E’ calato il sipario su “U2:UV Achtung Baby Live At Sphere”, lo show che gli U2 hanno messo in scena dal 29 settembre a Las Vegas. Preparato in un anno e mezzo, lo spettacolo è stato replicato per quaranta serate, staccando al botteghino 661mila biglietti, per l’incasso di 256 milioni di dollari (di cui 170 lordi alla band). In media, sono stati eseguiti 22 brani per serata.
Complessivamente le canzoni suonate sono state 38, con incursioni esterne al repertorio come “A Rainy Night in Soho” dei Pogues (dedicata a Shane MacGowan) nei giorni dopo la scomparsa dell’artista, e “Shallow” di Lady Gaga (eseguita con lei il 25 ottobre). Nel penultimo live allo Sphere, il primo marzo, in platea c’era anche Larry Mullen Jr, batterista del gruppo, costretto a rinunciare alla serie di date per motivi di salute.
Bono, The Edge e Adam Clayton sono stati accompagnati dal batterista olandese Bram van den Berg. L’ultimo brano eseguito nella serata finale (“40”) fu pubblicato in studio nel febbraio del 1983 all’interno del terzo album degli U2 (“War”), ma divenne popolare anche in versione live, finendo nel mini-album dal vivo “Under a Blood Red Sky”. “40”, che durante l’esecuzione allo Sphere ha visto The Edge e Adam Clayton scambiarsi gli strumenti, non veniva eseguito live dal 2016. Tra gli altri momenti salienti, da segnalare l’esecuzione di “One” con Daniel Lanois (che contribuì alla realizzazione di ‘Achtung Baby’ in veste di produttore, insieme a Brian Eno) e una cover di “Don’t Dream It’s Over” dei Crowded House in duetto virtuale col leader della band australiana, Neil Finn.
(Foto Getty Images)
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