Intervista a Giuseppe Caporale, autore della pubblicazione sullo scottante argomento: “Il cambiamento climatico continuerà a portare frane, alluvioni e tragedie nel nostro Paese. Al Nord ci saranno sempre più eventi estremi e al Sud sempre più caldo. Occorre una nuova visione. Aiuti per i contadini”
di Laura Rio
Nulla tornerà come prima nel mondo e nel Mediterraneo. Il cambiamento climatico continuerà a portare frane, alluvioni e tragedie nel nostro Paese. Al Nord ci saranno sempre più eventi estremi e al Sud sempre più caldo. Occorre una nuova visione che vada oltre quella ideologica a favore di un modello pragmatico di sostegno delle categorie meno ricche.
Ecco, in poche parole, la denuncia e l’invito a mobilitarsi contenuti nel libro “Ecoshock” di Giuseppe Caporale (Rubbettino edizioni), arrivato a Sanremo per presentare il volume in occasione del Festival. Argomento quanto mai urgente: si è trovato, infatti, a pochi metri dai contadini che protestano proprio contro le misure “green” volute dalla Comunità Europea.
Caporale, come nasce il suo libro?
“Nasce da una esigenza: per vent’anni sono stato il giornalista del giorno dopo raccontando da cronista i drammi del territorio italiano, tutti evitabili. Con questo libro cerco di essere giornalista del giorno prima: di mettere i progressi della scienza al servizio dell’informazione”.
In che modo?
“Gli italiani devono capire che il clima mite del Mediterraneo è morto e non tornerà mai più. Il 94 per cento del territorio italiano è a rischio. Qui a Sanremo in questi giorni c’è un’allerta meteo mentre a Lecce stanno facendo il bagno. E’ un tema culturale: le conseguenze del cambiamento climatico impongono modelli di stili di vita differenti, c’è un problema urgente di messa in sicurezza del territorio. Nel libro incrocio le mappe dei rischi con i dati dei centri di climatologia. L’obiettivo è informare le persone e renderle sempre più consapevoli”.
Com’è possibile far convivere il cambiamento degli stili di vita con le difficoltà delle persone più povere?
“E’ il modello industriale che deve cambiare. Per esempio il parco auto italiano è il più vecchio e tra i più inquinanti d’Europa. Però per risolvere questo problema bisogna aiutare le persone meno abbienti a cambiare le auto con degli incentivi, è necessario il sostegno pubblico”.
Qui a Sanremo sono arrivati i contadini con i trattori per portare le loro proteste contro le norme comunitarie del “Green Deal” europeo, pensato per la transizione verso un’agricoltura più sostenibile.
“Bisogna mettersi nei panni degli agricoltori che sono le prime vittime del cambiamento climatico: loro i danni alle culture li vivono tutti i giorni. Però portare all’esasperazione i produttori non porta agli obiettivi voluti. Infatti si è fatta marcia indietro. La strada giusta è accompagnare le categorie disagiate verso un cambiamento graduale, il loro dolore non va combattuto ma sostenuto”.
Problemi portati qui a Sanremo dai contadini, ma che non ha trovato spazio nella musica.
“In effetti Sanremo ha perso un’occasione per trattare uno dei problemi più importanti del momento. Nessun cantante l’ha portato sul palco. Peccato”
di Laura Rio
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