“L’ambasciatore di Israele mi critica? Il fatto che lui parli così non va bene…”. Ghali, dal palco del teatro Ariston, risponde all’ambasciatore di Israele a Roma, Alon Bar. Il diplomatico ha criticato il Festival di Sanremo 2024 perché, a suo avviso, il palcoscenico è “stato sfruttato per diffondere odio e provocazioni in modo superficiale e irresponsabile”. Chiaro il riferimento in particolare al messaggio ‘stop al genocidio’ che Ghali ha lanciato ieri durante la serata finale. “Non so cosa rispondere, mi dispiace tanto che abbia replicato in questo modo. Ci sarebbero state tante cose da dire… Per cosa dovrei usare questo palco? Io sono un musicista e ho sempre parlato di questo da quando sono bambino”, dice Ghali oggi, a Domenica In, rispondendo ad una domanda sulle parole dell’ambasciatore.
“Da quando ho scritto le mie prime canzoni, a 13-14 anni, parlo di quello che sta succedendo. Non è dal 7 ottobre, questa cosa va avanti da un po’… Il fatto che lui parli così non va bene… Continua questa politica del terrore, la gente ha sempre più paura di dire ‘stop alla guerra’ e ‘stop al genocidio’. Le persone sentono che perdono qualcosa se dicono ‘viva la pace’, non deve succedere questo… Ci sono i bambini di mezzo: io da bambino sognavo e ieri sono arrivato quarto a Sanremo. Quei bambini stanno morendo, chissà quante star, quanti dottori, quanti geni ci sono tra loro…”, dice.
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