Prelievi diretti, consumo intensivo del suolo, un processo decennale di cementificazione, la mancanza di invasi e in generale di opere di ingegneria naturalistica per favorire la corrivazione. È in corso il dissanguamento d’acqua del Lago Albano, lago vulcanico nell’area dei Castelli Romani, vicino Roma. Come si legge sul post Facebook dell’organizzazione di tutela ambientale ‘Grottaferrata Sostenibile’, il Lago Albano ha perso sei metri in 39 anni: una media di circa 15 centimetri ogni 12 mesi. “Mi sono occupato della situazione delle falde acquifere dell’area ed è emersa la questione del Lago Albano, a ottobre 2022 ho fatto misurazioni con un idrometro artigianale per valutare le oscillazioni, in un anno solare sono stati persi 28 centimetri”, racconta a a SostenibileOggi Giancarlo Della Monica, il fondatore di Grottaferrata Sostenibile e delegato allo Sviluppo Sostenibile dell’amministrazione comunale, incarico arrivato dal sindaco Mirko Di Bernardo, eletto due anni fa.
Neppure la prima parte particolarmente piovosa dell’ultimo autunno ha fatto segnare la risalita della falda acquifera del Lago Albano. “Ho notato che il livello era sceso ulteriormente, mi sono informato e ho scoperto, come riportato poi da alcuni articoli di giornale, che vengono effettuati diversi prelievi diretti da parte di società come Acea, Eni (per una struttura della zona), anche dal Vaticano (per le Ville Pontificie): si tratta di 300 litri al secondo di prelievo per alimentare i Comuni di Albano, Ariccia e Castel Gandolfo. Quasi 26 mila metri cubi al giorno”.
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