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Ambiente

Gli apicoltori in piazza protestano contro la concorrenza sleale del miele cinese

today20 Marzo 2024 17

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A Roma la Piazza Santi Apostoli si è riempita di tute gialle. Sono gli apicoltori italiani che protestano contro il cambiamento climatico che minaccia la salute delle api, ma anche contro la concorrenza sleale del miele extra UE, spesso adulterato o non conforme agli standard qualitativi e di sicurezza alimentare in vigore in Europa. Il sit-in è stato promosso dall’associazione Miele in cooperativa: «Chiediamo di avviare le procedure antidumping in Europa contro il miele cinese e sensibilizzare i consumatori verso un acquisto consapevole del prodotto», spiega Riccardo Babini, presidente di Miele in cooperativa.

Sul banco degli imputati le tute gialle mettono soprattutto il miele cinese: addizionato con sciroppi zuccherini e coloranti, viene messo sul mercato a soli 1,70 euro al chilo. Troppo poco per essere un prodotto di qualità, sostengono gli apicoltori, visto che secondo un’indagine del Crea per produrre un chilo di miele in Italia ci vogliono almeno 4,1 euro. Un dumping difficile da sostenere per i 75mila apicoltori nazionali, con 1,6 milioni di alveari già alle prese con l’aumento dei costi di produzione, in un’annata resa difficile dai cambiamenti climatici. Per gli agricoltori scesi in piazza, non si tratta solo di concorrenza sleale, ma anche di una questione di salute e sicurezza alimentare: una recente indagine della Commissione Ue ha fatto analizzare una quota di campioni di miele importato, riscontrando che nel 46% dei casi non è conforme alle regole comunitarie a causa dell’impiego di sciroppi zuccherini e dell’uso di additivi e coloranti per falsificare l’origine botanica. Il numero maggiore in valore assoluto di partite sospette proveniva dalla Cina (66 su 89, pari al 74%), mentre il Paese con la percentuale più elevata di campioni di miele sospetti è risultata la Turchia (14 su 15, pari al 93%). Negli ultimi due anni l’importazione di miele è stata di 26 milioni di chili, a fronte di una produzione nazionale di 22 milioni.

Alla concorrenza sleale si aggiunge il calo della produzione nazionale dovuto al maltempo, alla siccità che ha penalizzato le fioriture e al caldo anomalo di questo inverno, con le api ingannate e spinte a uscire dagli alveari senza però trovare i fiori. L’apicoltura è anche un settore che protegge l’ambiente e la biodiversità: «Gli apicoltori – si legge in una nota di Miele in cooperativa – svolgono un ruolo fondamentale per la protezione dell’ambiente, la conservazione della biodiversità e il sostegno all’agricoltura. L’impollinazione da parte delle api contribuisce alla riproduzione di piante selvatiche, alberi e arbusti. Questo favorisce la diversità delle specie vegetali, mantenendo equilibrati gli ecosistemi e promuovendo la conservazione delle piante autoctone».

Il sit-in delle tute gialle ha incassato la solidarietà di diversi politici: «Abbiamo assunto un impegno concreto per intensificare la promozione del miele italiano», ha detto il vicesegretario nazionale di Forza Italia, Deborah Bergamini, partecipando alla manifestazione degli agricoltori. Con lei il portavoce di Fi e responsabile del dipartimento Agricoltura, Raffaele Nevi: «Mi impegno – ha dichiarato – a creare un sottodipartimento, all’interno del dipartimento Agricoltura, dedicato specificamente all’apicoltura, una struttura che avrà il compito di affrontare direttamente le questioni che interessano la categoria degli apicoltori».

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In piazza c’era anche Daniela Rondinelli, eurodeputata Pd e componente della commissione Agricoltura del Parlamento Ue, che ha lavorato alla revisione della cosiddetta direttiva Colazione per migliorare gli obblighi relativi all’informazione dei consumatori e all’etichettatura del miele:«L’import sleale e i cambiamenti climatici affossano il miele italiano – ha detto – con i produttori nazionali che devono fronteggiare arrivi di prodotto straniero di bassa qualità a prezzi stracciati, mentre aumentano i costi di produzione necessari per fronteggiare maltempo e siccità. Difendere i nostri apicoltori significa avviare in Europa le procedure antidumping sensibilizzando al contempo i consumatori verso un acquisto consapevole del miele». Rondinelli ha ricordato che tra il 2021 e il 2022 le importazioni estere di miele in Europa sono cresciute del 18 per cento: «Dal momento che l’Ue non può chiudersi ai Paesi terzi – ha aggiunto – è cruciale difendere la qualità del miele, sostenendo le filiere corte, contrastando frodi e contraffazioni tramite controlli alle frontiere capillari e adeguati, informando in modo trasparente i consumatori, ma soprattutto, siglando accordi commerciali vantaggiosi per il made in Italy e il mercato europeo che prevedano il rispetto reciproco degli standard sulla sicurezza alimentare e l’ambiente».



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Scritto da: redazione

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