametri dell’elettronica che andrà poi a pilotare i pannelli.


In occasione di una nostra recente visita presso Company 3, Toshiya MizunoChief Picture Quality Engineer di Panasonic – ci ha confessato che i colorist hanno una tale esperienza, sensibilità e, soprattutto, memoria fotografica da riuscire a percepire a occhio anche minime variazioni dal riferimento (anche su display strumentalmente perfettamente calibrati). Proprio questa stretta collaborazione ha portato la stessa Company 3 a dotare tutte le postazioni di color correction di televisori OLED top di gamma Panasonic (al momento tutte le salette prevedono modelli MZ2000).


Naturalmente, le color correction non avvengono sui TV Panasonic, bensì su monitor professionali dedicati proprio alla color correction (con prezzi che oscillano tra i circa 30.000 euro dei modelli OLED RGB da 30 pollici Sony Trimaster BVM-X300, fino alle centinaia di migliaia di euro dei Dolby Pulsar da 42 pollici). Gli OLED di Panasonic entrano però in gioco durante la verifica finale del lavoro di color correction dedicata all’home video (quindi Blu-ray, Blu-ray 4K, digital download / VOD e streaming).


Durante la nostra visita presso Company 3 è stato interessante scoprire come per l’HDR, la stragrande maggioranza delle color e dei grading dei film e delle serie TV avvenga in realtà quasi esclusivamente sui monitor OLED Sony, che prevedono picchi di luminanza limitati a 1000 nit. Ne consegue che quasi tutti i contenuti in HDR realizzati da Company 3 non superano mai i 1000 nit di picco, con il colorist Cody Braker che ci ha spiegato come la tendenza attuale (grazie proprio all’esperienza maturata con l’HDR negli ultimi anni) sia addirittura al ribasso. Per loro è molto più importante riuscire a sfruttare l’HDR per le ombre e le basse luci, piuttosto che per i picchi luminosi estremi. Ed è una dinamica che vede uniti colorist e gran parte dei registi / direttori della fotografia. Ne consegue che sono sempre più rare le produzioni da oltre 1000 nit in HDR per cui ci si affida al monitor Dolby Pulsar da 4000 nit di picco.

E, in effetti, è un qualcosa che avevo già notato anch’io da un paio d’anni a questa parte e che dovrebbe far riflettere noi, ma soprattutto l’industria, in merito alla reale necessità di continuare questa rincorsa ai “mila e mila nit” che vede ultimamente protagonisti i produttori di TV (si è addirittura arrivati ai 10.000 nit di picco annunciati da Hisense per i suoi nuovi Mini LED da 110 pollici).

DA HOLLYWOOD, AGLI AMAZON STUDIOS E FIRE TV


Vi starete ora chiedendo: cosa c’entrano Hollywood, il Panasonic Hollywood Lab e Company 3 con la decisione di Panasonic di dotare i suoi nuovi TV OLED del sistema operativo Fire TV di Amazon? Bene, il comun denominatore è sempre Los Angeles, visto che Amazon è diventata da qualche anno protagonista del mondo cinema e serie TV con la sua piattaforma Prime Video e anche produttrice di contenuti con i suoi Amazon Studios e l’acquisizione di MGM e relativi studios di Culver City.


E a chi affida Amazon Studios gran parte delle color delle sue produzioni film e serie TV? A Company 3, naturalmente! Quindi erano già diversi anni che i responsabili Amazon vedevano all’opera i TV Panasonic e sono stati proprio loro a contattare i vertici di Panasonic America (e il paradosso è che Panasonic, attualmente, non distribuisce i suoi TV sul suolo statunitense, n.d.r.) auspicando una collaborazione. I primi contatti sono avvenuti nel 2019 e ci è voluto quindi qualche anno per convincere gli ingegneri di Panasonic a fare il grande passo. Sì perché l’ostacolo più grande da superare è stato quello di riuscire a ottenere garanzie in merito alla possibilità di adattare l’ecosistema Fire TV alle rigorose esigenze di gestione dell’elettronica e delle funzionalità richieste da Panasonic.


I rispettivi ingegneri hanno quindi iniziato a parlarsi e già lo scorso anno, con la serie LCD MX800 dotata di Fire TV, abbiamo iniziato a intravedere i primi frutti della stretta collaborazione, con i menù che hanno visto la comparsa di voci e funzionalità inedite fino a quel momento in ambito sistema operativo Fire OS installato su alcuni modelli TV di altri brand (come Xiaomi o Toshiba, ad esempio).


Ma per approdare anche sugli OLED top di gamma serviva un ulteriore sforzo ed è così nato anche il nuovo processore HCX Pro AI mkII più potente e in grado di gestire la complessità dell’ecosistema Fire TV, nonché le varie funzionalità proprietarie di gestione ed elaborazione video e audio di Panasonic che gli ingegneri giapponesi hanno dovuto riscrivere in linguaggio Java.


Senza contare le avanzate funzionalità gaming (da quest’anno con supporto fino a 144 Hz) e quelle di tone-mapping HDR e riduzione del banding (il nuovo Gradiation Smoothing) o la gestione dei doppi tuner, la funzionalità TV->IP, la registrazione su chiavette USB e l’attivazione automatica del preset “Filmaker” sui contenuti Prime Video

Dal canto suo, Amazon ha colto questa occasione per apportare migliorie al suo ecosistema, introducendo per la prima volta alcune nuove funzionalità come l’”Ambient Mode” che rende il TV una sorta di display “always on” con screen-server artistici, orologio, meteo e soprattutto widget personalizzabili per interagire direttamente con Alexa e controllare altri dispositivi compatibili. Per quanto riguarda i dispositivi “Smart Home” è stato poi inserito un tab specifico che permette di riunirli e, nel caso di telecamere o citofoni, di poterli monitorare direttamente dal TV con tanto di Picture in Picture e possibilità di interazione vocale.


Tutte scelte che si riflettono poi anche sul telecomando, che rimane in perfetto stile Panasonic e con tutti i tasti di richiamo “Input”, personalizzazioni “MyApp”, registrazione e preset di immagini cui siamo sempre stati abituati in questi anni. Nonostante ciò, appare ora in bella evidenza il tasto di attivazione “Alexa”, anche se l’assistenza potrà anche essere richiesta direttamente dai microfoni a bordo del televisore stesso (in perfetto stile smart speaker Echo).


Insomma, dopo anni di sostanziale ritardo da parte di Panasonic in ambito Smart TV, l’approdo di Fire TV rende i nuovi OLED Z95A da 55 e 65 pollici (con pannelli MLA) e Z93A da 77 pollici del costruttore giapponese decisamente più moderni e “freschi”… in attesa poi di scoprire il resto della gamma e, soprattutto, le prestazioni.



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Scritto da: redazione

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