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Stellantis ha annunciato che allungherà il periodo di cassa integrazione di Mirafiori che coinvolge direttamente i reparti che si occupano della produzione della 500 elettrica e delle Maserati. Saranno coinvolti a rotazione 2.240 lavoratori. Come sappiamo, la cassa integrazione per questo stabilimento italiano era stata annunciata diverso tempo fa e sarebbe dovuta durare per tutto il mese di marzo. A quanto pare, Stellantis ha deciso di prolungare questo periodo fino al 20 aprile.
L’azienda avrebbe preso questa decisione a causa dell’andamento del mercato ancora a rilento in assenza dei nuovi incentivi per l’acquisto di auto elettriche ed elettrificate annunciati all’inizio di febbraio ma che ad oggi non sono ancora effettivamente entrati in vigore.
Dei nuovi incentivi ne abbiamo parlato molto e abbiamo visto che in prima battuta si pensava in un’entrata in vigore entro la metà di marzo. Adesso si parla del mese di aprile. Ovviamente, vista la struttura degli incentivi per le elettriche con contributi fino a 13.750 euro con rottamazione e ISEE sotto i 30 mila euro, gli interessati ad una nuova BEV stanno rinviando l’acquisto.
Ovviamente, la decisione di Stellantis su Mirafiori ha preoccupato molto i sindacati che da tempo temono per il futuro di questo stabilimento. Come evidenzia Luigi Paone, segretario generale Uilm Torino, è evidente che serve un nuovo modello da produrre all’interno della febbrica.
È sempre più evidente che a Mirafiori serve un nuovo modello, ci aspettano mesi complicati, chiediamo alle istituzioni di accelerare un percorso che dia prospettive e futuro a tutto il comparto automotive torinese.
Per questo periodo di cassa integrazione, l’azienda ha comunque istituito un turno di lavoro “comandato” che consentirà un minimo livello produttivo per soddisfare le richieste attualmente in corso. Tutto l’indotto auto del torinese sta attraversando un momento di forte difficoltà come aggiungono Edi Lazzi segretario generale della Fiom Cgil Torino e Pino Logioco responsabile della Proma per la Fiom.
Gli effetti della mancanza di assegnazione di nuovi modelli a Mirafiori, aggravate dalla fine produzione delle Maserati, inevitabilmente ha degli effetti nefasti sulla componentistica. Questa volta la scure cade sulla testa dello storico stabilimento di Grugliasco della Proma. Se non altro non ci saranno tensioni occupazionali in quanto tutti i lavoratori verranno trasferiti nel sito di Bruino. Resta il fatto che un altro pezzo industriale viene chiuso definitivamente. Questo rende ancora più forte l’esigenza di sostenere le richieste dei sindacati metalmeccanici di avere un progetto per Mirafiori con nuove produzioni, delle prospettive per l’indotto, che sempre di più è in sofferenza, e per la città di Torino in generale che perde ricchezza a causa dell’abbandono del suo settore industriale più grande.
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