Non c’è argomento nazionalpopolare come la nazionale italiana di calcio, che negli ultimi anni ha vissuto di alti e bassi, per usare un eufemismo: due mancate qualificazioni ai Mondiali, intervallate dalla vittoria dello scorso Europeo. Forse per evitare altri clamorosi cali di tensione, forse per cercare consenso in un periodo niente affatto semplice per il nostro pallone, il commissario tecnico Luciano Spalletti ha deciso di mettere al bando i videogame in vista del prossimo campionato Europeo, che partirà in Germania a giugno.
Per vincere l’Europeo, non per vincere a Call of Duty
Spalletti esprime il suo pensiero in una intervista concessa alla Gazzetta dello Sport. In Germania il tecnico esige gente concentrata, sul pezzo: a detta sua, i videogiochi sarebbero deleteri. Riportiamo alcuni passaggi significativi dell’intervista.
“Da qui in avanti le Playstation le lasciano a casa e non le portano più. Vengono da me e gli do i compiti da fare la sera se non sono bastati quelli di giorno. Perché in Nazionale si sta sul pezzo, concentrati, non si cazzeggia. Ripeto lo slogan degli All Blacks: Niente teste di c… qui.”
“Ho parlato di videogiochi perché ci sono state cose che NON mi sono piaciute e il “non” la prego di scriverlo in maiuscolo. Voglio far rivivere i raduni e i ritiri di un tempo: vecchie abitudini e atmosfere. Cose semplici e sane. E Buffon in questo mi aiuterà. Se la modernità è giocare alla Playstation fino alle 4 di mattina quando c’è la partita il giorno dopo, allora questa modernità non va bene.”
“Si viene in Nazionale per vincere l’Europeo non per vincere a Call of Duty.”
Post comments (0)