Roots of Yggdrasil è un gioco rogue-like con le carte e una parte gestionale
Nonostante si possa morire – sì, ci toccherà a tutti, sappiatelo – anche la strada verso il Valhalla non è semplicissima e prevede un cammino lungo e tortuoso che ci porterà ad una peregrinazione non propriamente semplice per raggiungere l’agognato riposo eterno.
Sulla nostra nave volante il delicato, ma importante, carico dovrà giungere a destinazione, ma per farlo dovrà seguire una strada disseminata di impervi bivi, strade che presentano anguste biforcazioni, con l’obiettivo di ricaricarci, ottenere i germogli (e gli obiettivi del caso) degli alberi magici che ci daranno l’energia sufficiente per passare da landa a landa fino al nostro arrivo nella pace eterna.
Se di questa supercazzola non avete capito nulla, e nemmeno di che gioco si tratti, bè, aspettate, perché non avete ancora letto nulla, il gameplay non è più semplice da capire, anzi l’introduzione è anche carina, per altro lo è anche il gioco in sé, ma gli sviluppatori si sono dimenticati che gli utenti non hanno l’infusione delle conoscenze arcane del modo in cui si gioca, di conseguenza non basta uno striminzito tutorial per capire come muoversi sul terreno e quali azioni è meglio compiere e per questo tenterò un approccio io.
La strada per il Valhalla è disseminata di… carte!
Di base questo è un classico rogue-like con le carte, a cui vengono aggiunti elementi gestionali; lo scopo in questo caso non è giocare contro un avversario che ci affronta direttamente, bensì, contro il tempo e un’“ombra” che dopo un tot di turni ammanta i nostri territori e se non riusciamo a portare a casa gli obiettivi entro un tot di tempo… game over. Per questo dovremo usare oculatamente il nostro deck, dato che ogni azione ha un peso e la fine del turno è la fine di un giorno… e i giorni non sono mai moltissimi a partita.
Le carte infatti permettono di giocare alcune case su una zona, questo permetterà di avere manodopera da investire nell’estrazione di oggetti naturali quali piante e rocce e a nostra volta nell’elemento più importante, ovvero il simbolo con le spade incrociate grazie al quale potremo scoprire nuove porzioni di territorio. Non è finita qui però perché la magia di alcune piante ci darà linfa importante per alimentare alcune produzioni e proseguire lungo il cammino fino al completamento degli obiettivi. La distribuzione è importante dato che il numero di abitante per zona attiva delle abilità, ma troppa ressa in un punto ne impedisce la corretta collocazione.
In conclusione questo è ciò che si deve fare, nel corso del nostro gameplay andremo poi a sbloccare specifiche carte o in generale, alla sconfitta, potremo comunque acquisire esperienza per sbloccare altri elementi utili per le run successive. La parte meno logica, ma è ancora in early access, quindi questo cosa potrebbe anche starci, è che seppure non sia complesso rispetto ad altri giochi molto più intricati come combinazioni, logiche, meccaniche e funzionamenti, è spiegato malissimo.
Alcune cose il gioco le dice, ma la maggior parte sono a vostra intuizione e il menù e gli obiettivi non vi aiutano in questo scopo. Dopo averlo giocato un po’ di tempo sono comunque giunto alla conclusione di aver trovato quello che mi serviva, ma non si può dire che sia stata un’operazione semplice e soprattutto che ancora adesso abbia compreso tutto, il che è strano (non per le mie limitate capacità cognitive) ma perché è raro che un gioco non abbia un tutorial esaustivo.
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