Regista e attrice fuori dalle candidature più prestigiose, il film non è candidato. Spuntal la nomination a Ryan Gosling, bambolotto imbecille che piace
Lo scrivevamo qui subito dopo aver visto e recensito Barbie di Greta Gerwig. In un film “a programma” dichiaratamente femminista e paritario come è Barbie, il vero vincitore a fine visione risultava il ridicolo e insicuro Ken interpretato da Ryan Gosling. Per niente preoccupato di essere ritratto come fusto imbecille vestito in modo ancora più imbecille per tutta la durata della storia. E ora ad essere candidato all’Oscar come migliore attore non protagonista è lui. Non c’è traccia di nomination per la Gerwig come migliore regista (sarà una gara soprattutto fra il Nolan di Oppenheimer e il Lanthimos di Povere creature!) né della pur bravissima Margot Robbie fra le migliori attrici, dove con tutta probabilità la spunterà Emma Stone? Dunque? Perché questa bocciatura eclatante?
“Non c’è Ken senza Barbie”
Gosling lo ha detto subito dopo aver ricevuto la notizia della sua nomination: “Non c’è Ken senza Barbie”, sottolineando che le due grandi escluse dalla corsa al massimo premio cinematografico sono fondamentali per la riuscita del suo personaggio. Ma già ai Golden Globe, Barbie, film fenomeno dell’anno e più grande incasso cinematografico della storia, se si guarda alle regie femminili, aveva avuto una brutta battuta d’arresto. E’ probabile che un riconoscimento lo abbia l’America Ferrera che è in un personaggio secondario ma recita il monologo su quanto sia difficile essere donna in questo mondo, classico “spiegone” tutto politically correct che piace tanto agli americani. Che però puniscono tutto il resto.
Un “giocattolone” che fa successo e dà fastidio
E’ una punizione da parte dell’Academy, ancora centro di potere soprattutto bianco, Wasp e conservatore? Di aperture negli ultimi anni ce ne sono state, soprattutto sulla questione razziale. Ma il femminile? Si obietterà che la storia degli Oscar è piena di attrici premiate per la loro eccellenza, molte meno sono le registe ma ci sono (dalla Bigelow a Chloé Zao). E forse un film così “fantastico” per ambientazione viene percepito come non abbastanza artistico, ne sanno qualcosa il Cameron di Avatar ma anche Nolan sempre snobbato fino ad Oppenheimer. Forse Barbie, “giocattolone” di incredibile successo, ha finito per dare fastidio a chi ha davvero il potere. O forse, fatta la tara a mode MeToo e woke ora tanto in voga, non è poi questo gran film memorabile. Gerwig e Robbie, bocciate come regista e attrice, potrebbero conunque rifarsi come migliore sceneggiatrice e migliore produttrice. Nel frattempo è polemica, e protesta.
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