Da questa settimana Civil War di Alex Garland è in programmazione nelle sale cinematografiche italiane, distribuito da 01 Distribution: analizziamo insieme il finale e il significato dell’ultima scena del film.
Negli istanti risolutivi di Civil War, il trio di fotoreporter protagonisti (Kirsten Dunst, Cailee Spaeny e Wagner Moura) riesce ad entrare nella Casa Bianca insieme alla Western Force, le Forze Occidentali, che hanno fatto scoppiare la guerra civile per ribellarsi al terzo mandato illegale del Presidente (Nick Offerman), che negli ultimi anni ha instaurato un governo fascista: queste informazioni non ci vengono fornite da Alex Garland, che per tutto il film ci butta nel conflitto mentre questo avviene, ma si possono mettere insieme dai dettagli che incontriamo qui e là grazie allo sguardo dei fotoreporter.
In una scena madre, l’esperta fotografa di guerra Lee (Kirsten Dunst) viene uccisa per salvare la giovane apprendista Jessie (Cailee Spaeny), che ironicamente testimonia la morte della sua maestra immortalando con la fotocamera il suo corpo colpito dai proiettili degli agenti dei servizi segreti asserragliati nello Studio Ovale: in Civil War, infatti, tutto ciò che viene visto deve essere registrato, anzi sembra quasi che le cose non possano accadere se non inquadrate dall’obiettivo della macchina fotografica.
Dopo la morte di Lee, il film prosegue fino all’epilogo finale in cui il presidente viene ucciso senza pietà dai soldati ribelli. Il giornalista Joel (Wagner Moura) riesce a strappargli un’ultima dichiarazione, coronando l’obiettivo suo e di Lee: “Non lasciare che mi uccidano” è l’unica frase sussurrata dal Presidente, che ha ormai svestito i panni istituzionali ed è diventato un semplice uomo. Joel si dice soddisfatto da quella frase: è il coronamento della teoria del suo amico Sammy (Stephen McKinley Henderson), che prima di morire nel corso degli eventi del film gli aveva detto che tutti i dittatori, alla fine, si rivelano uomini banali come tutti gli altri.
Il film si conclude con il fermo immagine della foto di Jessie, che immortala il cadavere del presidente circondato dai soldati secessionisti: la foto in bianco e nero è l’ultima prova raccolta dai fotoreporter, e la storia si conclude così com’era iniziata, senza spiegazioni relative al futuro di quest’America spaccata in due.
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