Click Boom! ha una doppia anima
“Sì, racconta un po’ come sono: dolce e sensibile, ma anche dura cazzuta. Inoltre ha un piede nel pop e un’altro nell’urban e nel rap. A questa dualità musicale non voglio rinunciare. Sarà rischioso proporla a Sanremo, ma questa sono io e non ho paura di osare. Voglio essere me stessa”.
È una canzone che parla d’amore
“Sì, ma in modo diverso. Di solito si raccontano i cuori spezzati o gli amori meravigliosi. Volevo esplorare gli amori totalizzanti e luminosi che hanno però un lato oscuro. Amori forti che talvolta portano ad annullarsi e alla dipendenza. Per me è molto importante. A volte i sentimenti sono ingombranti. L’amore è un bel proiettile”.
Ti rifai a qualcosa di personale?
“Spesso scrivo cose personali. È da nove anni che ho un marito meraviglioso, facciamo musica insieme e ci amiamo da morire. Sono una donna forte nella vita, quando mi innamoro però perdo un po’ qualcosa di me, sono gelosa e in parte mi annullo. La frase che racchiude l’essenza della canzone è: ‘Se non mi importa di te non mi importa di me’”.
Pensi che la tua canzone rispecchi la realtà di oggi?
“Senza dubbio. Questo amore esiste e bisogna accettarlo. Credo che ogni relazione porti con sé un po’ di tossicità, bisogna esserne coscienti e accettare che l’amore è imperfetto per potersi migliorare e non soffrire”.
Sei consapevole che potrebbe essere un messaggio borderline? Le femministe potrebbero criticare il fatto che questo amore è proprio quello che non vogliono oggi. E che una donna emancipata e forte non soccomba e non si annulli.
“Sono consapevole. Mi espongo in prima linea per i diritti delle donne, ma ci deve essere spazio per una donna femminista che possa essere passiva in una relazione. Combattiamo per i nostri diritti, per la parità dei sessi, ma siamo le prime vittime della società e siamo succubi di noi stesse. Ci deve essere spazio per una donna imperfetta. Sono vegana, vorrei un mondo migliore, ma sono imperfetta nell’esserlo”.
È terapeutico lavorare con tuo marito Sixpm?
“Lavorare con il proprio partner è meraviglioso, si condividono gioie e dolori, ansie e frustrazioni. In due ci si salva. In studio lui è molto duro con me e io uguale. Diamo sempre il massimo. Quando esce dallo studio lui resetta subito tutto, io invece vorrei strozzarlo. In senso metaforico… “. Ride.
E com’è condividere il marito con Sangiovanni?
“Andrea collabora con molti artisti, ha lavorato con Jovanotti, Mengoni, Elisa. Sono la sua musa ispiratrice e la sua fan numero uno. Più produce e più fa soldi. Sono contenta… a volte, secondo me, rubacchia le mie idee e le porta ai colleghi”. Ride.
Amadeus ha rivoluzionato Sanremo. Ci sono stati Lazza, ora tu, Ghali, Geolier, ecc.. Che cosa ne pensi?
“Sanremo è un’opportunità. La bella musica è tanto urban, trap e rap giovane. Non è essere progressisti, ma essere nel presente. Prima Sanremo era ancorato al passato. Amadeus lo ha attualizzato. Ho molti amici in gara e sono contenta: da Sangiovanni a Fred De Palma ad Annalisa, da Gazzelle a Geolier. Non vedo l’ora di conoscere Loredana Bertè e Fiorella Mannoia”.
Quale sarà il tuo look sul palco dell’Ariston?
“Sarà diversa da come tutti si aspettano. Non sarà estrosa perché voglio che la canzone sia protagonista. Gli orpelli fashion e l’aspetto fisico vengono dopo. Vogliono che siano da sfondo alla performance”.
È vero che canterai la cover con Claudio Santamaria?
“Sì, ma non posso dire altro. Sarà qualcosa di dirompente che lascerà il segno”.
Su 30 artisti in gara solo otto sono donne. Come lo vedi questo sbilanciamento?
“Nella musica, come in tanti ambiti, c’è disparità, ma ancora per poco. Guardando le classifiche americane ci sono donne libere e pazzesche. Anche le nostre popstar sono più cazzute, fanno la musica che a loro piace. Siamo poche a Sanremo, ma super power”.
Un podio al femminile lo reputi possibile?
“Vorrei che dopo dieci anni vincesse una donna. Sarebbe bello, ma non perché è il momento giusto. Deve vincere la musica non chi canta. Per me vincerà una donna, ma sul podio ci saranno anche i colleghi uomini. Hanno delle canzoni troppo belle”.
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