Tre gusti freschi a rappresentare le pari opportunità (ma perché, poi?) e una scatoletta che sembra quella dei trucchi. Con “quelle forme lì”, dentro
di FoodCulture
Ci sono due polemiche legate al cibo che esplodono proprio l’8 Marzo. Il giorno, già piuttosto discusso di suo, della Festa della Donna, si porta appresso polemiche infinite a cominciare dalla domanda base: che cosa dobbiamo farne di questa ricorrenza? Che significa davvero, oltre alle pose inclusive, alla torta mimosa e ai rami e mazzi di mimose ovunque? Per dare sapore alla ricorrenza, l’assessora Simona Ferro (anzi, assessore come vuol essere definita) alle Pari Opportunità della Regione Liguria ha presentato insieme a Confartigianato tre gusti di gelato creati appositamente per l’occasione e per “poter riflettere sul significato dell’8 marzo”. Nelle stesse ore, lo chef stellato e celebrità tv Carlo Cracco ha lanciato la sua scatola di cioccolatini “femmina”. Ed è polemica per due. Vediamo perché.
I tre gusti della “questione femminile”
Cos’è che ha fatto imbestialire le attiviste di Non una di meno e di altri movimenti per la piena dignità femminile nella società? Che per celebrare l’8 marzo in Liguria siano stati creati tre “gelati donna”. Questi i gusti specifici: il Val d’Oro e Ibisco, prodotto con il celebre fiore, agrumi e té rosso proposto a Genova dalla della Gelateria Viganotti. Il Women fatto con sorbetto di mirtilli, limone gattuggiato e frutto della passione dalla Gelateria Capriccio. Quindi il gelato Primavera Rosa, semifreddo ai frutti di bosco con pan di spagna firmato dalla Cremeria delle Erbe. Al netto del buon lavoro degli artigiani del dolce freddo, a cosa serve questo triplice “gelato delle donne”? La polemica che infuria riguarda l’importanza dei segnali da dare in una giornata come l’8 Marzo, con la Francia che mette in Costituzione il diritto all’aborto e qui da noi i politici che inventano tre gelati al femminile. Perché poi? Questa cosa dell’esaltazione di genere non si sta facendo di tutto per superarla? Per non parlare degli stereotipi su cosa sia femminile e cosa no. C’è anche chi ci mette il carico, sottolineando che l’assessore Simona Ferro sia in quota Fratelli d’Italia. Ma FoodCulure non si occupa di politica, e tanto basta fin qua. Poi c’è la pensata di Cracco.
Un astuccio di trucchi con dentro i dolcetti con “quella forma lì”
In occasione dell’8 Marzo chef Carlo Cracco presenta la sua scatola in metallo rotondo con i Cioccolatini della Festa della Donna. Che si presentano con l’aspetto della cilindro porta-trucchi che molte donne hanno sulla consolle della camera da letto o sul lavandino del bagno. Cosa c’è dentro? Una serie di cioccolatini fatti dalla ditta Lavoratti (quella che era in difficoltà ma è stata rilevata e rilanciata da Fabio Fazio con alcuni soci e collaborazioni eccellenti), in cui i dolcetti hanno la forma di borsetta, rossetto, occhiali da sole e boccetta di profumo. Il gusto firmato Cracco è la combinazione di cioccolato bianco, al latte, fondente e con caramello. Sicuramente molto gradevole. E’ il retrogusto sull’immaginario dei “cioccolatini femmina”, semmai che, che dà da pensare.
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