Michele Bravi è stato ospite della puntata di Verissimo di domenica 7 aprile. Il cantante ha presentato il suo nuovo disco Tu cosa vedi quando chiudi gli occhi che uscirà il 12 aprile e ha parlato della sua vita, caratterizzata anche da momenti difficili. Attualmente è impegnato come giudice al serale di Amici e con i ragazzi ha sempre una buona parola: “Credo che quello dipenda dal fatto che ho vissuto la controparte, so cosa vuol dire essere lì con la fame di essere ascoltati”.
Per lui diventare cantante è un sogno che mai avrebbe pensato di raggiungere: “Ho un amore smisurato per la vita, per le cose, sono molto positivo nel mio provato anche se non si direbbe. Sono nato in un contesto molto umile, però c’era sempre spazio per la curiosità rispetto al mondo, anche se questo sogno è sempre stato molto grande nella mia testa è stato inevitabile non provarci”.
La sua famiglia ora lo supporta, ma all’inizio ha avuto qualche perplessità in merito alla sua scelta: “Con la mia famiglia ho avuto un rapporto turbolento, loro medici avevano una concezione del lavoro diversa, ma poi con il tempo hanno capito che la parte creativa è una professione, mi hanno dato modo di dimostrarlo. Mi dicono bravo, mi bacchettano pure”.
Come tutti sappiamo, Michele viene da momenti difficili da raccontare e da affrontare. Una sofferenza che però l’ha aiutato ad essere chi è oggi: “Il dolore è nella vita di tutti, pensare che le tragedie non ci appartengono è sbagliato, bisogna essere pronti al dolore, fa parte della nostra vita. Bisogna essere pronti ad accogliere il dolore e trattarlo con il rispetto e la verità che ha richiesto. La felicità è bellissima, però bisogna insegnare ai bambini perché si deve piangere e si deve piangere”.
Michele viene da un contesto lavorativo che non è stato semplice da gestire. Una situazione che l’ha portato ad una conclusione molto importante: “Quando entri nel meccanismo discografico, nel mercato, si parla a te come si parlerebbe ad un qualsiasi prodotto. Ora sono cresciuto. Capisci che le cose importanti sono altro, il lavoro è la mia passione, ma è comunque il mio lavoro. Ho capito che posso vivere senza musica, ma non posso vivere senza le persone che amo”.
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