Il 5 febbraio è stata la Giornata nazionale contro lo spreco alimentare, un’occasione per riflettere su un problema di grande impatto ambientale e sociale. Per comprendere l’entità dello spreco alimentare a livello mondiale, secondo quanto riporta Unep, il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente, nel 2019 sono stati prodotti 931 milioni di tonnellate di scarti alimentari, dei quali la grande maggioranza (61%) sono rifiuti domestici, il 26% proviene dal mondo della ristorazione e il 13% dalla vendita al dettaglio. Numeri impressionanti, per altro in parziale miglioramento almeno a quanto indica l’ultimo rapporto Waste Watcher International che nel 2023 evidenzia una decisa riduzione di rifiuti alimentari in diversi dei Paesi, tra cui Germania -43%, Spagna -40%, USA -35%. E in Italia? La riduzione c’è, anche se è meno evidente, 12 punti percentuali in meno.
Gli americani sprecano più cibo
Da un’analisi di Waste Watcher International relativa al mese di agosto 2022 condotta su 9 Paesi del mondo (Italia, Spagna, Germania, Francia, Regno Unito, USA, Brasile, Giappone, Sudafrica), gli USA risultano i più spreconi, con oltre 1,3 kg di alimenti buttati pro capite alla settimana. Al secondo posto i cinesi che mediamente buttano circa 1,1 kg di alimenti. Tra i Paesi più virtuosi il Giappone (362 grammi pro capite a settimana) e il Sudafrica (324,6 grammi). L’Italia tra i 9 Paesi analizzati è in buona posizione: in media ogni italiano spreca 595,3 grammi di cibo a settimana. A livello di categorie alimentari, la frutta è il cibo più sprecato, in Italia ne gettiamo 30,3 grammi a persona a settimana, seguito dall’insalata (25,4 grammi) e poi dal pane fresco (22,8 grammi).
Economia circolare per ridurre gli sprechi
Innovazione tecnologica applicata all’economia circolare: è questa, in sintesi, la formula per cercare di porre un freno allo spreco alimentare. In particolare, è necessario introdurre tecnologie innovative in agricoltura e adottare processi avanzati per la trasformazione degli scarti in nuovi prodotti ad alto valore aggiunto. È quanto indicato dallo studio “Verso la circolarità del sistema agroalimentare: modelli di business e buone pratiche”, realizzato nell’ambito di Icesp, piattaforma italiana per l’economia circolare promossa da Enea con l’obiettivo di diffondere la conoscenza dell’economia circolare attraverso specifiche azioni. Tra le soluzioni suggerite dallo studio citato per cercare di ridurre gli sprechi alimentari, c’è quella di realizzare i cosiddetti “atlanti del cibo”, che permetterebbero di avere una conoscenza più approfondita sulle caratteristiche, i punti di forza e di criticità su diversi temi, tra cui il sistema alimentare metropolitano, il sistema di coltivazione idroponico che utilizza gli scarti alimentari, oltre che l’impiego degli insetti come fonte proteica naturale per i mangimi degli animali da allevamento. Lo studio di Enea, inoltre, suggerisce alcune soluzioni ad hoc per ridurre le emissioni nelle aziende agricole, specie quelle vitivinicole, per la rinaturalizzazione di aree agricole e umide, oltre che per iniziative per il recupero e la rivendita di cibi di “seconda scelta”.
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