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Tecnologia

Recensione Fujifilm X100VI: la regina delle compatte è tornata

today20 Febbraio 2024 18

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In pochi si sarebbero aspettati l’enorme successo della Fujifilm X100V, spinto soprattutto da social come TikTok, eppure è stata una delle mirrorless APS-C più chiacchierate da due anni a questa parte. Un look super vintage e delle incredibili simulazioni pellicola hanno creato il giusto mix per catturare il “vecchio” pubblico ma anche una grandissima fetta di utenza che si è lasciata affascinare dalle potenzialità di una fotocamera compatta come non se ne producono più. Da molti definita come la Leica “low-cost”, finalmente Fujifilm porta sul mercato la nuova generazione della sua fotocamera più amata, la nuovissima Fujifilm X100VI, migliorando tutto ciò che si chiedeva a gran voce. Vi ricordo che la X100V è stata out of stock per la maggior parte del 2023 per la tanta richiesta, spesso al punto da dover costringere fuji a sospendere gli ordini a causa di questa domanda elevata.

La X100VI riprende dalla X-T5 il sensore X-Trans 5 HR e l’X-Processor 5, offrendo prestazioni identiche alle ammiraglie APS-C della casa nipponica. Non solo perché finalmente abbiamo a disposizione un meccanismo di stabilizzazione del sensore IBIS fino a 6 stop, essenziale nell’ambito chiave d’uso di una fotocamera come questa X100VI: la street photography. Il prezzo lievita e non di poco: parliamo di 1849€ rispetto ai 1529€ della X100V. Fujifilm finalmente sfrutta il trend della X100V e lancia anche una limited edition 1934 con, per l’appunto, solo 1934 pezzi. Riusciranno le novità hardware e qualche aggiunta software, come un autofocus migliorato e la nuova simulazione pellicola REALA ACE, a giustificare un prezzo così importante? Scopriamolo subito in questa recensione completa.

INDICE

ESTETICA E DESIGN

Esteticamente farete fatica a notare differenze tra la X100V e la nuovissima X100VI. Esclusa una piccola ottimizzazione della posizione dei tasti posteriori non si notano differenze lampanti. Soltanto mettendo vicino i due modelli noteremo una X100VI leggermente più spessa e grande, con un peso in mano che lievita fino a toccare poco meno di 530g. Rimane perfettamente una fotocamera tascabile ed io personalmente l’ho inserita più volte all’interno di tasche di giacche invernali e primaverili. Il lens cap in metallo necessita di molta forza per essere rimosso ed è quindi impossibile perderselo mentre abbiamo la fotocamera al collo. X100VI rimane una di quelle poche fotocamere che è piacevole indossare al collo in primis per la sua estetica, tanto che sarà impossibile non catturare l’attenzione delle persone quando la utilizziamo in esterna.

Tutto rimane al suo posto per il resto, come le tantissime ghiere per i controlli manuali. Ne troviamo una per l’esposizione ed una per l’ISO ed i tempi di scatto. Ci sono due rotelle zigrinate, fronte e retro, per modificare eventuali settaggi ed entrambe sono cliccabili. Bene il joystick posteriore ed il selettore frontale per passare dal mirino ottico (galileiano) OVF a quello elettronico EVF. Vi ricordo che ovviamente abbiamo la possibilità di un ibrido quindi seppur sia in utilizzo quello ottico possiamo avere delle informazioni essenziali a vista come ISO, apertura e tempi di scatto, nonché messa a fuoco.


Lateralmente c’è lo sportellino per collegare accessori audio tramite l’ingresso jack da 2.5mm, la type-c per la ricarica o microfoni tramite adattatori e l’ingresso micro HDMI (D). Presente il flash frontale come da tradizione X100. Rimane anche il selettore per la messa a fuoco singola/continua/manuale a lato e purtroppo con la sua plastica economica rimane l’unica nota stonata del comparto estetico. La fotocamera infatti è per la maggior parte in simil pelle (plastica) e basata su una struttura in alluminio. La parte superiore è in alluminio anodizzato per resistere meglio nel tempo. Lo sportello per batteria e SD è posto inferiormente, non un realme problema essendo la fotocamera pensata per essere usata a mano libera senza cavalletti o rig.

MIGLIORIE HARDWARE: COME UNA X-T5

La Fujifilm X100VI crea un ibrido perfetto tra la precedente generazione e le ammiraglie fuji APS-C. Eredita infatti dalla X-T5 il sensore retroilluminato CMOS X-Trans 5 HR ed il processore X-Processor 5. Assieme al nuovo sistema di stabilizzazione del sensore IBIS fino a 6 stop e all’ottima ottica Fujinon 23mm f/2.0 II che già trovavamo sul vecchio modello otteniamo un mix di caratteristiche eccellente. Bene che siano rimasti anche i Filtri ND, troppo spesso snobbati ma essenziali in contesti come le fiere, nel nostro caso, così da evitare il flicker delle luci artificiali o dei display degli smartphone come iPhone o Samsung.

Finalmente con questa X100VI si ha tra le mani qualcosa che restituisce la sensazione di avere una fotocamera premium non solo all’esterno ma anche all’interno. Il “vecchio” sensore ma soprattutto la mancanza di stabilizzazione era un qualcosa che spesso mi hanno allontanato dall’acquisto di una X100V usata. Molti si sarebbero aspettati un cambio dell’ottica ma un cambio dai 23mm avrebbe snaturato troppo un prodotto nato per questa focale fissa e l’apertura f/2.0 è tutto sommato accettabile seppur, a quattro anni di distanza, era auspicabile avere magari un f/1.8 per un piccolo boost in condizioni critiche di luce o per un pizzico in più di bokeh.

Come per la X100V anche su questo nuovo modello troviamo due lenti asferiche che migliorano sensibilmente la qualità rispetto al passato. Escluse le varie possibilità offerte dal mirino, elencate in precedenza, possiamo sfruttare in fase di scatto anche il buon display LCD touch. Questo si può inclinare verso l’altro, per scattare con la fotocamera in posizioni basse rispetto al nostro volto, o viceversa verso il basso. Il touch può essere usato per la messa a fuoco, per lo scatto ma anche per scorrere e selezionare le impostazioni rapide. Non è possibile usare il touch soltanto per il menù completo delle impostazioni, probabilmente per le piccole dimensioni di esso non adatte ad un utilizzo di questo tipo.


STESSA BATTERIA MA AUTONOMIA MIGLIORATA

Strano ma vero la batteria è la stessa della Fujifilm X100V ma ora ci offre decisamente più scatti con una singola carica. Personalmente ho raggiunto le 180 foto (JPEG/HEIF+RAW) e circa 15 minuti di registrazione video con una singola ricarica. Ad oggi sono a più di 500 foto, oltre 40 minuti di video tra 6.2K e 4K ed ho effettuato due ricariche e poco più. Insomma quello che si faceva con la X100V ma con quel piccolo extra che comunque gradiamo. Le batterie poi sono piccole e leggere quindi non è un gran problema trasportarne più di una.

L’AUTOFOCUS LEGGERMENTE MIGLIORATO CON “AI”

Eh già, ormai l’Intelligenza Artificiale è arrivata anche all’interno delle fotocamere ed in questo frangente fa capolino quando si parla di autofocus. L’IA, tecnicamente, dovrebbe aiutare la fotocamera a riconoscere soggetti quali animali, macchine, uccelli, motociclette, aeroplani e treni. Sono 425 i punti di messa a fuoco e abbiamo varie selezioni precise per l’area nella quale vogliamo concentrare la ricerca del focus automatico. Il joystick aiuta molto nel controllo manuale come anche la ghiera con controllo elettronico della messa a fuoco manuale, posizionata accanto a quella fisica per il controllo dell’apertura. Il riconoscimento del volto e dell’occhio è fulmineo ma, soprattutto in video, visualizzando i risultati finali si nota ogni tanto un leggero ghosting. Fortunatamente le impostazioni a disposizione sono molte e quindi tramite un settaggio fine si può arrivare a delle performance migliori di quelle stock.


SCHEDA TECNICA

  • sensore: X-Trans CMOS 5HR retroilluminato da 40,2MP
  • lenti: Fujinon con lunghezza focale fissa 23mm (equivalente al formato 35mm: 35mm)
  • motore di elaborazione delle immagini: X-Processor 5 High Speed
  • stabilizzazione dell’immagine: IBIS a 5 assi fino a 6,0 stop
  • ​simulazione pellicola: 20 modalità inclusa la nuova REALA ACE con tonalità ad elevato contrasto
  • ISO 125: opzione disponibile nativamente
  • algoritmo di previsione della messa a fuoco automatica
  • AF con rilevamento del soggetto di X-Processor 5: AI per rilevare animali, uccelli, auto, moto, bici, aerei, trwni, insetti, droni
  • mirino: ibrido avanzato OVF+EVF (EVF con pannello OLED e 3,69 milioni di punti)
  • funzione ERF (Electronic Range Finder): visualizzazione simultanea di piccolo EVF su OVF
  • monitor LCD: inclinabile, richiudibile, touch
  • tasti posteriori: riposizionati, più facili da raggiungere con la mano destra
  • registrazione filmati: 6,2K a 30p
  • funzione AF tracking durante la registrazione dei video
  • supporto Frame.io Camera to Cloud
  • collegamento: wireless per caricamento automatico di foto e video
  • resistenza: necessario anello adattatore opzionale AR-X100 e filtro di protezione PRF-49
  • disponibili:

    • paraluce opzionale LH-X100
    • convertitori ottici per la modifica della lunghezza focale a parità di prestazioni ottiche:

      • Wide Conversion Lens (WCL-X100 II) moltiplica la lunghezza focale di 0,8x con conversione in 28mm (35mm eq.)
      • Tele Conversion Lens (TCL-X100 II) restringe il campo visivo moltiplicando la lunghezza focale di 1,4x con conversione 50mm (35mm eq.)

    • custodia in pelle LC-X100V

LA QUALITA’ DI IMMAGINE

I file JPEG O HEIF ottenuti da questa X100VI sono strepitosi. Gli HEIF tra l’altro sono una novità e possono essere ottenuti in 10bit 4:2:2. Con una simulazione pellicola generica otteniamo dei JPEG da crica 20MB e RAW (.RAF) da circa 80MB. Se vi avvicinate per la prima volta al mondo Fuji con sensori a filtro colore X-Trans occhio perché i RAW differiranno molto in base al software che andate a sfruttare per la demosaicizzazione. Personalmente non ho avuto ancora modo di toccare con mano la modifica dei RAW poiché non ancora supportati dalle applicazioni come Lightroom essendo la fotocamera ancora non in commercio mentre scrivo questa recensione.

Tra le venti simulazioni pellicola a disposizione, tra le quali la nuovissima REALA ACE, ho sfruttato molto la classica NOSTALGIC NEG, CLASSIC NEG, CLASSIC CROSS e ACROS + Filtro Giallo. La parola d’ordine è sicuramente personalizzazione in questo caso perché a partire dalla simulazione della pellicola potete effettuare tante piccole tarature per ottenere la vostra personale simulazione preferita. REALA ACE si posiziona a metà tra una PROVIA e una CLASSIC CHROME, risultando ideale per una fotografia da tutti i giorni e tutte le occasioni. Avendo avuto poco tempo a disposizione ho preferito incentrare queste prime settimane di utilizzo per delle simulazioni pellicola più aggressive (ma non per questo migliori) per poi normalizzare l’uso con delle simulazioni più comuni da usare tutti i giorni.

Vi ricordo che nel menù rapido potete salvare fino a sette preset rapidi in modo da poter cambiare in un secondo da una simulazione pellicola personale all’altra. I risultati sono sovrapponibili a quelli che si possono ottenere da una X-T5 con un Fujinon XF23mm f/2.0 ma con un vantaggio in dimensioni considerevole, soprattutto se pensiamo ai filtri ND integrati. Personalmente utilizzo una Olympus EM-1 Mark II con Panaleica 15mm f/1.7 e passare a questa X100VI è stato un grandissimo salto avanti per quanto riguarda la qualità finale degli scatti. L’apertura passa da f/2 a f/16 ma la fotocamera riesce ad operare al meglio tra f/2.8 e f/11. La X100VI poi, rispetto a una X-T5 o Pro4 ha otturatore centrale, un mirino migliore, un filtro ad-hoc per la sua ottica e molto altro come una tropicalizzazione completa e che non deve far fede al cambio ottica.

Il mio focus sono spesso i ritratti e sono abituato a scattare con un 90mm attaccato alla fotocamera il 90% del tempo. Passare ai 35mm fissi è stato nei primi giorni un po’ claustrofobico ma superato questo periodo iniziale ho iniziato a trovare il giusto approccio con questa lunghezza focale e mi sono dimenticato dello stress del portarsi 3 o 4 obiettivi dietro da cambiare ogni scenario e situazione differente. Simulando qualche ritratto ho potuto notare come il bokeh è comunque ben presente e non isola completamente il soggetto dal contesto.

IL RUMORE DIGITALE

Personalmente non ho messo alcun limite alla gestione degli ISO ma non ho mai superato i 3200 nelle mie condizioni di scatto succedutesi in questi giorni. A differenza della X100V qui abbiamo 125ISO nativi, una ottima cosa ma che non stravolge l’esperienza d’uso. Il rumore non è mai invasivo fino a 1600 ISO e anche a 6400 è comunque rimovibile senza troppe noie con una passata su lightroom o simili. La situazione ideale è rimanere attorno ad ISO800 di massima così da avere il risultato migliore possibile senza interventi terzi. Nelle mie sette simulazioni soltanto in due di esse, le più “vintage”, ho inserito una simulazione di grana larga.

ORA E’ ANCHE UNA VIDEOCAMERA!

Non che la X100V non potesse registrare video ma le impostazioni erano poche e la qualità dubbia. Grazie all’IBIS e a dei nuovi formati video il discorso ora cambia radicalmente. Il video sugli Smartphone “AI” è stato girato per metà con la X100VI e metà con la A7sIII, così che possiate farvi una idea sulla qualità del file e l’autofocus stock. Il 6.2K a 200mbits non è fuffa ma comporta un piccolo upgrade rispetto al 4K, senza richiedere uno sforzo eccessivo a programmi di montaggio come Premiere Pro. Occhio soltanto ad un discorso temperature poiché dopo 10-15minuti di video 6.2K in studio noterete il simbolino del termometro a notificarci che la fotocamera si sta surriscaldando.

CONCLUSIONI E PREZZO

La Fujifilm X100VI sarà un gran successo, che piaccia o meno. Il precedente modello è ormai da mesi fuori stock ed il mercato dell’usato è letteralmente impazzito con prezzi senza senso. In questa ottica i 300€ di differenza non sono poi così tanti, soprattutto considerando che chi aveva intenzione di spendere 1500 e più euro per un modello di quattro anni fa probabilmente non si farà problemi a spenderne 300 in più per quello nuovo. Per chi ama la fotografia e le simulazioni, Fujifilm è sicuramente la ciliegina sulla torta, grazie al suo mix di estetica, qualità e portabilità. Grazie all’IBIS ed il nuovo focus sui video poi, ora risulta essere un prodotto decisamente più completo.

Tra qualche giorno, per dirvi, partirò per il Mobile World Congress e se una X100V non l’avrei mai potuta portare come foto/videocamera principale beh, con questa X100VI potrei farci più che un pensiero. Con le sue dimensioni compatte, filtri ND integrati, autofocus affidabile, batteria più longeva e batterie facilmente trasportabili, video super dettagliati e una facilità d’uso immediata è il mezzo perfetto per una fiera in mobilità come il MWC. Ciò non toglie che la X100VI è molto probabilmente una fotocamera che si acquista come secondaria, fotocamera di piacere o se si rientra perfettamente nel suo target. Questa però è stata la mia esperienza d’uso ed ora sono curioso di sapere voi cosa ne pensate. Vi invito a lasciare un commento qui sotto e vi saluto in attesa di una prossima futura recensione.

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Scritto da: redazione

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