La regina del cibo mostrato in video e sui social in Italia si espone in una nuova impresa “ambientalista”. Ma risponde anche a rivali e imitatori
di FoodCulture
Solo su Instagram i follower sono quasi 5 milioni e quando si parla di Benedetta Rossi, partita con i suoi video Fatto in casa e diventata regina degli influencer del cibo di casa nostra, fra social, libri, programmi tv, apertura si parla davvero di una star. Che si espone molto e continua a reinventare se stessa. Come accade con il suo esordio da doppiatrice e narratrice in un film dall’anima molto ambientalista, Kina e Yuk alla scoperta del mondo. Girato nell’Artico e con la storia di due volpi che devono sopravvivere e spostarsi fra i ghiacci di una natura sempre più ferita. Il film arriva nelle sale il 7 marzo e figuriamoci se per questa sortita cinematografica, Benedetta, già trasformata in cartoon in una serie per i piccini, non si è trovata al centro delle critiche. Ma è lei a rispondere, e ad aprire la polemica per quel che è diventato il mondo degli influencer del cibo.
Impossibile accontentare tutti
Poteva piacere a tutti questo impegno nel cinema e per l’ambiente di Bendetta Rossi? Quando ti esponi molto sai che è impossibile accontentare a tutti e che parte facilmente il tiro al bersaglio. Ma alla conferenza stampa, Benedetta ha risposto: “Negli anni mi sono sentita dire che non avrei dovuto fare ricette perché non ero una chef, né scrivere libri perché non sono un’autrice, né fare tv perché non è il mio posto. Ho subito anche attacchi pesanti sui social. Non mi sono mai lasciata fermare”. E se si parla del suo posto, l’ambiente dei food influencer, ora è la Rossi a riflettere su come è cambiato e in peggio questo “panorama”.
La giungla del cibo mostrato sui social
Ancora alla presentazione di Kina e Yuk alla scoperta del mondo, la regina dei food influencer e blogger in Italia ha parlato del bivio a cui è arrivato un certo modo di mostrare il cibo su social e in video: “Ora sono tutti creator, dopo la pandemia chi guardava si è messo a produrre e proporsi, va bene ma bisogna fare le cose con serietà”. Ma ora è tutto appiattito in base agli algoritmi: “Vedo gente tutta uguale che esce con le stesse identiche frasi, tutti così. Ma ciò che dà valore è essere unici”. Poi la durata dei video su ricette, preparazioni, scoperta e spiegazione di ingredienti, sempre più brevi: “Con un video di 1 minuto Instagram mi dà maggiore visibilità ma se ho bisogno di 5 minuti per mostrare come si esegue una ricetta perché non devo farlo? Il nostro comportamento sui social incide sugli altri. E’ giusto che ognuno abbia il proprio spazio”. A proposito di questo: quanto guadagnano i food influencer per convincerci a cucinare e mangiare in un certo modo? FoodCulture approfondirà presto questo scenario, cifre alla mano.
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