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Tecnologia

Mini Countryman C da 170 cv e la JCW da 300 cv prova su strada

today8 Marzo 2024 18

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Rinnovamento totale, rispetto della tradizione e tanta tecnologia. Queste le parole chiave della nuova gamma Mini, recentemente su strada con la prova di anteprima dinamica di Mini Countryman C e Mini Countryman John Cooper Works.

Quasi i due estremi della gamma: Countryman C è il C SUV più accessibile nella gamma, John Cooper Works ALL4 è il crossover sportivo più potente e con la trazione integrale ALL4. Nel mezzo c’è un po’ di tutto come testimoniano gli annunci dei modelli visti nei mesi scorsi, dall’elettrica a due e quattro ruote motrici (che non costa troppo di più della benzina) alla versione diesel che resta ancora aggrappata alle esigenze dei grandi viaggiatori, ma non ha la variante 4×4.



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PROVA SU STRADA, PRIMO CONTATTO

Mini Countryman C sarà anche la versione d’ingresso, ma non lesina certo in prestazioni grazie ad uno 0-100 da 8,3 secondi reso possibile dai 170 cv di questo piccolo tre cilindri. Certo, la coppia non è mai estrema: 240 Nm diventano 280 con il boost del sistema a 48 volt, permettono di affrontare in tranquillità le situazioni montane e medio carico, ma rischiano di far scalare al cambio a sette rapporti quella marcia in più quando si viaggia in quattro adulti e con tutti i bagagli.

Infatti la nuova Countryman è cresciuta moltissimo rispetto alla seconda generazione che già aveva aumentato le sue misure: ora ci troviamo con un’auto da 4,43 metri di lunghezza, 2,69 metri di passo e un bel vano di carico da 460 a 1.450 litri. E proprio questa sua volontà di diventare meno “Mini” e più familiare, va a rendere l’assenza di una coppia maggiore quasi un limite.

Intendiamoci, la C (la vedete nella galleria qui sopra) non è un’auto seduta su se stessa, sono altri i C SUV addormentati, ma la scelta di un automatico che non è proprio un fulmine, va a penalizzarla quando la mettiamo in Sport cercando le massime prestazioni, lasciando un piccolo lag che noterò poi anche sulla John Cooper Works.

Quest’ultima ha infatti un ottimo motore, da 300 cv e 400 Nm di coppia, ma anche qui il limite sembra essere un cambio che non sta al passo con quello di una i30N per intenderci. Chi cerca prestazioni estreme non sarà accontentato, ma dobbiamo tornare coi piedi per terra e capire che si tratta di un’auto per la famiglia: insomma, è perdonabile perché è un SUV con un assetto molto neutro e un rollio davvero limitato pur senza risultare “spacca-schiena” a livello di ammortizzazione.

Questione di esigenze: con quelle cifre ci si compra una vera sportiva? Certo, basta guardare anche in casa Mini con la versione berlina. Ma questo è un SUV che vuole farsi guidare piacevolmente e che non deve scuotere troppo i passeggeri quando il conducente si fa prendere dalla sfida di una serie di tornanti inanellati grazie ad uno sterzo diretto e preciso. In questo ci riesce benissimo.

PREZZI, MOTORI E VERSIONI

La prova su strada ha avuto come protagoniste le due versioni a benzina, ma la gamma Mini è tra le più complete e democratiche (per scelta di alimentazione):

  • Countryman C: benzina (MHEV 48V) da 170 cv e 240 Nm di coppia massima (da 34.900€)
  • Countryman S ALL4: benzina (MHEV 48V) a trazione integrale, 218 cv e 320 Nm di coppia massima (da 40.900€)
  • Countryman D: diesel (MHEV 48V) da 163 cv e 360 Nm di coppia massima (da 37.900€)
  • Countryman JCW ALL4: benzina sportiva a trazione integrale da 300 cv e 400 Nm di coppia massima (51.000€)
  • Countryman E: elettrica d’ingresso da 204 cv (da 40.700€)
  • Countryman SE ALL4: elettrica sportiva a trazione integrale 313 cv (da 47.700€)

Rispetto ad altre concorrenti, Mini Countryman riesce a non far sentire troppo l’inflazione perché mantiene un prezzo quasi identico alla generazione precedente a parità di motori (aggiornata con un restyling nel 2020), pur crescendo nella dotazione di serie. Arrivano infatti tutti gli ADAS obbligatori per il 2024, il nuovo display OLED che è un unicum (quasi) nel mondo auto e un abitacolo piacevolmente rifinito, oltre all’immancabile qualità costruttiva. Ovvio, spariscono dalla gamma le motorizzazioni meno potenti, che poi erano quelle “sottodimensionate”: nella prova della 2020, infatti, la 150 cv era risultata quella minima per una prima auto a tutto tondo.

Qualche plastica di troppo c’è, ma è sempre in basso e mai troppo a vista, e va segnalata un’interfaccia che rallenta visibilmente nella schermata iniziale con i vari widget, forse a causa di animazioni troppo pesanti per l’hardware, forse a causa di un’ottimizzazione del software ancora da sistemare. Nel secondo caso ci penseranno gli aggiornamenti OTA, nel primo non si può fare molto se non accettare la situazione che non pregiudica l’utilizzo (il sistema non si blocca mai), ma non è al passo con la fluidità di altri sistemi.

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Written by: redazione

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