Spettacolare, temuto, ammirato e imitato per 50 anni, al vertice di programmi tv e guide al bel mangiare di prestigio, è stato licenziato con una mail
di FoodCulture
Per mezzo secolo è stato il più temuto, riverito, minacciato (anche di morte come lui stesso ha raccontato) critico gastronomico d’Italia. Poi un pessimo inizio d’anno, con la mail talmente frettolosa che “neanche ho capito esattamente di chi fosse la firma” che lo licenziava in tronco. Edoardo Raspelli si è visto gettare via da un momento all’altro, e avendo il carattere che ha, non l’ha mandata a dire. Il 4 gennaio l’ultima sua recensione, ironia della sorte, nelle stesse ore il messaggio che concludeva la sua carriera. Lui che aveva inventato la temutissima faccina nera sotto l’ala di Cesare Lanza che lo appoggiò mentre saliva nell’odiatissimo olimpo dei recensori di piatti, ricette, locali, ristoranti. “Una trentina di querele, anche minacce di morte” con tanto di “corona funeraria recapitata a casa” come ricorda in una recente intervista al Corriere della Sera.
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Corsi e ricorsi di una vita al massimo
Sul suo profilo di Facebook Edoardo Raspelli ricorda a tutti che la sua firma, licenziamento brusco o meno, conta eccome. Appena la scorsa settimana la replica su Canale Le storie di Melaverde con lui proagonista fa il record di ascolti in quella fascia, “13,4 % di share”. E sottolinea che le sue recensioni ospitate da ll Gusto de La Repubblica sono ancora fra le più ricercate su Internet. Ma allora resta la sua domanda di due mesi fa: “Perché mi hanno fatto questo?”. Lui sottolinea lo sfascio della cucina italiana perché “di recente mi hanno proposto un dolce con cioccolato e carpa cruda. Fa schifo solo a pensarci. Non c’è più competenza…si sceglie la comodità: nei locali arriva tutto imbustato“.
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L’eterna lotta con la bilancia e quella “cavolata” della Guida Michelin
Per Raspelli, che è diventato leggendario per aver fatto assicurare a caro prezzo il suo palato (“polizza da mezzo milione ma l’ho disdetta”) la principale battaglia di una vita, oltre a quella contro la cattiva cucina, è lo scontro con la bilancia. “Difetti? Sono grasso, grazie a una dieta e al bendaggio gastrico” perse 40 chili, poi ripresi, ora siamo attorno al quintale. “E poi sono vanitoso“. Per questo l’amore per la tv, i premi, essere in giuria, le bastonate alla Guida Michelin (“una cavolata”) e a MasterChef (“inorridisco per il trattamento di questi sventurati vanitosi”). Già ai vertici del Gambero Rosso e direttore della guida gourmet de L’Espresso, Raspelli. Poi forse troppe Miss, troppi concorsi di bellezza, troppa onnipresenza. Il gruppo editoriale Gedi, in pieno stile piemontese, lo ha mandato via col minor dispendio di parole possibile. Ma lui non si arrende.
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